I principali campi di ricerca riguardano la geochimica
dell'ambiente superficiale, in particolare ha approfondito aspetti
di:
geochimica ambientale in zone minerarie abbandonate ed in
siti contaminati valutando la dispersione di elementi chimici di
interesse ambientale in diverse matrici, la biodispinibilità ed il
trasferimento verso la biosfera, sia vegetale che animale.
geochimica marina: lo strumento geochimico è utilizzato
come tracciante di provenienza del sedimento, come indicatore
paleoambientale, come indicatore di processi diagenetici, come
indicatore del grado di contaminazione del sedimento
geochimica del sedimentario: sedimenti e rocce
sedimentarie di vari ambienti studiati per ricostruzione della
provenienza del sedimento, delle condizioni paleoambientali, e come
indicatori di processi diagenetici
idrogeochimica: qualità di acque sotterranee,
superficiali e destinate al consumo umano
geochimica isotopica: applicazione dello strumento
isotopico (H, O, C, S) allo studio di rocce e acque
tefrocronologia: caratterizzazione composizionale di livelli
vulcanoclastici in successioni marine, lacustri e
continental.
biogeochimica: bioaccumulo di metalli in organismi vegetali
ed animali
geochimica ambientale in zone minerarie abbandonate ed in
siti contaminati valutando la dispersione di elementi chimici di
interesse ambientale in diverse matrici, la biodispinibilità ed il
trasferimento verso la biosfera, sia vegetale che animale. Sono
state studiate in dettaglio le aree minerarie abbandonate di
Libiola (GE), Vigonzano (PC). Per queste aree è stata
caratterizzata la composizione chimica e mineralogica del materiale
di discarica e sono stati tracciati i principali impatti sul
territorio circostante utilizzando acque e sedimenti come
traccianti della dispersione. Alcuni elementi di interesse
ambientale o caratterizzanti la mineralizzazione sono stati
tracciati anche in componenti vegetali. Sono state studiate in
laboratorio e sul campo possibili tecnologie di rimedio (progetto
LIFE-Environment UK 2003-2006 BIOMAN) nello specifico sulla miniera
di Libiola.
geochimica marina: lo strumento geochimico è utilizzato
come tracciante di provenienza del sedimento, come indicatore
paleoambientale, come indicatore di processi diagenetici, come
indicatore del grado di contaminazione del sedimento. Lo studio
chemostratigrafico interdisciplinare di sedimenti recenti del Mar
Adriatico, del Mar Ionio, del Canale di Sicilia, del Mediterraneo
Orientale e del Golfo di Cadice è stato sviluppato per rispondere
alle problematiche elencate. Descrizione delle caratteristiche
chimiche inorganiche attorno ai sapropel S1 e S5 del Mediterraneo
orientale, evoluzione della composizione chimica dei sedimenti
dell'Adriatico e del Golfo di Manfredonia, caratterizzazione dei
sedimenti recenti della costa emiliano-romagnola e del Porto Canale
di Ravenna sono alcuni dei problemi sviluppati all'interno di
questo filone di ricerca. Questo argomento di ricerca è stato
sviluppato in collaborazione con numerosi ricercatori appartenenti
a enti di ricerca italiani e stranieri (Università di
Milano-Bicocca, Università Politecnica delle Marche, CNR-ISMAR
sezioni di Bologna e Ancona, ARPA-ER, Università di Brema,
Università di Utrecht)
geochimica del sedimentario: sedimenti e rocce
sedimentarie di vari ambienti studiati per ricostruzione della
provenienza del sedimento, delle condizioni paleoambientali, ed
indicatore di processi diagenetici. Questi temi sono stati
sviluppati soprattutto nel settore orientale della Pianura Padana
evidenziando i caratteri principali di provenienza del sedimento
nell'area, documentando l'indipendenza da parametri tessiturali e
estendendo lo studio anche a zone più interne. Anche altre pianure
alluvionali (pianura costiera dell'Arno) e aree costiere (lagune di
Lesina e Varano, area di foce del fiume Tronto) sono in corso di
studio. Queste tematiche sono state sviluppate in collaborazione
con altri ricercatori del Dipartimento di Scienze della Terra e
Geologico-Ambientali (prof. Amorosi, dott. Vaiani), della Facoltà
di Ingegneria (Prof. Curzi), con ricercatori dell'Universita di
Pisa, del CNR-ISMAR sede di Ancona, del CNR-IGG sede di
Padova. Successioni sedimentarie mesozoico-terziarie dell'Appennino
Meridionale sono state caratterizzate dal punto di vista geochimico
in collaborazione con il Prof. Mongelli dell'Università della
Basilicata.
Idrogeochimica: sono avviati studi relativi all'utilizzo
dello strumento geochimico nella caratterizzazione di acquiferi
freatici costieri interessati da intrusione salina con
rimobilizzazione di metalli di rilevanza ambientale (As). E'
avviata una collaborazione con colleghi dell'università di Genova
per la caratterizzazione di acquiferi superficiali interessati da
impatto di attività estrattiva in Romania e nella miniera di
Libiola. lo scrivente ha potuto partecipare alle attività del
Geochemistry Expert Group dell'EuroGeoSurvey che ha avviato
progetti per la caratterizzazione chimica di acque destinate al
consumo umano.
geochimica isotopica: applicazione dello strumento
isotopico (H, O, C, S) allo studio di rocce e acque, con
particolare interesse all'utilizzo dello strumento isotopico come
indicatore di sorgente o processo in bacini fluviali impattati
dall'attività antropica odalla presenza di attività mineraria. Lo
strumento geochimico isotopico è stato applicato alla
caratterizzazione delle piogeg nell'area di Bologna. Ricerche
sviluppate in collaborazione con CNR-IGG sede di Pisa, Università
di Parma, Università di Genova.
tefrocronologia: caratterizzazione composizionale di livelli
vulcanoclastici in successioni marine, lacustri e continentali come
strumento di correlazione e datazione. Le ricerce sono state
condotte su carote adriatiche e sono in estensione anche alla zona
del Mar Ionio. Ricerche condotte in collaborazione con ricercatori
del CNR-ISMAR sedi di Bologna e Ancona.
biogeochimica: bioaccumulo di metalli in organismi. Il
bioaccumulo di metalli in vegetali è stato studiato in siti
minerari abbandonati e su substrati particolari,in colalborazione
con ricercatori del Dipartimento di Biologia Evoluzionistica e
Sperimentale e con ricercatori dell'Università Autonoma di
Barcellona. Lo studio del bioaccumulo di Cu e CrVI dopo esposizione
in condizioni controllate nel lombrico
Eisenia andrei è
stato sviluppato in collaborazioni con ricercatori del CIRSA per
integrare le risposte fisiologiche ottenute. Il bioaccumulo in
organismi sentinella (
Mytilus galloprovinicialis) integra le
valutazioni di tipo biologico su organismi esposti in contesti
impattati ed è stato applicato in diverse situazioni in
collaborazione con colleghi del CIRSA.