1. Le tecnologie nel quotidiano infantile
2. Educazione e app per l'infanzia (progetto EDAPP)
3. Sostegno alla promozione e allo sviluppo della scuola
inclusiva in Salvador
4. Il servizio civile dei giovani -Bando straordinario per le
zone colpite dal sisma-
5. Teatro ed educazione alla cittadinanza: il teatro per la
comunità e l'inclusione sociale
6. Educazione di genere
1. Le tecnologie nel quotidiano infantile
Le famiglie con minori vivono in contesti sempre più
caratterizzati dalla presenza di tecnologie e questo produce
notevoli cambiamenti nei comportamenti educativi. La ricerca
“Educazione e tecnologie nel quotidiano infantile” ha come terreno
di indagine le età dell'infanzia (0-11 anni) e come campione i
minori dell'Emilia Romagna e della Provincia di Bolzano. Gli
strumenti di indagine quantitativi e qualitativi adottati saranno
funzionali a descrivere a fondo il fenomeno, rilevare tipologia e
qualità dei modelli d'uso degli strumenti digitali dichiarati ed
agiti nei contesti infantili quotidiani e proporre interpretazioni
e strategie educative.
In particolare la ricerca si propone di:
-rilevare nel quotidiano infantile in ambiente familiare la
presenza di tecnologie educative a base informatica;
-classificare le modalità di introduzione di tali
tecnologie;
-analizzare l'impatto di queste tecnologie nella vita quotidiana
dei minori;
-monitorare pratiche significative di uso educativo delle
tecnologie;
-ipotizzare e sperimentare modelli e strategie di gestione dei
nuovi ambienti
-elaborare delle linee guida sull'uso delle tecnologie educative
successivamente oggetto di percorsi di formazione per educatori e
genitori in accordo con il garante dei minori della Regione
Emilia-Romagna.
La ricerca, a partire da un'attenta ricognizione della
letteratura esistente in argomento a livello nazionale e
internazionale, intende attivare una rilevazione puntuale della
situazione italiana, con particolare riferimento all'Italia
Settentrionale (Emilia-Romagna, Alto Adige) utilizzando strumenti
sia quantitativi (questionari a campioni significativi di
insegnanti, genitori, rivenditori…) sia qualitativi (interviste a
testimoni privilegiati, focus group, case studies…). Inoltre, per
quanto riguarda i bambini e le bambine dai cinque ai sette anni si
intende progettare diverse modalità di raccolta delle loro dirette
opinioni e rappresentazioni (interviste, focus group, strategie
ludiche).
2. Educazione e app per
l'infanzia (progetto EDAPP)
La realtà di oggi
vede un sempre più crescente numero di bambini, adolescenti,
giovani che si confronta quotidianamente con le tecnologie -
tecnologie miniaturizzate, portabili, accessibili - a tal punto da
poterle definire “protesi tecnologiche”. La facilità con cui si
possono gestire tali dispositivi, attraverso l'immediatezza
dell'interazione con il touch screen, ne aumenta l'accessibilità da
parte dell'infanzia, che ha maggior dimestichezza con il mondo
“ridotto in miniatura”, con la vita riprodotta in formato mini.
Davanti a questo scenario, insegnanti e
genitori rischiano di trovarsi smarriti, vedendo indebolirsi
certezze didattiche ed educative intanto che i bambini e le bambine
si avventurano nell'esplorazione di tecnologie digitali, sempre più
ricche di applicazioni per iPad e tablet, iPhone e smartphone,
disponibili su veri e propri App Store, gratuite o a pagamento,
compatibili con diversi sistemi, che occupano già aree di mercato
per l'infanzia in grande espansione. Il progetto EDAPP intende
indagare un fenomeno in forte espansione nell'ambito della
commercializzazione di applicazioni (App) di tipo educativo per device mobili (tablet e smartphone), dirette allo
sviluppo cognitivo dei bambini in età prescolare. A tutt'oggi i
principali store di
applicazioni presenti in Rete (iTunes per Apple, Googlestore per
Google e Microsoft Store per MS) consentono la vendita o il
download gratuito di App di natura didattica (applicando
metodologie ludiche) prestando, troppo frequentemente, poca
attenzione alla descrizione delle caratteristiche educative di
applicazioni che saranno fruite dai bambini durante il gioco
libero. Il progetto si pone l'obiettivo di individuare i principali
criteri di analisi di questi software per ipotizzare un modello di
“scheda di valutazione" delle singole App utile ad informare, prima
dell'acquisto, il bacino potenziale degli utenti interessati
(genitori, educatori, insegnanti).
