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Carmine Pizzi

Professore associato

Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche

Settore scientifico disciplinare: MED/11 MALATTIE DELL'APPARATO CARDIOVASCOLARE

Direttore Scuola di Specializzazione Malattie dell'Apparato Cardiovascolare (Di 68/2015)

Temi di ricerca

Parole chiave: Difunzione endoteliale Aterosclerosi coronarica Masse cardiache Fibrillazione atriale stratificazione di rischio angina a coronarie angiograficamente indenni

1) Valutare la correlazione tra gli indici di infiammazione a livello del sangue periferico (fibrinogeno, proteina C reattiva, interleuchina 1 e 6, neopterina) e la vulnerabilita' della placca coronarica nelle sindromi coronariche acute senza sopraslivellamento del tratto ST; 2) Correlare gli indici di infiammazioni a livello del sangue periferico con l'anatomia coronarica nei pazienti con angina stabile e sindromi coronariche acute con e senza sopraslivellamento e la prognosi a lungo termine degli indici stessi; 3) Individuare il miglior percorso diagnostico per la prevenzione degli eventi acuti nei pazienti asintomatici con numerosi fattori di rischio cardiovascolare mediante l'uso combinato delle tecniche non invasivi quali stress test (ecostress, test da sforzo, scintigrafia miocardica, coronaro-tomografia assiale computerizzata). 4) Studiare i link fisiopatologici tra eventi coronarici acuti e depressione in pazienti con fattori di rischio cardiovascolare.

1) Valutare la correlazione tra gli indici di infiammazione a livello del sangue periferico (fibrinogeno, proteina C reattiva, interleuchina 1 e 6, neopterina) nei pazienti con sindrome coronarica acuta senza sopraslivellamento del tratto ST e con documentata (angiografia coronarica) presenza di placche aterosclerotiche coronariche, con le caratteristiche della placca stessa. Se le placche cosiddette vulnerabili (placca complessa all'angiografia coronarica) nelle sindromi coronariche acute senza sopraslivellamento del tratto ST si associano ad una maggiore attivita' infiammatoria rispetto alle placche non vulnerabili (placche liscie all'angiografia coronarica). I risultati di questo studio possono avere un risvolto non solo fisiopatologico delle sindromi coronariche acute senza sopraslivellamento del tratto ST ma anche e soprattutto terapeutico, in quanto i pazienti che presentano elevati indici di infiammazioni associati alle cosiddette placche coronariche vulnerabili debbono essere trattati piu' intensivamente mediante strategie terapeutiche invasive e mediante terapia farmacologica piu' aggressiva.

 2) Correlare gli indici di infiammazioni a livello del sangue periferico  con l'anatomia coronarica nei pazienti con angina stabile e sindromi coronariche acute con e senza sopraslivellamento e la prognosi a lungo termine degli indici stessi; gli eventi che valuteremo saranno: decessi per qualsiasi causa, decessi cardiache, infarto miocardico acuto, riospedalizzazioni per cause cardiache. A T0 valuteremo l'anatomia coronarica dei pazienti arruolati e gli indici di infiammazione mediante prelievo di sangue periferico. Gli indici di infiammazione che prenderemo in considerazione saranno la proteina C reattiva e il fibrinogeno. Gli indici di infiammazione a livello del sangue periferico dovrebbero correlarsi con la sindrome clinica e con la prognosi a lungo termine indipendentemente dalla severita' dell'aterosclerosi coronarica.  

3) I fattori di rischio cardiovascolari tradizionali, quali fumo, ipertensione arteriosa, diabete mellito, sono stati inseriti in algoritmi per la valutazione del rischio degli eventi cardiovascolari. Vi e' un notevole interesse nell'identificare le persone che sono a rischio di sviluppare eventi cardiovascolari, e che potrebbero quindi essere oggetto di misure preventive. Nello scenario clinico vi sono molte indagini nella valutazione dell'ischemia miocardia quali: ecg, ecg dinamico secondo holter, test da sforzo, ecocardiogramma da stress, scintigrafia miocardia e attualmente anche la tomografia computerizzata multistrato per lo studio della patologia coronarica. Tuttavia queste teniche danno informazioni diverse ed addizionali per la miglior gestione del paziente asintomatico ma con alta probabilita' di eventi cardiovascolari. Lo scopo delle mie ricerche e' quello di individuare il miglior percorso diagnostico per la prevenzione degli eventi acuti nei pazienti asintomatici con numerosi fattori di rischio cardiovascolare mediante l'uso combinato delle tecniche sopra riportate. Lo studio valuterà i decessi per qualunque causa e gli eventi cardiovascolari maggiori: infarto miocardico fatale e non, angina instabile, scompenso cardiaco, rivascolarizzazione miocardia ed ictus. L'angina pectoris stabile, la claudicatio intermittens, e gli attacchi ischemici transitori sono stati classificati come eventi cardiovascolari "non maggiori". Queste linee di ricerca potranno avere delle immediate ripercussioni pratiche per medicina: infatti, verra' condotto su pazienti con fattori di rischio cardiovascolare utilizzando piu' metodiche diagnostiche, finora, utilizzati individualmente e solo per determinati cardiovascolari selezionati. Inoltre consente di individuare un percorso diagnostico di screening migliore nei pazienti ad alto rischio di eventi cardiovascolare

4) Nel valutare le masse cardiache:pseudotumori, tumori primitivi benigni, tumori primitivi maligni e tumori maligni metastatizzanti a livello cardiaco. Le masse cardiache sono rare tuttavia in letteratura non vi sono molte ricerche su questo argomento. Focalizzeremo l'attenzione sulla clinica, sulla diagnostica e il trattamento.

5) valutare la fibrillazione atriale aspetti epidiemologici e terapeutici

6) Nell'individuare i link fisiopatologici tra depressione e coronaropatia, studieremo una coorte di pazienti con fattori di rischio cardiovascolare e senza ischemia miocardica (valutata mediante test da sforzo). I pazienti verranno sottoposti ad elettrocaridogramma dinamico per valutare la variabilita' della frequenza cardiaca, alla valutazione della funzione endoteliale mediante il doppler dell'arteria radiale e a prelievo di sangue per valutare gli indici fi infiammazione periferica: proteina C reattiva, interleuchina 1-6; alfa-tumor necrosis factor, fibrinogeno. Inoltre cerceremo di valutare se tali indici fisiopatologici possono "potenziarsi" fra loro nell'innescare e far progredire il processo di aterosclerosi coronarica.