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Emanuele Menegatti

Professore ordinario

Dipartimento di Sociologia e Diritto dell'Economia

Settore scientifico disciplinare: IUS/07 DIRITTO DEL LAVORO

Presidente del Consiglio di Campus di Forlì

Temi di ricerca

Parole chiave: salario minimo - regolamentazione Gig-Economy, condizioni di lavoro Unione Europea, Azione sociale

- Il salario minimo 

Il salario minimo, nella sua veste di regolazione del mercato del lavoro finalizzata al contrasto del fenomeno della povertà lavorativa (c.d. in-work poverty), è misura che trova spazio nelle fonti sovranazionali del diritto del lavoro e diffusione in pressoché tutti gli ordinamenti nazionali. Tra questi anche l’ordinamento italiano dove, però, l’istituto assume una veste del tutto peculiare. Tanto in assenza di una contrattazione collettiva con efficacia erga omnes, quanto di una legislazione sui minimi salariali, è stata la giurisprudenza a farsi carico del problema di garantire a tutti i lavoratori la retribuzione proporzionale e sufficiente prevista dalla Costituzione all’art. 36. Lo ha fatto attraverso un’operazione eccezionale e creativa, dagli esiti non pienamente soddisfacenti e sempre più in difficoltà di fronte alle recenti trasformazioni del mercato del lavoro e delle relazioni industriali. È con ogni probabilità, dunque, giunto il momento di valutare anche per l’Italia l’introduzione per via legislativa di una misura salariale minima. Una soluzione che, se adeguatamente configurata, adattando allo scopo i suggerimenti che provengono dal quadro comparato, potrebbe recare un positivo impatto sul reddito dei lavoratori più poveri e, al tempo stesso, costituire un nuovo utile supporto per l’azione della contrattazione collettiva salariale

- Il lavoro nella gig-economy

Secondo una definizione abbastanza condivisa la c.d. gig-economy fa riferimento principalmente a due forme di lavoro: crowd work e work-on-demand via app. Entrambe coinvolgo lavoro organizzati da una piattaforma digitale, secondo schemi relativamente nuovi. Secondo recenti studi le condizioni di lavoro nella gig-economy sono sotto pressione, soprattutto perché questi lavoratori sono inquadrati come autonomi e quindi esclusi dalle tutele fornito dal diritto del lavoro. La ricerca di soluzioni volte a garantire un minimo di protezione sociale ai lavoratori coinvolti nella gig-economy appare di primaria importanza, soprattutto alla luce della sua crescente diffusione.

- Le prospettive per il rilancio dei diritti sociali nell'Unione Europea post-crisi e post-Brexit

Le condizioni di lavoro sono state messe a dura prova dalla crisi, anche per via degli indirizzi di politica economica intrapresi dall'Unione: austerity e internal devaluation. Ora che la crisi è finita ed alla luce del cambiamento di assetto che la Brexit darà all'Unione, è probabilmente venuto il momento di pensare ad un rilancio dell'azione sociale della UE. L'iniziativa della Commissione "European Pillar of Social Rights" è certamente la più rilevante in questo senso. 

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