Foto del docente

Federica Muzzarelli

Professoressa ordinaria

Dipartimento delle Arti

Settore scientifico disciplinare: L-ART/03 STORIA DELL'ARTE CONTEMPORANEA

Responsabile unità organizzativa di sede (UOS) Rimini — Dipartimento delle Arti

Temi di ricerca

Parole chiave: Fotografia e prospettiva di genere Fotografia e femminismo Fotografia e identità Fotografia e moderne icone di massa

 


1. La fotografia come pratica femminista e di resistenza

2. Il corpo e l'azione nella fotografia delle donne tra otto e novecento.

3. Il fotografico e la nascita della moderna icona di massa.

4. Il ritratto e l'automatismo fotografico.


1. A prescindere che l’esperienza avvenisse al di fuori, in parallelo, o all’interno della storia dell’arte ufficiale, la fotografia è stata un veicolo privilegiato per raccogliere esigenze di tipo autobiografico, personale e di narrazione in prima persona, come si è verificato ogni volta che l’arte e il processo creativo si sono mescolati in modo inestricabile alla dimensione esistenziale e a delle pressanti esigenze psicologiche. In questo caso la condizione delle donne e la loro pratica di resistenza e di femminismo, implicito o esplicito.

2. La riflessione sul ruolo delle donne fotografe tra Ottocento e Novecento può spiegare bene come, sotto un'apparenza di dilettantismo e marginalità rispetto al mondo dell'arte e degli uomini, le donne seppero cogliere spesso d'istinto il cuore della concettualità fotografica. Intuendo ad esempio la sua capacità di rendere concreti immaginari di fuga dalla realtà, di recupero del corpo e dell'identità, di rapporto simbiotico col mondo e di autorivelazione di genere, essendo in grado di raccontare non solo esigenze estetiche, ma anche vite fuori dall'ordinario.

3. Il fenomeno del divismo e della nascita della icona di massa lega le sue origini alla presenza stessa della fotografia e della sua vocazione alla diffusione democratica dell'identità. I primi esempi di consapevolezza di questo meccanismo, così caratteristico della contemporaneità, sono rintracciabili in esperienze del fotografico originali ed eccentriche, quali quelle di Charles Baudelaire, di Gabriele D'Annunzio, di nancy Cunard e Annemarie Schwarzenbach.

4. L'automatismo produttivo è una delle dimensioni più affascinanti ed emblematiche che la fotografia permette di sperimentare e che l'arte, a volte più o meno consapevolmente, ha evidenziato nel corso degli ultimi 160 anni circa. Le vicende legate al ritratto medico-poliziesco-antropologico ottocentesco possono essere messe in relazione alla nascita delle esperienze estreme di automatismo fotografico novecentesche, evidenziando che, nel passaggio dallo scientifico all'estetico, l'automatismo rivelativo ha fornito modalità e immaginari agli artisti, alla moda, al cinema.