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Davide Bertaccini

Professore associato

Dipartimento di Scienze Giuridiche

Settore scientifico disciplinare: IUS/17 DIRITTO PENALE

Contenuti utili

Guida per i laureandi (versione 2021.05)

GUIDA PER I LAUREANDI

(versione 2021.05)

Prima fase: richiesta tesi

I.1. La tesi può essere richiesta anche in anticipo rispetto al completamento degli esami, ma prima del loro esaurimento è in genere consentito solo discutere l’argomento da sviluppare e il percorso di preparazione.

I.2. Non esistono liste di assegnazione e/o criteri di preferenza.

Non è indispensabile aver frequentato le attività del corso, tuttavia è necessario aver superato l’esame di profitto, ovvero dimostrare un’adeguata conoscenza altrimenti maturata dei fondamenti relativi alla materia prescelta, quindi non è sufficiente mostrare un sincero coinvolgimento nel settore individuato.

Non esiste un tempo minimo che venga richiesto per svolgere l’intero percorso di tesi, ma un periodo medio da considerare orientativo va da 3 a 6 mesi di tempo dedicato in via esclusiva al lavoro sulla tesi. Per tutto tale periodo, il laureando deve garantire la sua disponibilità a presentarsi settimanalmente al ricevimento, secondo la modalità indicata sul sito docente (bacheca avvisi).

I.3. L’argomento della tesi deve rispondere a un motivato interesse del laureando. Ci si può presentare con una o più idee in proposito, in modo da giungere a concordare la soluzione preferita tra quelle ritenute praticabili. Si procede a un opportuno confronto delle caratteristiche richieste dal lavoro sui temi ipotizzati o si forniscono degli eventuali consigli per letture di orientamento sulle tematiche discusse.

Non si riconosce particolare valore all’inseguimento della stretta attualità, bensì si apprezza un approccio personale nella declinazione del tema prefigurato, anche al di fuori di quelli affrontati negli incontri e nei materiali dell’esame. Piuttosto che consultare i titoli delle ultime tesi seguite (purtroppo pubblicati d’ufficio nella sezione didattica del sito docente), si consiglia di riflettere in particolare sulle proprie passioni e attitudini.

È possibile che il docente abbia prefigurato con altri colleghi dei potenziali argomenti di tesi in funzione di un comune progetto di collaborazione. In tal caso è cura del docente di informarne adeguatamente il laureando, al fine di valutare insieme l’eventuale interessamento e le altre condizioni di concreta prosecuzione.

I.4. Non si deve intraprendere alcuna iniziativa in merito all’eventuale ipotesi di correlazione, prima di aver sottoposto tale richiesta alle necessarie valutazioni del relatore.

I.5. Si è disponibili a partecipare come correlatore per progetti di tesi in altre discipline, solo dopo aver conosciuto dal laureando i dettagli dell’argomento prescelto e aver concordato col relatore il percorso della relativa collaborazione.

I.6. Al primo colloquio per la tesi si deve essere in grado di fornire indicazioni precise sugli esami sostenuti e quelli rimanenti, sulla media provvisoria e sulle inclinazioni professionali.

I.7. Le informazioni sugli adempimenti amministrativi e le relative scadenze del percorso di tesi vanno acquisite dalla segreteria studenti prima di presentarsi al ricevimento.

Seconda fase: preparazione tesi

II.1. Per la preparazione della tesi non vanno ricercati e adoperati altri modelli e criteri (anche se pubblicati sui siti dell’Ateneo e del Dipartimento) diversi dalle indicazioni presenti in questa guida.

II.2. Le fasi del lavoro di tesi sono essenzialmente quattro:

1) ricerca e acquisizione dei materiali (cosiddette fonti);

2) lettura e sistematizzazione dei loro contenuti;

3) trascrizione della bibliografia (ed eventuale sitografia) generale e predisposizione della complessiva struttura (cosiddetto indice sommario);

4) elaborazione del testo scritto.

