- Analisi dei modelli non formalizzati in uso nella geografia
critica tedesca tra Sette e Novecento (Leyser, Gatterer, Humboldt,
Ritter) per la descrizione del mondo e loro relazione con i modelli
cartografici della rappresentazione geografica.
- Analisi della natura delle reti territoriali e inventario delle
reti territoriali casuali e delle reti all'invarianza di scala, a
partire dall'età moderna.
- Genealogia dei modelli spaziali in uso nella moderna
descrizione geografica occidentale: dalla matrice tolemaica allo
spazio hilbertiano.
- Analisi dei modelli d'interpretazione della
globalizzazione.
Storia del pensiero geografico
Esame del passaggio dalla geografia aristocratico-feudale
dell'Hering, dell'Hauber e del Franz alla "reine Geographie" del
Leyser e alla Erdkunde di Carl Ritter e Alexander von Humboldt.
Tale passaggio viene interpretato come la transizione dalla
geografia intesa come protocollo del dettato cartografico
funzionale al potere politico dato alla geografia come critica
della dittatura del modello cartografico e perciò momento della più
generale "strategia della presa indiretta del potere" che vede
opposti, nella "Prussia tra riforme e rivoluzione", aristocrazia e
società civile. L'intento è quello di procedere alla genealogia dei
modelli che hanno condotto alla costituzione dell'apparato
concettuale che ha presieduto alla messa in opera del funzionamento
della forma spaziale del territorio statale.
Geografia della comunicazione
Comparazione tra le reti fluviali e quelle stradali nel territorio
padano in epoca moderna, allo scopo di individuare il momento e le
fasi di passaggio dalla territorialità fondata su di una rete
casuale (quella idrica, in cui ogni località ha tendenzialmente lo
stesso numero di collegamenti) alla territorialità gerarchica
fondata sulla logica di potenza, in cui, in virtù
dell'organizzazione della rete stradale, vale a dire dei cammini
terrestri, emerge con la logica degli hub l'invarianza di
scala.
Teoria e modelli dello spazio
Analisi dei due modelli di descrizione del mondo messi a punto da
Tolomeo (quello consegnato alla tavola e quello tridimensionale
riferito al globo) e loro traduzione nei modelli contemporanei di
conoscenza geografica. Lo scopo è quello di evidenziare la
sostanziale analogia, sul piano del funzionamento e della logica,
tra il modello di natura proiettiva che ha informato il sapere
geografico della modernità e l'idea contemporanea di
globalizzazione, intesa come l'epoca di crisi della riduzione del
mondo e del suo funzionamento in senso spaziale cioè
cartograficamente determinato.
Logica cartografica
La ricerca verte sulla transizione, avvenuta nel Cinquecento, dal
segno cartografico semplicemente disegnato al segno geometrico,
transizione da collegarsi ad un deciso e fin qui documentato
incremento della circolazione del documento cartografico in
generale e alla comparsa al suo interno dell'indicazione della
scala, del meccanismo cioè che garantisce, con lo standard, della
precisione della riduzione in termini spaziali della faccia della
Terra. L'idea innovativa che qui si persegue è quella della messa
in relazione di tale transizione con la più generale atmosfera
culturale derivante dallo scontro tra Riforma e Controriforma,
scontro che ha nella sede bolognese, sotto il profilo che qui
interessa, un luogo privilegiato del suo dispiegamento.
Analisi dei processi territoriali
L'analisi in questione investe la mutazione strutturale
del concetto di città tra Seicento e Settecento, in funzione del
passaggio dall'idea di una “ragunanza d'uomini”, cioè un insieme di
persone, ad un insieme di cose, di oggetti, come edifici, strade,
mura. Anche in questo caso si tratta di mettere in relazione tale
mutazione semantica, codificata dall'enciclopedia illuministica e
fin qui pochissimo riflessa in campo urbanistico e architettonico
oltre che geografico, con i più generali motivi alla base dei
processi che fondano la modernità e la sua autorappresentazione,
vale a dire la sua dipendenza dall'immagine cartografica.