Nel suo complesso, la ricerca condotta nell'ultimo decennio si è
rivolta ai motivi e ai protagonisti dell'Umanesimo del
Quadrivio: non un altro umanesimo rispetto a
quelloletterario, artistico, 'civile' ricostruito dalla
storiografia otto-novecentesca, ma un'indagine volta a documentare
quanto le discipline e le concezioni scientifiche e filosofiche
abbiano saputo giovarsi dell'apporto di linguaggi, modelli,
esperienze maturati negli ambiti della filologia, delle arti
sermocinali, delle tecniche e delle 'arti del disegno', e come
aprendo a nuovi criteri e metodi il concetto stesso di
epistème, abbiano contribuito al multiforme rinnovamento
rinascimentale. L'obiettivo è stato ed è quello ricostruire gli
intrecci e gli imprestiti tra ambiti tradizionalmente separati del
sapere e del saper fare degli uomini al fine di focalizzare - in
tale intreccio - la peculiarità stessa del Rinascimento e il
contributo teorico che ha fornito alla modernità. Un
rinascimento dai confini temporali e geografici flessibili, inteso
non semplicemente come segmento cronologico, né come 'scuola', ma
quale combinatoria di esperienze, concetti, linguaggi, saperi
speciali (letterario, storico, politico-giuridico, medico,
matematico, fisico, teorico-artistico, religioso) dei quali la
filosofia non è sempre luogo fondazione teorica, ma spesso vincolo,
collettore, mediatore e organo unificante.
Le ricerche che in questo quadro si sono inserite, possono essere
organizzate intorno a tre nuclei tematici principali, tra loro
strettamente intrecciati: a) lo studio della tradizione
enciclopedica nell'età moderna nelle molteplici accezioni di
metodo, sistema, catalogo ragionato delle arti e delle scienze,
ecc.; b) la riflessione sulle teorie della conoscenza e la
costruzione di un “nuovo organo” del sapere e del “saper fare”; c)
la filosofia simbolica della prima età moderna.
A questi temi di indagine è stato affiancato un approfondimento
della storia della storiografia filosofica, con particolare
attenzione ai movimenti rinascimentali e alle discussioni in ordine
alle origini della modernità. Tale studio ha affrontato in special
modo: Aby Warburg e la Kulturwissenschaft; Lucien Febvre,
l'esperienza francese delle "Annales" e la storia delle mentalità;
Ernst Cassirer e la filosofia delle forme simboliche.
Lo studio della tradizione enciclopedica e, più precisamente,
dell'analisi delle concezioni filosofiche, logiche, epistemologiche
sottese ai modelli e alle modalità di ricomposizione del sapere, è
proceduta a ritroso dall'Encyclopédie francese del
Settecento fino alla rinascita umanistica di una
encyclio-paideia. La caratterizzazione che si è cercato di
dare a queste ricerche consiste nel considerare i "modelli
enciclopedici" in quanto strumenti e manifestazioni ("forme") di
percorsi di elaborazione e costruzione di una tradizione culturale
e/o di una mentalità.
Una prima fase di questa ricerca ha riguardato la struttura teorica
e metodologica riconoscibile entro i programmi delle istituzioni
scientifiche del XVIII secolo, con particolare attenzione allo
statuto delle discipline e ai loro rapporti rispettivi, nonché al
ruolo centrale assunto dalla filosofia della natura. Attinenti a
questo ambito i lavori sull'organizzazione disciplinare e gli
sviluppi della scienza sperimentale nell'Istituto e nell'Accademia
delle Scienze di Bologna intrapresi negli anni Ottanta-Novanta
L'esperienza di ricerca sull'Istituto marsiliano e il
rapporto stretto tra concezione teorica e struttura materiale e
architettonica del “contenitore” dell'istituzione stessa, hanno
suggerito un confronto tra formule enciclopediche consegnate a
generi tra loro diversi - libri a carattere enciclopedico,
biblioteche, curricula degli Studia e dei collegi
universitari, programmi di imprese editoriali, accademie, cicli
pittorici con intenti didattici e a discipline volta a volta
caricate di funzioni meta-disciplinari o sovra-disciplinari.
