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Carlo De Maria

Professore associato

Dipartimento di Storia Culture Civiltà

Settore scientifico disciplinare: M-STO/04 STORIA CONTEMPORANEA

Temi di ricerca

Parole chiave: Autonomie territoriali e sociali Biografie, percorsi e networks Anarchismo e socialismo Associazionismo popolare, mutualismo, terzo settore Beni culturali, archivi e biblioteche Didattica della storia Public History

1) La storia del socialismo italiano ed europeo, con particolare attenzione al metodo biografico, alle scansioni generazionali e agli studi di genere;

2) gli ordinamenti e gli statuti dell’associazionismo popolare laico e cattolico nei secoli XIX-XX;

3) le forme dell’intervento sociale e pedagogico e il lavoro di comunità nell’Europa dell’entre-deux-guerres e del secondo dopoguerra;

4) le autonomie locali e i “territori della politica” nell’Italia contemporanea;

5) la crisi del welfare state, il Terzo settore e la sussidiarietà tra XX e XXI secolo;

6) alcuni aspetti della storia istituzionale e sociale del regime fascista, quali l’amministrazione delle biblioteche, lo sviluppo degli istituti tecnici industriali e i canali amministrativi della persecuzione antiebraica.

 

Alcune considerazioni sul percorso di ricerca

La mia attività di ricerca ha seguito vari temi strettamente correlati. In primo luogo la storia del socialismo italiano ed europeo, cui si collegano sia lo studio dell'associazionismo popolare laico e cattolico tra Otto e Novecento, sia le forme dell'intervento sociale ed educativo nel secondo dopoguerra. Non mancano, però, interessi che si distinguono da questo blocco socialismo-associazionismo-intervento sociale, ad esempio l'indagine di alcuni aspetti della storia politico-istituzionale del ventennio fascista e dell'Italia repubblicana. Per quanto riguarda il fascismo, ricordo il lavoro sull'amministrazione bibliotecaria (intrapreso durante gli studi post-dottorato presso la Scuola speciale per archivisti e bibliotecari di Roma e concretizzatosi con la pubblicazione, nel 2016, della monografia Le biblioteche nell'Italia fascista); quello sugli istituti tecnici industriali (svolto nel corso della collaborazione al progetto “Bologna: Una città per gli archivi”, che mi vide impegnato tra il 2007 e il 2011 a riordinare il fondo documentario degli Istituti Aldini-Valeriani); e ancora la ricerca sui canali amministrativi della persecuzione antiebraica, dove l'applicazione della legislazione antisemita è studiata dalla visuale del rapporto tra centro e periferia all'interno della macchina politica e amministrativa del regime. Per quanto riguarda, invece, l'Italia repubblicana mi sono dedicato soprattutto allo studio del sistema delle autonomie locali e dal ruolo giocato dai partiti politici nei confronti delle autonomie.

La mia produzione è sicuramente caratterizzata dai lavori di tipo biografico e quindi dai libri sull'intellettuale anarchico Camillo Berneri (FrancoAngeli, 2004), su uno dei massimi esponenti del riformismo italiano ossia Alessandro Schiavi (Clueb, 2008, premiato dalla Sissco nel 2009) e sulla pedagogista svizzera Margherita Zoebeli (Viella, 2015). Un taglio diverso hanno però la monografia sugli ordinamenti del mutuo soccorso in Romagna (Clueb, 2008), ricerca che ricevette il Premio Piancastelli a Forlì, e altri lavori, monografici e non, dedicati alle culture delle classi subalterne e alla storia politico-istituzionale di città, comuni e territori.

Le edizioni critiche di carteggi, diari e scritti scelti attraversano molti temi della mia ricerca e, in particolare, la ricostruzione di vicende biografiche e generazionali interne alla storia del socialismo. Alla pubblicazione della biografia di Alessandro Schiavi, ad esempio, sono arrivato passando attraverso un lavoro di anni dedicato alla curatela dei suoi carteggi e dei suoi diari (Lacaita, 2003-2004), e all'inventariazione e digitalizzazione di una parte del suo archivio. Qualcosa di simile è avvenuto nei miei studi sulla famiglia Berneri e, dunque, sull'esperienza e le reti dell'esilio antifascista (il riferimento è all'antologia di scritti e carteggi dedicata a Giovanna Caleffi Berneri, Un seme sotto la neve, Biblioteca Panizzi, 2010). Le edizioni critiche, per altro, sono centrali nel disegno complessivo della mia attività di ricerca: ricostruzione e interpretazione cercano sempre di ancorarsi a un paziente lavoro di scavo su varie fonti d'archivio e su testi a stampa di difficile reperibilità.

Appartengo a una generazione che ha vissuto, negli anni della propria formazione, la crisi dei partiti e delle loro ideologie. La fine dei partiti della “Prima repubblica” ha segnato il progressivo esaurirsi di un canone storiografico fino ad allora particolarmente fortunato in Italia: la storia dei (propri) partiti, ovvero una storiografia spesso ispirata o suggerita dalle strutture partitiche. Di fatto, molto raramente ci si occupava di una tradizione ideologica, di un partito politico o della biografia di un capopartito da “estranei”. Da questa fase di passaggio è scaturita una nuova stagione di studi, apertasi grosso modo tra anni Novanta e Duemila, che ha visto attenuarsi l'interesse, a lungo prevalente in Italia, per gli apparati politici e le organizzazioni di massa, lasciando spazio al recupero di percorsi biografici e di esperienze politiche fuori, o ai margini, della tradizionale dimensione partitica: storie individuali, reti amicali e di reciproco sostegno che fino a pochi anni prima erano state sostanzialmente dimenticate; autori, riviste e ambienti militanti del XIX e XX secolo a lungo marginalizzati dai classici del marxismo perché "eretici" o "eccentrici".

Al tramonto dell'approccio politico-partitico (la storia politica fatta sub specie di storia dei partiti) ha corrisposto la scelta sempre più frequente del metodo biografico, che non aveva fino a quel momento forti tradizioni nella storiografia del nostro paese. Si compì, insomma, un passaggio dalle “strutture” agli “attori”.

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