1) Valutare la correlazione tra gli indici di infiammazione a
livello del sangue periferico (fibrinogeno, proteina C reattiva,
interleuchina 1 e 6, neopterina) e la vulnerabilita' della placca
coronarica nelle sindromi coronariche acute senza
sopraslivellamento del tratto ST; 2) Correlare gli indici di
infiammazioni a livello del sangue periferico con l'anatomia
coronarica nei pazienti con angina stabile e sindromi coronariche
acute con e senza sopraslivellamento e la prognosi a lungo termine
degli indici stessi; 3) Individuare il miglior percorso
diagnostico per la prevenzione degli eventi acuti nei pazienti
asintomatici con numerosi fattori di rischio cardiovascolare
mediante l'uso combinato delle tecniche non invasivi quali stress
test (ecostress, test da sforzo, scintigrafia miocardica,
coronaro-tomografia assiale computerizzata). 4) Studiare i link
fisiopatologici tra eventi coronarici acuti e depressione in
pazienti con fattori di rischio cardiovascolare.
1) Valutare la correlazione tra gli indici di infiammazione a
livello del sangue periferico (fibrinogeno, proteina C reattiva,
interleuchina 1 e 6, neopterina) nei pazienti con sindrome
coronarica acuta senza sopraslivellamento del tratto ST e con
documentata (angiografia coronarica) presenza di placche
aterosclerotiche coronariche, con le caratteristiche della
placca stessa. Se le placche cosiddette vulnerabili (placca
complessa all'angiografia coronarica) nelle sindromi coronariche
acute senza sopraslivellamento del tratto ST si associano ad una
maggiore attivita' infiammatoria rispetto alle placche non
vulnerabili (placche liscie all'angiografia coronarica). I
risultati di questo studio possono avere un risvolto non solo
fisiopatologico delle sindromi coronariche acute senza
sopraslivellamento del tratto ST ma anche e soprattutto
terapeutico, in quanto i pazienti che presentano elevati indici di
infiammazioni associati alle cosiddette placche coronariche
vulnerabili debbono essere trattati piu' intensivamente mediante
strategie terapeutiche invasive e mediante terapia farmacologica
piu' aggressiva.
2) Correlare gli indici di infiammazioni a livello del
sangue periferico con l'anatomia coronarica nei pazienti con
angina stabile e sindromi coronariche acute con e senza
sopraslivellamento e la prognosi a lungo termine degli indici
stessi; gli eventi che valuteremo saranno: decessi per
qualsiasi causa, decessi cardiache, infarto miocardico
acuto, riospedalizzazioni per cause cardiache. A T0 valuteremo
l'anatomia coronarica dei pazienti arruolati e gli indici di
infiammazione mediante prelievo di sangue periferico. Gli indici di
infiammazione che prenderemo in considerazione saranno la proteina
C reattiva e il fibrinogeno. Gli indici di infiammazione a livello
del sangue periferico dovrebbero correlarsi con la sindrome clinica
e con la prognosi a lungo termine indipendentemente dalla severita'
dell'aterosclerosi coronarica.
3) I fattori di rischio cardiovascolari tradizionali, quali
fumo, ipertensione arteriosa, diabete mellito, sono stati inseriti
in algoritmi per la valutazione del rischio degli eventi
cardiovascolari. Vi e' un notevole interesse nell'identificare le
persone che sono a rischio di sviluppare eventi cardiovascolari, e
che potrebbero quindi essere oggetto di misure preventive. Nello
scenario clinico vi sono molte indagini nella valutazione
dell'ischemia miocardia quali: ecg, ecg dinamico secondo holter,
test da sforzo, ecocardiogramma da stress, scintigrafia miocardia e
attualmente anche la tomografia computerizzata multistrato per lo
studio della patologia coronarica. Tuttavia queste teniche danno
informazioni diverse ed addizionali per la miglior gestione del
paziente asintomatico ma con alta probabilita' di eventi
cardiovascolari. Lo scopo delle mie ricerche e' quello di
individuare il miglior percorso diagnostico per la prevenzione
degli eventi acuti nei pazienti asintomatici con numerosi fattori
di rischio cardiovascolare mediante l'uso combinato delle tecniche
sopra riportate. Lo studio valuterà i decessi per qualunque causa e
gli eventi cardiovascolari maggiori: infarto miocardico fatale e
non, angina instabile, scompenso cardiaco, rivascolarizzazione
miocardia ed ictus. L'angina pectoris stabile, la claudicatio
intermittens, e gli attacchi ischemici transitori sono stati
classificati come eventi cardiovascolari "non maggiori". Queste
linee di ricerca potranno avere delle immediate ripercussioni
pratiche per medicina: infatti, verra' condotto su pazienti con
fattori di rischio cardiovascolare utilizzando piu' metodiche
diagnostiche, finora, utilizzati individualmente e solo per
determinati cardiovascolari selezionati. Inoltre consente di
individuare un percorso diagnostico di screening migliore nei
pazienti ad alto rischio di eventi cardiovascolare
4) Nel valutare le masse cardiache:pseudotumori, tumori primitivi benigni, tumori primitivi maligni e tumori maligni metastatizzanti a livello cardiaco. Le masse cardiache sono rare tuttavia in letteratura non vi sono molte ricerche su questo argomento. Focalizzeremo l'attenzione sulla clinica, sulla diagnostica e il trattamento.
5) valutare la fibrillazione atriale aspetti epidiemologici e terapeutici
6) Nell'individuare i link fisiopatologici tra depressione e
coronaropatia, studieremo una coorte di pazienti con fattori di
rischio cardiovascolare e senza ischemia miocardica (valutata
mediante test da sforzo). I pazienti verranno sottoposti ad
elettrocaridogramma dinamico per valutare la variabilita' della
frequenza cardiaca, alla valutazione della funzione endoteliale
mediante il doppler dell'arteria radiale e a prelievo di sangue per
valutare gli indici fi infiammazione periferica: proteina C
reattiva, interleuchina 1-6; alfa-tumor necrosis factor,
fibrinogeno. Inoltre cerceremo di valutare se tali indici
fisiopatologici possono "potenziarsi" fra loro nell'innescare e far
progredire il processo di aterosclerosi coronarica.