L'attenzione si è focalizzata su quell'aspetto dell'enciclopedismo
moderno che concerne non solo gli assetti ma anche, e soprattutto,
le dinamiche tra le discipline e l'individuazione di criteri
unitari di interpretazione e di controllo della realtà da parte del
sapiente. Centrali i temi del metodo, della dialettica e della ars
memoriae nella cultura filosofica cinquecentesca. Inclusi in questo
asse di ricerca, anche gli studi sulle declinazioni more
encyclopaedico dell'architettura e delle architettoniche
cinquecentesche, ispirate alle edizioni umanistiche e ai commenti
al De architectura. Questi studi, iniziati con le
indagini sul Commento di Daniele Barbaro al De
architettura, sono valsi l'aggregazione, prima in qualità
di "membre associé" e poi come “membre statutarie”, al Centre
d'Histoire de la Philosophie Moderne del CNS (dir. Yves-Charles
Zarka) e, successivamente al trasferimento della Equipe de
Recherche sur la Modernité alla UPR 76, al Centre Jean Pépin della
medesima UPR (dir. Marie Odile Goulet-Cazé e, dal 2007, Pierre
Caye). Su questi nuclei tematici si è successivamente consolidata
la collaborazione con il Groupe THETA (Théories et Histoire de
l´Esthétique, du Technique et des Arts CNRS, UPR 76) e, a partire
al 2007, la partecipazione (e la direzione del gruppo di lavoro
italiano) del progetto internazionale GDRI “Artistic Knowledge and
Art Treatises from Renaissance to the Enlightenment” (UPR 76 -
CNRS, Université Paris I-Sorbonne, Université Paris VIII, l'Ecole
nationale des chartes, Universita di Bologna, Russian Academy
of Sciences, Department of romance languages and literatures -
University of Chicago); progetto del resto rinnovato per il periodo
2012-2014.
Questa ricerca è proseguita con i sondaggi su Leon Battista Alberti
e su filosofi e letterati tra Quattro e Cinquecento. Si collocano
in questo ambito di ricerca anche le lezioni tenute all'Univerité
Paris X – Nanterre (oggi Paris Ouest Nanterre La Défense) e
all'Ecole Nationale Supérieure de Beaux Arts di Parigi (aa
2005-2006), nonché gli esordi del del progetto europeo del CNRS
GDRI-STAR relativi al censimento delle glosse, dei marginalia
e delle interpolazioni filosofiche nelle edizioni umanistiche
(manoscritte e a stampa) del De architectura di
Vitruvio.
Gli studi sull'enciclopedismo, inteso quale modello e forma
dell'organizzazione di un sapere unitario o unificabile, hanno
sollecitato un'indagine sulle condizioni – metafisiche,
logiche, metodologiche – dell'unità o dell'unificazione di ambiti
disparati della conoscenza. Tale approfondimento può essere
distinto in 2 diversi segmenti di ricerca, anch'essi complementari
e intrecciati: la methodus unica e l'unità del sapere
dianoetico; l'immaginazione produttiva e il diakosmos
neoplatonico.
La polemica contro la paideia scolastica, la ricerca di una
logica comune a tutto lo scibile contro le “due logiche” della
tradizione aristotelica, la riconsiderazione dei rapporti tra
logica e dialettica e l'invenzione di un metodo conoscitivo e
dimostrativo unitario fondato sull'unità della ragione umana, sono
motivi che hanno trovato uno sbocco importante nello studio
dell'opera di Pierre de La Ramée e della sua proposta riformatrice.