Sebbene gli ultimi due punti possano apparire più significativi in funzione della produzione dell’elaborato di tesi, sono i primi due a doversi considerare più importanti in prospettiva della futura carriera dopo la laurea, quindi occorre dedicarvisi a tempo pieno e con serio impegno.

Non sono fornite indicazioni bibliografiche, né indici sommari, bensì vengono assicurati orientamento metodologico e supervisione contenutistica, a partire dalle indicazioni di questa guida e nel corso degli scambi nella successiva frequentazione.

II.2.1. Le fonti della tesi consistono di regola in opere bibliografiche (cosiddetta dottrina o letteratura), provvedimenti giurisprudenziali e amministrativi, altri tipi di materiali (ad esempio tavole statistiche, schede informative, organigrammi organizzativi, contributi audio-video). Ciascuna tipologia di fonte va individuata e ottenuta attraverso i relativi canali e strumenti di ricerca.

La ricerca sulle fonti inizia in genere dai commentari e dalle enciclopedie, con priorità ai contributi più recenti, quindi prosegue sugli altri volumi (monografie) e periodici (riviste), infine giunge alla giurisprudenza e alle altre fonti rilevanti per l’argomento prescelto.

I laureandi che non abbiano maturato precedenti esperienze con l’attività di ricerca sono tenuti a consultare le risorse informative presenti nel sito della nostra biblioteca giuridica Antonio Cicu (http://giuridica.sba.unibo.it/servizi), così da rivolgersi da subito e con consapevolezza presso le sue strutture (via Zamboni n. 27/29 e viale Filopanti n. 9), dove avere accesso a specifici servizi dedicati alle attività di ricerca (postazione di informazioni bibliografiche, servizio banche dati, corso teorico-pratico per gli strumenti della ricerca giuridica) e alle modalità di reperimento (consultazione online, consultazione in sede, prestito esterno, prestito interbibliotecario).

II.2.2. I materiali della ricerca che vengono rinvenuti vanno innanzitutto esaminati allo scopo di una prima valutazione delle loro caratteristiche e della loro utilità per il proprio progetto di tesi, così da potersi dedicare a ragion veduta alla relativa lettura e sistematizzazione in funzione della progressiva formazione di una struttura contenutistica del proprio elaborato.

I manuali, che di regola non sono lavori scientifici ma didattici, così come gli altri materiali su media generalisti, che in sostanza risultano non specialistici ma divulgativi, vanno tendenzialmente evitati, dovendo preferire degli stessi autori o sui medesimi argomenti le trattazioni in monografie, i contributi su periodici e le relazioni a convegni, ovvero sapendo rinvenire le altre fonti giurisprudenziali o ufficiali cui tali opere si riferiscano.

II.2.3. La bibliografia generale della tesi è composta soltanto dai contributi di cui si conosca almeno autore e titolo (a prescindere dalla forma cartacea o digitale), che siano ritenuti pertinenti allo sviluppo della tesi e che all’interno dell’elaborato di tesi (nel testo o nelle note) vi vengano citati quantomeno una volta.

I provvedimenti giurisprudenziali e amministrativi che vengono utilizzati vanno inseriti solo nel testo o nelle note, non nella bibliografia o nella sitografia finali.

Degli altri materiali comunque consultati e richiamati nel corso dell’elaborato va eventualmente riportato il sito di reperimento nella sitografia generale (che trova collocazione dopo la bibliografia generale), qualora rinvenuti in rete, altrimenti restano inseriti solo nel testo o nelle note, accompagnati dall’indicazione delle specifiche disponibili.

Il lavoro di ricerca e di riflessione sul materiale in argomento è finalizzato a stendere la struttura complessiva della tesi, che deve saper restituire in modo coerente e critico il filo ricostruttivo della propria rielaborazione delle conoscenze apprese.

Non esistono rigide regole sull’articolazione interna della tesi, in particolare non è obbligatorio includere un’introduzione e delle conclusioni (se non si ha intenzione di dar loro un senso compiuto), né rispettare un numero minimo o massimo di capitoli e di paragrafi, tuttavia è consigliabile non prevedere capitoli di uno o due paragrafi soltanto né paragrafi di poche righe o di decine di pagine (il cui contenuto può avere una distribuzione più armonica).

