1. Studio dei meccanismi e delle forme di inferenza nel discorso
sul piano linguistico e cognitivo, in particolare come supporto
all'analisi delle interazioni linguistiche complesse, raccolta
nell'ambito della ricerca sulla mediazione linguistica.
2. Raccolta ed analisi di dati multimediali da interazioni
comunicative in contesti istituzionali (o di servizio) in presenza
di un/a mediatore/trice linguistico/a culturale; loro trascrizione
ed elaborazione.
3. Progettazione e implementazione di un corpus multimediale
annotato di interazioni mediate in contesti istituzionali,
utilizzabile sia a scopi di ricerca, sia a fini didattici.
Lo studio linguistico delle forme di inferenza (ricerca tutt'ora
in corso) si sviluppa come un continuum che muove dai domini più
classicamente semantico e lessicale a quello pragmatico. Al di là
dei meccanismi più studiati (implicazione logico-semantica,
presupposizione) sono considerate le inferenze conversazionali
(implicature), forme di ragionamento per default, l'analogia ecc.,
con tentativi di modellizzazione e formalizzazione, nella
prospettiva, tra l'altro, di un'applicazione all'analisi
conversazionale. Per quanto riguarda la mediazione linguistica, è
in atto una ricerca, in collaborazione con altre sedi
universitarie, che prevede in questa fase la raccolta di dati
rilevanti con registrazione, trascrizione e analisi di incontri
mediati da interpreti professionisti e non professionisti in
contesti istituzionali (ospedali, tribunali ecc.), in prospettive
possibilmente differenziate ma convergenti: dall'identificazione
del ruolo discorsivo e sociale del mediatore, attraverso le
modalità di interazione, all'individuazione delle scelte di
specifiche risorse linguistiche, ai diversi livelli lessicale,
sintattico, semantico, conversazionale, per conseguire gli scopi
previsti. In base ai risultati si prevede la formulazione di linee
guida per la formazione dei mediatori. In parallelo, si stanno
conducendo indagini sul ruolo dei mediatori nelle scuola,
attraverso osservazione di incontri e interviste in profondità con
operatori istituzionali e mediatori di comunità. La ricerca sulla
mediazione ha assunto una duplice prospettiva metodologica:
qualitativa e quantitativa. Se la prima ha già consentito una prima
ricognizione del campo e la formulazione di alcune ipotesi di
lavoro – ad esempio, 1. il mediatore non traduce tutti gli
enunciati dei parlanti primari; 2. il mediatore instaura
autonomamente percorsi discorsivi con ciascuno dei due parlanti
primari, escludendo –di fatto – l'altro partecipante; 3. il
mediatore attiva strategie di semplificazione linguistica e di
facilitazione all'accesso dell'informazione e dei presupposti
culturali impliciti , per un parallelo approfondimento degli
aspetti linguistici strutturali, appare utile integrare l'approccio
con una metodologia quantitativa che preveda la costituzione di un
corpus multimediale annotato di parlato in interazioni linguistiche
mediate.