D'altro canto, le connessioni a poco a poco emerse, tra
l'istituzione della methodus e della dottrina della
“dispositio dialectica”, da un lato, il programma di riforma del
sapere e della formazione universitaria, dall'altro, hanno fatto
emergere, accanto ai presupporti logici e antropologici di una
scienza usagère, un'inattesa rete di relazioni culturali e
personali che connette una cerchia di intellettuali diversi per
formazione (letterati, scienziati, filosofi, funzionari pubblici,
medici, giuristi, ecc.) vicini alle istanze metodologiche del
ramismo e fortemente solidali rispetto alle concezioni riformatici
del maestro piccardo. A questa cerchia polarizzata intorno
all'insegnamento, oltre che di Ramo, di Charles de Bouelles,
Guillaume Postel, Jacques Léfevre d'Étaples, Guillaume Budé,
Bernardo Lavinheta, alla poesia scientifica della Pléiade e dei
poeti lionesi, alle accademie letterarie fiorite sotto
Francesco I e Caterina de' Medici, si è indirizzata una ricerca
decennale interessata a sondare i tratti peculiari di un umanesimo
francese ispirato a Ficino, Giovanni Pico, Poliziano, Pontano, ma
non interamente riducibile a quell'ispirazione. Gli esiti di questo
lavoro che ha inevitabilmente intrecciato “ramismo” ed
enciclopedismo rinascimentale, hanno portato ai due volumi,
pubblicati da Olschki nel 2008 su Metodo ed enciclopedia nel
Cinquecento francese, Firenze, Olschki, 2008; il
secondo volume, dal titolo I Tableaux di Savigny, contiene
l'edizione critica dei Tableaux accomplis de tous les arts
liberaux, con apparato filologico, fonti e luoghi paralleli,
note al testo, traduzione italiana, di quello che è risultato uno
dei primissimi esempi (se non il primo in assoluto) di
“enciclopedia moderna”, nonché l'esemplare più “fedele” di una
concezione ‘enciclopedica' ispirata alla dottrina di Pietro Ramo.
Nel suo insieme, la ricerca ora consegnata ai due volumi, ha
permesso di localizzare nel quadro del pensiero ramista,
l'incunabolo dell'enciclopedismo moderno: la formalizzazione
di un sapere destinato a essere sottratto al monopolio di élites
accademiche e monastiche che accedono alle scientiae nella
loro esclusiva dimensione teoretica e speculativa e tale invece da
potere corrispondere alle esigenze di un nascente ceto borghese,
interessato a un sapere di alta complessità, ma applicabile alle
funzioni e alle attività del vivere civile; un ideale progressivo
della scienza e delle sue acquisizioni, e quindi una concezione
aperta, dinamica, provvisoria, dell'ordinamento delle discipline
entro il collettore-enciclopedia; la sperimentazione di una
combinatoria di principi, leggi, simboli, linguaggi (non
estranea alla tecniche logiche di ascendenza lulliana diffuse da
Bernardo de Lavinheta, Pierre Grégoire, Symphorien Champier), atta
a corrispondere ai principi di un'economia del pensiero così da
rendere il sapere e le scienze accessibili al maggior numero di
utenti nel tempo più ristretto. Infine, l'idea di un sapere
pluridisciplinare - in certo senso ancora sensibile al miraggio
della sua stessa universalità – ma impossibile a essere prodotto da
un ideale e solitario sapiente-pansofo e quindi demandato a
un'équipe di scienziati contemporaneamente impegnati su fronti
diversi del sapere dell'ultimo Cinquecento. E' emersa una corrente
francese del ramismo e dell'enciclopedismo di ispirazione ramista,
molto diversa, nelle intenzioni e negli esiti, rispetto alle
correnti sistematiche semi-ramiste o filippo-ramiste, che avranno
ampia diffusione del corso del XVII secolo, specie nell'Europa
Riformata (Timpler, M. Martini, Goclenius, Alsted, ecc.) Questa
ricerca su Pietro Ramo e sulla generazione dei suoi allievi
diretti, sul “nuovo organo” che afferma e diffonde nella seconda
metà del XVI secolo e sulle peculiarità che assume, ha avuto ampia
e favorevole accoglienza in Francia ove è stata illustrata e
discussa nell'ambito di convegni e di discussioni su riviste.
Nell'intreccio tra la costellazione dei motivi e delle fonti emerse
nello studio su Daniele Barbaro e i circoli filosofici veneziani e
padovani (supra, a.3) e sulla scia degli argomenti sollevati dalla
logica sive dialectica di Pietro Ramo, si colloca un
ulteriore ambito di approfondimento: quello della rilevanza del
pensiero neoplatonico nella discussione cinquecentesca in ordine
alle matematiche e all'immaginazione produttiva. Da questo
approfondimento è emersa un'interessante simmetria tra dialettica e
dimostrazione geometrica, sodalizio essenziale - a partire dai
primi anni del XVI secolo - per definire i criteri di una teoria
generale della conoscenza e della dimostrazione destinata proporsi
come alternativa efficace e coestesa alla logica dimostrativa
aristotelica. I risultati di questo percorso di ricerca, al centro
del quale è stato posto il concetto-immagine di mediomondo
(diakosmos), sono stati pubblicati negli ultimi 10 anni, ma
hanno alle spalle gli studi e le attività condotte presso il
Warburg Institute, sotto la direzione di Raymond Klibansky, negli
anni di dottorato.