Prima di procedere con la scrittura della tesi, vanno presentati su file la bibliografia (ed eventuale sitografia) generale e l’indice sommario, impaginati mediante un qualsiasi programma di redazione documenti e con le specifiche formali dell’elaborato finale contenute nelle norme redazionali per la stesura della tesi per la prova finale del nostro corso (https://corsi.unibo.it/magistralecu/Giurisprudenza-Bologna/redazione-tesi-voto-finale).

II.2.4. La scrittura della tesi inizia con la preparazione e la consegna su file di frontespizio, indice, bibliografia e le prime 5 pagine di testo (tutte le parti del lavoro sempre impaginate secondo le norme redazionali e il modello tesi, reperibili all’indirizzo https://corsi.unibo.it/magistralecu/Giurisprudenza-Bologna/redazione-tesi-voto-finale, considerando prevalenti le eventuali diverse indicazioni della presente guida), in cui si deve dimostrare la piena padronanza nell’utilizzo del metodo scientifico, cioè la capacità di rendere conto delle fonti utilizzate e di dare voce alle posizioni incontrate nella ricostruzione critica dell’argomento prescelto, sforzandosi nel saper costruire un approccio personale.

Il testo deve rappresentare una matura rielaborazione, dal punto di vista sia linguistico (esporre con parole e costruzioni proprie) che contenutistico (evitare il mero elenco di tesi o critiche altrui), rispetto alle fonti studiate, di cui va dato atto nelle note a piè di pagina, che devono essere puntuali e complete, non solo per le citazioni dirette, ma per ogni passaggio argomentativo che trovi riferimento nei materiali utilizzati.

Dopo questo primo passaggio, finalizzato a verificare la comprensione e l’assimilazione delle presenti indicazioni, ogni settimana al ricevimento si consegnano le pagine prodotte dopo l’ultimo incontro e si ricevono revisionate quelle lasciate la settimana precedente (salvo diversa indicazione, consegna e revisione avvengono in formato digitale).

Non esiste una lunghezza minima dell’elaborato impaginato secondo i criteri formali sopra richiamati, comunque una dimensione media da ritenersi indicativa per una tesi magistrale è attorno alle 100 pagine.

II.3. Tra le principali indicazioni formali per la redazione del testo, va considerato che nel corpo del testo non devono essere lasciate righe o altri spazi vuoti prima e dopo i singoli periodi del testo.

Le citazioni letterali di poche righe vanno inserite tra virgolette e in corpo di testo, mentre quelle più lunghe possono venire trattate come paragrafi autonomi separati dal resto del testo.

Le parole comuni straniere vanno sempre scritte in corsivo, che siano in latino come in altre lingue correnti, mentre i brani di testo sempre in lingua straniera vanno comunque tradotti in italiano (si possono riportare in lingua originale nelle note a piè di pagina).

Nelle note a piè di pagina bisogna tendenzialmente riportare solo i riferimenti bibliografici e le altre informazioni utili, curando lo sviluppo di un unico filo discorsivo nel corpo del testo.

II.4. Di seguito i principali esempi per le indicazioni bibliografiche nella bibliografia finale del lavoro, che vanno seguiti con particolare attenzione (e che devono considerarsi prevalenti sul modello tesi scaricato):

– trattati monografici:

BERTACCINI Davide, La politica di polizia, Bononia University Press, Bologna, 2009.

BERTACCINI Davide e PAVARINI Massimo, L’altro diritto penale – Percorsi di ricerca sociologica sul diritto penale complementare nelle norme e nei fatti, Giappichelli, Torino, 2004.

– volumi collettanei:

BERTACCINI Davide, Cosa resta del folle-reo? Gli esiti provvisori e le questioni irrisolte nel processo di superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari, in Scritti in onore di Luigi Stortoni, a cura di Michele Caianiello, Francesca Curi, Marco Orlando Mantovani, Silvia Tordini Cagli e Valeria Torre, Bononia University Press, Bologna, 2016, pp. 117-141.