La ricerca sulle
App ha l'intento di elaborare e sviluppare un progetto di
selezione, recensione e organizzazione razionale delle App per
bambini.
In particolare, si pone l'obiettivo di
individuare i principali criteri di analisi di questi software per
ipotizzare un modello di “scheda di valutazione" delle singole App
utile ad informare, prima dell'acquisto, il bacino potenziale degli
utenti interessati (genitori, educatori, insegnanti).
Il progetto,
infatti, intende fornire agli adulti tutti quei fondamentali
supporti che garantiscano qualità e idoneità del prodotto: ogni App
selezionata, infatti, avrà una sorta di “bollino di qualità” che ne
assicurerà la valenza e la sicurezza.
3. Sostegno alla promozione e
allo sviluppo della scuola inclusiva in Salvador
Il progetto é
finanziato dal Ministero degli Affari Esteri - Direzione Generale
della Cooperazione allo Sviluppo ed è realizzato dal Dipartimento
di Scienze dell'Educazione in partnership con il MINED (Ministero
dell'Educazione Salvadoregno). Gli obiettivi principali del
progetto sono: 1. promuovere in El Salvador un modello di scuola
inclusiva che favorisca l'accesso al sistema educativo di tutti i
minori in situazione di handicap e/o di svantaggio psico-sociale;
2. valorizzare il ruolo sociale della scuola attraverso la
sensibilizzazione delle istituzioni per l'inclusione sociale di
tutti; 3. contribuire a migliorare la qualitá professionale dei
docenti. Il progetto prevede la trasformazione di 18 scuole pilota
da tradizionali a inclusive attraverso due macro attività:
-
Formazione rivolta ai direttori, vicedirettori, maestri, assistenti
pedagogici delle 18 scuole pilota e ai tecnici del Mined centrale,
sia attraverso interventi formativi in presenza che in modalità
e-learning.
- Realizzazione
di un Osservatorio nazionale sulle buone pratiche di educazione
inclusiva che riassume in sé 3 funzioni principali: ricercare,
documentare, condividere le buone pratiche affinché diventino
patrimonio del sistema e tema di riflessione su cui migliorare le
politiche educative.
L'approccio metodologico utilizzato é quello della ricerca-azione,
ossia l'alternanza di momenti teorici ad altri sperimentali. Parte
integrante del processo di ricerca-azione sono i monitoraggi nelle
scuole, che hanno l'obiettivo di supportare insegnanti e direttori
nello sviluppo delle loro pratiche educative inclusive.
4. Il servizio civile dei
giovani -Bando straordinario per le zone colpite dal sisma
Analisi della motivazione, della soddisfazione nei confronti
dell'esperienza e del percorso di acquisizione di competenze nel
contesto d'intervento
La ricerca è co-Promossa dal Dipartimento di Scienze
dell'Educazione - Università di Bologna e dall'Assessorato alla
Promozione delle politiche sociali e di integrazione per
l'immigrazione, volontariato, associazionismo e terzo settore della
Regione Emilia-Romagna.
La finalità della ricerca è fornire un quadro situazionale
riguardante alcune caratteristiche del volontariato legate agli
aspetti motivazionali, formativi e organizzativi percepiti dai
giovani volontari coinvolti nel servizio civile all'interno del
progetto indicato, nonché dalle strutture presso le quali avviene
il servizio.
L'indagine è rivolta principalmente ai volontari del servizio
civile: per alcuni aspetti (a campione) a tutti quelli che hanno
fatto domanda e per altri più specifici a quelli che sono stati
selezionati. In secondo luogo l'indagine è rivolta alle strutture
presso le quali il servizio viene svolto. Il metodo prevede un
doppio approccio: quantitativo e qualitativo, secondo i paradigmi
del metodo misto (tramite questionari, focus group,
interviste).
5. Teatro ed educazione alla cittadinanza: il
teatro per la comunità e l'inclusione sociale
La ricerca intende analizzare le dimensioni del “fare teatro” e
del “vedere teatro” come possibilità di formazione ed educazione,
come tecnica di analisi del sé e dei propri bisogni, come
riflessione sulla necessità di portare un cambiamento nella propria
vita e nei contesti sociali, come mezzo privilegiato per sapere
leggere criticamente un mondo in continuo divenire, relativo e
plurale.