Sapere dianoetico, concetto-immagine di diakosmos,
definizione di un sapere produttivo e carattere non
meramente riproduttivo o speculare rispetto al dato naturale,
rivelato e/o esperito, e la stessa influenza nel Cinquecento
del neoplatonismo e di Proclo in particolare, hanno avuto un
ulteriore approfondimento nell'esame dei rapporti tra arti (saperi
produttivi) e scienza (sapere teoretico). Un'arte della
scienza, si potrebbe dire capovolgendo in termini problematici
il titolo del libro di Martin Kemp, The Science of Art
(1990), giacché l'arte (cioè le tre vasariane ‘arti del disegno',
nel loro insieme) si trova a fornire non un repertorio di
immagini o di metafore utili alla comunicazione, ma un paradigma
funzionale a un sapere insieme umano, dianoetico, produttivo. La
funzione proiettiva dell'immaginazione e la matematica dianoetica
difesa dai geomètri “euclidei” stricto e lato sensu
tra Quattro e Cinquecento (Cusano, Bovillus, Giorgio Valla,
Francesco Barozzi, Postel, Jacques Péletier du Mans, John Dee,
Girolamo Cardano, ecc.) sono state analizzate sullo sfondo delle
consapevolezze produttive e non ri-produttive dei teorici delle
arti del disegno (Alberti, Brunelleschi, Piero della Francesca,
Leonardo).Questa ricerca è stata accompagnata dalla riflessione
sulle Pathosformeln e la Kulturwissenschaft di Aby
Warburg, sulla storia delle immagini di Fritz Saxl e
sull'iconologia di E. H. Gombrich.
La ricerca condotta su contesti, autori e discipline
protagoniste dell'Umanesimo del Quadrivio: si è
organizzata intorno a tre nuclei tematici principali, tra
loro strettamente intrecciati:
a) lo studio della tradizione enciclopedica nell'età moderna nelle
molteplici accezioni di metodo, sistema, catalogo ragionato delle
arti e delle scienze, ecc.;
b) la riflessione sulle teorie della conoscenza e la costruzione di
un “nuovo organo” del sapere e del “saper fare”;
c) la filosofia simbolica della prima età moderna.
A questi temi di indagine è stato affiancato un approfondimento
della storia della storiografia filosofica, con particolare
attenzione ai movimenti rinascimentali e alle discussioni in ordine
alle origini della modernità. Tale studio ha affrontato in special
modo: Aby Warburg e la Kulturwissenschaft; Lucien Febvre,
l'esperienza francese delle "Annales" e la storia delle mentalità;
Ernst Cassirer e la filosofia delle forme simboliche.
Tra i lavori pubblicati attinenti a questo ambito, si
segnalano: Antonio Banfi e « Studi Filosofici ».
Razionalismo critico e militanza, in Impegno per la
ragione: il caso del neoilluminismo, a cura di W. Tega,
Bologna, Il Mulino, 2010. 141 – 178; Cassirer interprete
del Moderno e Garin interprete di Cassirer, «Philosophia», 4
(2012), pp. 34-56; A propos d'une conférence de Koyré sur
Jean Huss : parallèle méthodologique entre l'histoire des sciences
et l'histoire des idées in corso di stampa presso Vrin negli
Atti del « Colloque international : Vérité scientifique et
vérité philosophique dans l'oeuvre d'Alexander Koyré » (uscita
prevista, 2014).