BERTACCINI Davide, Riflessione internazionale sugli ombudsman delle carceri, in I garanti (dalla parte) dei detenuti – Le istituzioni di garanzia per i privati di libertà tra riflessione internazionale ed esperienza italiana, di Desi Bruno e Davide Bertaccini, Bononia University Press, Bologna, 2018, pp. 13-79.

– voci enciclopediche:

BRICOLA Franco, Teoria generale del reato, in Novissimo Digesto Italiano, vol. XIX, 1973, pp. 7-93.

PAVARINI Massimo, Pena, in Enciclopedia delle Scienze Sociali, 1996.

– articoli su riviste:

DOLCINI Emilio, La pena ai tempi del diritto penale illiberale, in www.dirittopenalecontemporaneo.it, 22 maggio 2019.

MANES Vittorio, L’estensione dell’art. 4-bis ord.pen. ai delitti contro la P.A.: profili di illegittimità costituzionale, in Diritto Penale Contemporaneo, 2019, n. 2, pp. 105-122.

BERTACCINI Davide, Una rassegna disincantata sulla disciplina sostanzialistica della “riforma” penitenziaria, in L’Indice Penale (Sezione Online), 2019, n. 2, pp. 38-71.

BERTACCINI Davide, Polizia all’italiana. Note a margine di tendenze senza modello, in Criminalia, 2015, n. 10, pp. 211-229.

– contributi in atti:

BERTACCINI Davide, Punizione e trattamento: ragioni e limiti del binomio custodia-cura nei confronti dei tossicodipendenti, in Libertà dal carcere, libertà nel carcere – Affermazione e tradimento della legalità nella restrizione della libertà personale, a cura di Andrea Gaboardi, Alberto Gargani, Gaetana Morgante, Andrea Presotto e Marco Serraino, Atti del Quinto Ginnasio dei Penalisti, Pisa, 9-10 novembre 2012, Giappichelli, Torino, 2013, pp. 243-254.

II.5. Di seguito i principali esempi per le indicazioni sitografiche nella sitografia finale del lavoro:

– Ministero della Giustizia: www.giustizia.it

– Associazione Antigone – Per i diritti e le garanzie nel sistema penale: www.antigone.it

II.6. Nella bibliografia finale gli autori seguono l’ordine alfabetico, mentre più opere del medesimo autore quello temporale (dal più risalente al più recente).

Nelle singole citazioni (a piè di pagina) l’unica differenza rispetto alla bibliografia finale è che il nome dell’autore va indicato prima del cognome.

Per il resto, nel testo come nelle note non vanno mai utilizzate altre forme sintetiche dopo la prima citazione delle singole opere o in luogo di parti di esse (come id., ead., cit., op.cit., loc.cit., ivi, ibidem e simili), ma vanno sempre ripetute per intero.

Terza fase: discussione tesi

III.1. La discussione è finalizzata a dimostrare soprattutto l’impegno dedicato al lavoro di tesi e la maturità acquisita sul metodo di lavoro.

III.2. Il laureando non deve preparare discorsi in funzione della discussione di tesi, né si concordano domande che il relatore e l’eventuale correlatore andranno a formulare in sede di discussione.

Va perseguita la pertinenza e la genuinità delle risposte, rispetto alle questioni poste nell’ambito del confronto, che tra l’altro può vedere la partecipazione attiva anche del presidente e degli altri commissari con ulteriori quesiti o rilievi.

III.3. La durata media della discussione oscilla tra i 10 e i 20 minuti.

È opportuno prepararsi a saper rispondere su qualsiasi questione, di tipo generale come specifico, all’interno dei contenuti della tesi, partendo con la sintetica anticipazione dei confini e dei contenuti del tema, da esaurire in poche battute, per poi procedere nella complessiva illustrazione della tematica, sino al successivo quesito posto dall’interlocutore.

III.4. Non si anticipa al laureando il punteggio che il relatore presenta alla commissione per la decisione finale, dovendo tenere conto dell’andamento della discussione affrontata e dell’autonomia dell’organo collegiale.