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Claudio Longhi

Professore ordinario

Dipartimento delle Arti

Settore scientifico disciplinare: L-ART/05 DISCIPLINE DELLO SPETTACOLO

Temi di ricerca

Nel suo lavoro di ricerca Claudio Longhi si è essenzialmente dedicato ad uno studio in prospettiva storica e teorica del Teatro del Novecento, indagando segnatamente: il trapasso dalla civiltà grandattorica al teatro di regia; la nascita, l'apogeo e la crisi delle istanze totalizzanti della regia Magistrale, le dinamiche di evoluzione del linguaggio drammaturgico contemporaneo (analizzato in particolare nelle sue relazioni con i codici narrativi e con la sintassi filmica), il vario fiorire di teorie teatrali che ha segnato la scena del secolo scorso. Nell'ambito delle sue ricognizioni storiche del teatro novecentesco, egli ha specialmente studiato la fortuna e le differenti declinazioni del teatro politico. 

Alla base delle ricerche teatrali di Claudio Longhi sta un'analisi del multiforme e contraddittorio sviluppo della drammaturgia novecentesca, letta attraverso le categorie della romanzizzazione bachtiniana e della teoria del montaggio cinematografica (si vedano a questo proposito i suoi volumi La drammaturgia del Novecento. Tra romanzo e montaggio e Tra moderno e postmoderno. La drammaturgia del Novecento). In una situazione peculiarissima come quella italiana, in cui l'avvento della regia ha coinciso con un insterilimento della scrittura per la scena, i suoi primi studi sulla drammaturgia del secolo scorso lo hanno spinto ad affrontare la questione "registica". Dopo una prima minuziosa analisi del teatro di Luca Ronconi (cfr.: L'«Orlando furioso» di Ariosto-Sanguineti per Luca Ronconi), la sua attenzione si è venuta progressivamente concentrando sulle strategie di superamento della regia magistrale e, sull'onda di questi studi, egli si è trovato a individuare in Aldo Trionfo una figura chiave per la comprensione del teatro italiano (ma non solo) a cavallo tra Otto e Novecento. Negli ultimi anni, la lettura attenta delle dinamiche della postregia lo ha spinto ad una conversione di interessi: le sue più recenti ricerche lo hanno infatti portato a superare, o quanto meno a problematizzare, il suo approccio usuale al linguaggio registico per rivalutare la figura dell'attore e la sua storia. In questa prospettiva, determinanti sono state le sue esperienze di collaborazione (tutt'ora in corso) con l'Archivio Multimediale degli Attori Italiani (database per il quale ha stilato le voci: Marisa Fabbri, Franco Branciaroli e Cesco Baseggio). Nel solco di questa nuova direttrice di studi è nata la sua monografia Marisa Fabbri: lungo viaggio attraverso il teatro di regia, articolato tentativo di tracciare un bilancio del teatro di tradizione italiano degli ultimi sessant'anni attraverso la ricostruzione dell'esperienza artistica di una grande attrice postasi al servizio della scena registica. Intersecando la sua lunga frequentazione della drammaturgia sanguinetiana (avviatasi nel '96 con la pubblicazione dell'edizione critica di Orlando furioso. Un travestimento ariostesco), l'inchiesta intorno all'esperienza di un'attrice "militante" come Marisa Fabbri è precipitata in un'attenzione tutta particolare dedicata alla definizione e alla decifrazione delle diverse forme del teatro politico contemporaneo. Nel lavoro di ricerca di Longhi, lo studio del teatro del Novecento tende a plasmarsi sul paradigma teorico di contrapposizione tra modernismo e postmodernismo e su di una lettura comparativa delle poetiche teatrali e delle principali direttrici del pensiero filosofico contemporaneo, specie di marca poststrutturalista e decostruzionista (cfr. la monografia: Metafisica e scrittura per la scena). Si ricorda infine che la ricerca di Claudio Longhi abbina ad un approccio storico-teorico alle forme del linguaggio teatrale, una ricognizione pratica delle stesse, fondata sulla diretta esperienza scenica dello studioso in qualità di regista.

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