a) Tradizione enciclopedica
Lo studio della tradizione enciclopedica e, più precisamente,
dell'analisi delle concezioni filosofiche, logiche, epistemologiche
sottese ai modelli e alle modalità di ricomposizione del sapere, è
proceduta a ritroso dall'Encyclopédie francese del
Settecento fino alla rinascita umanistica di una
encyclio-paideia. La caratterizzazione che si è cercato di
dare a queste ricerche consiste nel considerare i "modelli
enciclopedici" in quanto strumenti e manifestazioni ("forme") di
percorsi di elaborazione e costruzione di una tradizione culturale
e/o di una mentalità.
a.1) enciclopedia e istituzioni scientifiche
Una prima fase di questa ricerca ha riguardato la struttura
teorica e metodologica riconoscibile entro i programmi delle
istituzioni scientifiche del XVIII secolo, con particolare
attenzione allo statuto delle discipline e ai loro rapporti
rispettivi, nonché al ruolo centrale assunto dalla filosofia della
natura. Attinenti a questo ambito i lavori sull'organizzazione
disciplinare e gli sviluppi della scienza sperimentale
nell'Istituto e nell'Accademia delle Scienze di Bologna intrapresi
negli anni Ottanta-Novanta (si segnalano in particolare: L'Idea
dell'Istituto delle Scienze di Bologna, in Percorsi di
carta. I luoghi dei libri e dei documenti dalle accademie ai
computer, a cura di A. Varni, Bologna, Patron, 1995, pp.
85-106; L'Institut des Sciences de Bologna entre les “théâtres
du monde” et les laboratoires de la science expérimentale, in
Académies et Societés de pensée en Europe. 1650-1800. Formes et
modèles de la sociabilité savante, études réunis par D.-O.
Hurel et G. Laudin, Paris, Honoré Champion, Collection de Anthony
McKenna, 1999, pp. 177-197) ma mai abbandonati (tra i saggi più
recenti : « Con l'elmo in testa e la lancia in
mano ». L'architettura del sapere di Marsili, in
La Scienza delle Armi. Luigi Ferdinando Marsili 1658-1730,
Bologna, Pendragon, 2012, pp. 18-35; in corso di stampa
Meccanica della natura e dinamica del sapere nel progetto
dell'Istituto marsiliano nel volume miscellaneo dal titolo
Il mondo di Luigi Ferdinando Marsili viaggiatore e filosofo
della natura raccolto in occasione del terzo centenario della
fondazione dell'Istituto delle Scienze). Gli esiti della ricerca
sull'Istituto marsiliano, condotta in gran parte su documenti
d'archivio ebbero una prima sintesi nel volume pubblicato a
Bologna per Il Mulino, nel 1989 dal titolo Anatomie Accademiche
III. L'Istituto delle Scienze di Bologna. Il volume si compone
di un'ampia monografia (pp. 1-310) nella quale vengono ricostruiti
e confrontati il progetto e le articolazioni teoriche e
metodologiche dell'istituzione scientifica bolognese (a partire
dagli abbozzi che risalgono agli ultimi anni del Seicento) e la
vicenda filosofica, scientifica e istituzionale che effettivamente
caratterizzò l'Istituto nel corso del secolo dei Lumi; lo completa
un'appendice nella quale è ricomposto il “diario scientifico”
dell'istituzione tra il 1705 e il 1804 e sono trascritti documenti
settecenteschi (in gran parte inediti), giudicati testimonianze
dell'ideale filosofico e scientifico posto a fondamento della
stessa istituzione (pp. 313-573). Da un lato il forte legame con
aspirazioni pansofiche ampiamente rappresentate nel milieu
culturale bolognese e italiano tra tardo-rinascimento e Seicento e
dall'altro l'altrettanto solido rapporto con gli sviluppi più
recenti e innovativi della scienza europea, sono individuati come
tratti caratterizzanti di un programma teorico (prima ancora che di
un'esperienza scientifica) insieme originale e ‘ancipite' nel
panorama europeo.
