Foto del docente

Daniele Bigi

Ricercatore confermato

Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari

Settore scientifico disciplinare: AGR/17 ZOOTECNICA GENERALE E MIGLIORAMENTO GENETICO

Temi di ricerca

Parole chiave: biodiversità genetica animale genomica microsatelliti DNA mitocondriale

Le linee di ricerca principali prevedono l'analisi della diversità genetica esistente nelle specie animali di interesse zootecnico. Le differenze genetiche esistenti tra le razze allevate in Italia e/o cosmopolite vengono valutate analizzando la variabilità presente a livello del DNA, sia genomico che mitocondriale.

Per quanto riguarda lo studio della variabilità presente nel genoma nucleare sono utilizzati dei marcatori microsatelliti e/o SNP specifici per ogni specie, che permettono di stimare le distanze genetiche esistenti tra le razze.

Lo studio del DNA mitocondriale viene eseguito sequenziando la regione D-loop che contiene la maggioranza dei polimorfismi esistenti nell'intero genoma mitocondriale oppure il DNA mitocondriale completo. Il sequenziamento è condotto su un tratto di DNA amplificato usando coppie di primer specifici per ogni specie. L'individuazione dell'aplotipo di ogni animale consente di effettuare un confronto individuale e tra le diverse razze.

L'attività zootecnica degli ultimi decenni è stata prevalentemente orientata verso un tipo di azienda specializzata, rappresentato essenzialmente dall'allevamento di razze cosmopolite che, grazie alle elevate produzioni quantitative, si sono progressivamente affermate acquisendo un netto predominio numerico. Le razze locali, caratterizzate da attitudini produttive più diversificate, sono state così abbandonate in maniera sempre più marcata e hanno subito una progressiva diminuzione della loro consistenza numerica: molte si sono estinte, altre sopravvivono in gruppi ristretti e in alcuni casi rischiano l'estinzione.

L'importanza della biodiversità degli animali in produzione zootecnica è oggi ampiamente riconosciuta, come dimostrano i programmi di conservazione messi in atto a livello mondiale dalla FAO e a livello nazionale da diversi Paesi. I motivi che spingono a preservare la biodiversità degli animali zootecnici sono di ordine culturale, biologico e zootecnico.

Le popolazioni animali autoctone sono un importante segno della storia e della cultura delle popolazioni rurali, rappresentano un materiale insostituibile per la ricerca scientifica nel campo della genetica e della etnologia poiché costituiscono una combinazione di geni non più ricostruibile una volta perduta, frutto di un lento processo selettivo, che le ha adattate ad un particolare sistema produttivo. Razze fino a poco tempo fa ritenute di poco valore sono in grado di soddisfare meglio eventuali cambiamenti nelle esigenze dei consumatori e negli standard qualitativi dei prodotti di origine animale, determinati da nuove conoscenze nel campo della nutrizione, da variazioni nelle abitudini alimentari, dall'affermarsi di nuovi stili di vita o da cambiamenti dettati da vincoli di carattere ambientale (come i cambiamenti climatici) ed etico.

Per poter impostare un programma di salvaguardia di queste razze/popolazioni, è necessario intraprendere ricerche che permettano di conoscerne la struttura genetica. Per questi studi si usano prevalentemente tre tipi di marcatori genetici: i microsatelliti, gli SNP e i polimorfismi del DNA mitocondriale. I primi due sono utili per la stima della variabilità genetica, della consanguineità e per l'analisi di paternità. I polimorfismi del DNA mitocondriale vengono invece utilizzati per la caratterizzazione delle linee femminili. Le linee di ricerca principali riguardano l'analisi della variabilità genetica del DNA nucleare tramite l'impiego dei microsatelliti e degli SNP e lo studio delle differenze di sequenza che si individuano nella regione D-loop del DNA mitocondriale.

Le ricerche sono condotte su alcune delle principali specie allevate: bovino, suino, cavallo, asino, pecora capra, ma anche tacchini, colombi, cani, considerando sia razze autoctone italiane, che razze cosmpolite.

L'analisi dei microsatelliti e degli SNP consente di calcolare le frequenze alleliche per ogni locus, l'equilibrio genetico della popolazione secondo Hardy-Weinberg e il grado di variabilità genetica della popolazione, misurabile attraverso il coefficiente di consanguineità, l'indice di eterozigosità e il Polymorphism Information Content. Inoltre, vengono calcolate le distanze genetiche e si arriva alla costruzione di alberi filogenetici, mettendo così in evidenza le relazioni esistenti tra le diverse razze.

Lo studio del DNA mitocondriale viene diretto principalmente sulla regione D-loop che contiene la maggioranza dei polimorfismi esistenti nell'intero genoma mitocondriale, ma anche su altri geni o sull'intera sequenza mitocondriale. L'individuazione dei singoli polimorfismi consente di evidenziare l'aplotipo di ogni animale che viene poi utilizzato per effettuare confronti, sia tra individui, che tra le razze. Anche in questo caso, vengono calcolate le distanze genetiche e si arriva alla costruzione di alberi filogenetici.

Ultimi avvisi

Al momento non sono presenti avvisi.