In particolare, si intende indagare su:
- esperienze educative in cui il teatro diventa strumento di
potenziamento dell'autonomia dell'individuo, di riconoscimento
della propria identità, di attivazione di processi di cambiamento e
di partecipazione;
- interventi educativi in cui il teatro, come strumento di
mediazione didattica, attivi una prospettiva di empowerment per i
soggetti e la comunità e di valorizzazione del confronto con gli
altri, della solidarietà e della cooperazione;
La ricerca si propone di mettere in evidenza strumenti cognitivi
e metodologici di cui possono avvalersi educatori e/o operatori
sociali, culturali e professionali in contesti educativi che
richiedono interventi sistemici e problematizzanti nelle carceri,
nei centri per persone con bisogni speciali, nei luoghi di
accoglienza degli immigrati e dei rifugiati, ma anche nelle scuole
e in tutte le agenzie formative che vogliono accettare la sfida al
cambiamento.
L'ipotesi del progetto di ricerca concorda con il riconoscere
nel teatro un efficace strumento formativo per la trasformazione
individuale e sociale e per formare figure professionali in grado
di accelerare tali trasformazioni. Un teatro fortemente connesso ad
indagare gli scenari contemporanei, ma anche a rivelare e
rappresentare la memoria e soprattutto capace di proporre un mondo
diverso, un mondo alternativo dove sperimentare pratiche di
cittadinanza più eque, sostenibili e solidali. Un teatro che
continuamente tesse l'ordito di una riflessione scomoda sul senso
della cittadinanza oggi, sul senso della comunità e del bene
comune.
L'attività di ricerca si concentra principalmente sul progetto
"Teatro e cittadinanza", articolato sulla Summer School "Teatro ed
educazione alla cittadinanza", sul Corso di Alta Formazione "Il
teatro come strumento per le professionalità educative" e sul
"Festival teatrale della cittadinanza democratica", promossi dal
Dipartimento di Scienze dell'Educazione dell'Università di Bologna
e dal Dipartimento della Formazione di San Marino.
6. Educazione di genere
Viviamo in un mondo di donne e uomini, in cui i processi di
costruzione della soggettività sono relazionali. Eppure il rapporto
tra i generi, nonostante il movimento femminile e le trasformazioni
sociali, resta un ambito su cui tenere aperta la riflessione e il
confronto. Sono infatti ancora oggi tante le violazioni che donne e
bambine subiscono, per il solo fatto di essere femmine.
Si tratta di violazioni dei diritti civili, politici, economici,
sociali e culturali che si fondano, nella maggior parte dei casi,
sulla discriminazione di genere. La discriminazione può assumere, a
volte, aspetti drammatici e sfociare nella violenza, addirittura in
una forma di violenza, se possibile, ancora più inaccettabile ed
odiosa: la violenza domestica.
Infatti, forme di educazione discriminante rimangono largamente
presenti nella trasmissione culturale implicita: sia nelle agenzie
educative più informali, quali la famiglia, le associazioni, i
luoghi di culto, i mezzi di comunicazione di massa, sia nelle
stesse istituzioni scolastiche, attraverso il cosiddetto “curricolo
nascosto”, che semplificando si identifica con la suddivisione dei
tempi, degli spazi, con le aspettative diverse che gli adulti
riservano ai bambini e alle bambine, con i punti focali
dell'attenzione che i docenti rivolgono ai loro allievi e alle loro
allieve, con il linguaggio stesso dei libri di testo.
Non sfugge certo la grande importanza che rivestirebbe la
possibilità per gli insegnanti, gli educatori, gli operatori nei
mass media ecc. di usufruire di percorsi di formazione in merito a
questo tema e la conseguente capacità degli stessi ad operare
concretamente in tutte le principali agenzie formative, sul
disvelamento e sulla decostruzione degli stereotipi di genere. La
scuola per prima può e deve fare i conti con l'effettiva rilevanza
di stereotipi e pregiudizi nel vissuto degli studenti, insegnare a
coglierne l'origine sociale e culturale, fornire a tutti e tutte,
in chiave sessuata ma non sessista, gli strumenti per una reale
uguaglianza delle opportunità: essere, uomini e donne, diversi ma
uguali per valore e reciprocamente interagenti nella relazione e
nella socializzazione.