Parole chiave:
Metodo delle Celle
Meccanica della frattura
Approcci non-locali
Calcestruzzo
Viscosità
Leggi efficaci
Muratura
Generatori di mesh
Meccanica del danno
Stampa 3D
Ingegneria sismica
Approcci DEM
Meccanica del continuo, sperimentazione dei materiali dei modelli e
delle strutture, metodi non distruttivi, identificazione delle
proprietà efficaci dei materiali fragili, materiali compositi,
meccanica della frattura, meccanica computazionale, elaborazione di
codici di calcolo per l'analisi dei percorsi di frattura tramite il
metodo delle celle, approcci non-locali, approcci meshless, stampa 3D.
Si introduce un legame tra i valori efficaci degli sforzi e delle
deformazioni. Il nuovo legame non ha formulazione meramente
analitica, ma deriva da un'estesa campagna sperimentale sul
comportamento in compressione dei materiali aggregativi, con stima
dello sviluppo del danno sotto carico. L'obiettivo è quello di
sanare su base sperimentale l'apparente divario tra le leggi medie
acquisite sperimentalmente e le leggi efficaci multiparametriche
che, da almeno un ventennio, vengono calibrate con precisione via
via crescente per la modellazione dei principali fenomeni associati
al comportamento strutturale dei materiali aggregativi. Uno sforzo
successivo è quello di definire un modello strutturale che non
necessiti della consueta calibrazione delle leggi efficaci
multiparametriche per contenere gli effetti scala. Viene sviluppato
un codice di calcolo al Metodo delle Celle (CM) in grado di
descrivere il percorso di propagazione di una frattura in modo
misto, sia per il caso di propagazione fragile che per il caso di
propagazione non fragile. La direzione di propagazione viene
determinata dal codice di calcolo ad ogni passo di propagazione in
funzione anche dell'alterazione allo stato tensionale indotto dalle
precedenti propagazioni. Il codice si avvale di una tecnica di
aggiornamento automatico della geometria del dominio all'avanzare
della fessura, con rigenerazione automatica della mesh. Il CM
lavora su due distinte mesh, una duale dell'altra. La prima mesh è
una triangolazione di Delaunay, la seconda è formata dai poligoni
di Voronoi costruiti sui circocentri della prima mesh.
Particolarmente delicata per il corretto funzionamento del codice è
proprio la fase di generazione della prima mesh, quando i domini da
trattare presentano enucleazione di fessure al contorno. Infatti,
la particolare conformazione delle nuove superfici libere che si
originano al propagare del crack rende inutilizzabili le procedure
di generazione di mesh triangolari dei più comuni generatori di
mesh. Il CM si presta particolarmente alla modellazione di
strutture composite, nella fattispecie, di mattoni e malta, in
quanto la formulazione discreta permette di analizzare domini di
materiale diverso, senza che insorgano problemi di interfaccia.
Anche le singolarità geometriche non costituiscono problemi
particolari nell'analisi dello stato tensionale in formulazione
discreta. Inoltre, i solidi murari possono essere studiati senza
dover far ricorso a tecniche di omogeneizzazione, semplicemente
assegnando a malta, mattoni e interfacce malta/mattoni le
rispettive proprietà costitutive. Il grado di dettaglio consentito
dalla modellazione CM è elevato, permettendo di cogliere gli
effetti d'interazione tra i singoli mattoni e di stimare quanto
queste interazioni si ripercuotano sulla direzione di propagazione
del crack in prossimità dei giunti. Inoltre, il codice è in grado
di stimare quanti siano e dove si trovino i punti di enucleazione,
rendendo possibile valutare l'interazione tra più crack che
propagano contemporaneamente. Essendo un metodo numerico che
fornisce una formulazione finita diretta delle equazioni di campo,
senza mai fare uso della formulazione differenziale, il CM conserva
una scala delle lunghezze intrinseca alla formulazione discreta che
viene derivata. Ciò consente di includere nella formulazione
discreta gli effetti non-locali senza dover operare sui legami
costitutivi dei materiali, che possono rimanere di tipo locale. Il
vantaggio ultimo è quello di poter descrivere l'effetto
dimensionale e l'effetto scala senza dover far uso di modelli
non-locali. Contrariamente a quanto accade con i modelli agli
elementi finiti, quindi, l'adozione di un codice CM permette di
scindere il concetto di non-località dal comportamento costitutivo,
fornendo un notevole contributo all'analisi non-locale della
meccanica della frattura, attualmente uno dei temi di maggior
rilievo in ambito scientifico internazionale. Una delle principali
problematiche ambientali d'attualità riguarda lo smaltimento dei
pneumatici a fine uso (PFU) che, a partire dal 2006, non possono
più essere accumulati in discarica. Tra le varie proposte di
riutilizzo dei PFU, vi è anche quella di includere il granulato di
gomma derivante dalla frantumazione del PFU nel mix design delle
malte cementizie ad uso strutturale. Le proprietà meccaniche dei
calcestruzzi additivati con PFU sono ancora oggetto di studio. I
primi risultati sembrano indicare una maggiore deformabilità e
minori resistenze caratteristiche rispetto ai calcestruzzi normali.
D'altra parte, la tecnica autocompattante permette un discreto
recupero di resistenze caratteristiche, al punto da rendere i
calcestruzzi con PFU adatti ad usi strutturali. In particolare, la
maggiore deformabilità rende i calcestruzzi con PFU particolarmente
adatti per le sovrastrutture aeroportuali, in sostituzione delle
attuali miscele bituminose, affette da numerose cause di
ammaloramento.