a.2.) la rinascita umanistica dell'encyclo-disciplina:
archemastria, anatomia, ars memoriae
L'esperienza di ricerca sull'Istituto marsiliano e il
rapporto stretto tra concezione teorica e struttura materiale e
architettonica del “contenitore” dell'istituzione stessa, hanno
suggerito un confronto tra formule enciclopediche consegnate a
generi tra loro diversi - libri a carattere enciclopedico,
biblioteche, curricula degli Studia e dei collegi
universitari, programmi di imprese editoriali, accademie, cicli
pittorici con intenti didattici e a discipline volta a volta
caricate di funzioni meta-disciplinari o sovra-disciplinari. Per
quanto riguarda la relazione tra contenuto scientifico e
sapienziale e struttura ospitante, si veda, ad es. La domus
academiae, in Palazzo Bocchi, a cura di D. Ravaioli, M.
danieli, R. Dodi, Bologna, Minerva, 2006, pp. 8 – 20, ove il
programma accademico e simbolico dell'umanista Achille Bocchi
risulta simmetrico al progetto dell'edificio costruito per ospitare
il cenacolo dell'Hertmathena. Sull'esigenza di riforma dei
curricula universitari e della "disciplina filosofica” sulla
base di un ‘nuovo organo' fondato sull'unità della ragione umana,
si rimanda al recente: L'Université de tout le monde universel:
il progetto di Pietro Ramo, in Innovazione filosofica e
istituzione universitaria tra Cinquecento e Novecento /
Philosophical Innovation and the University from the 16th Century
to the Early 20th, a cura di G. Piaia, Cleur, Padova, 2011, pp.
71-93. Sulla versatilità di una dialettica, vuota di
contenuti ma proprio per questo valida ed efficace per
ricercare/produrre e comunicare una verità di ragione in
qualunque ambito del sapere umano, riformata rispetto alla
tradizione tardoscolastica e antica e caricata di funzioni
enciclopediche, si veda Dialecticae Praestantia et Divisio.
Achille Bocchi ad Antonio Bernardi, Illustrissimo filosofo, in
Antonio Bernardi della Mirandola (1502-1565). Un
aristocratico umanista alla corte dei Farnese, a cura di M.
Forlivesi, Firenze, Olschki, 2009, pp. 114 – 140.
Per quanto riguarda l'affermazione, nei primi decenni dell'età
moderna, di scienze ‘enciclopediche' e di discipline
organiche diverse da quelle della tradizione aristotelica e
tardo scolastica, si veda Archemastria e architettura del
sapere nel '500, in Tra antica sapienza e filosofia
naturale.La magia nell'Europa moderna, a cura di F.
Meroi, Firenze, Olschki, 2007, vol. I, pp. 282 – 305, saggio
dedicato alla disciplina (l'archemastria) eletta dal matematico e
mago elisabettiano John Dee a connettivo di tutto il sapere in
analogia con la encyclios disciplina vitruviana “uti corpus
unum ex his membris composita”. Per quanto riguarda l'anatomia e il
disegno anatomico eletti a mistura e paradigma di un sapere
coesteso alla humana sapientia si segnalano : La
medietas del corpo dell'uomo nel Rinascimento, «Philosophia», 1
(2009), pp. 155 – 180; La medietas du corps de l'homme à la
Renaissance, in Musica corporis. Savoir et arts
du corps l'Antiquité à l'Age Humaniste et Classique, éd
par F. Malhomme e E. Villari, Turnhout, Brepols, 2012,
pp. 179-199.
Alla riforma cinquecentesca dell'arte della memoria e alle funzioni
inventive-dimostrative che assume, sono stati dedicati lavori su
Giordano Bruno (tra i quali: La moltitudine di mezzi.
Immagini e ossimori in Giordano Bruno, in Uno/molti. Modi
della filosofia, a cura di A. Angelini e altri, Bologna,
Pendragon, 2004, pp. 13-50) e sulla memoria in ambito ramista
(Memoria e ramismo: l'enciclopedia di Savigny in attesa di
essere pubblicato negli atti del convegno “Enigmi della memoria.
Essere, conoscere, ricordare”, Firenze, Istituto nazionale di Studi
sul Rinascimento, 2005) oltre alle indagini presentate a convegni e
in parte pubblicate sul Theatro di Giulio Camillo (Cosmologia e
teatro del mondo: il caso di Giulio Camillo in Art et
science à l'âge classique, Éditions de l'Université de Paris X,
1997 pp. 65-79).
A questo argomento in particolare è stata dedicata la Summer School
“Tecniche e saperi della memoria. Intorno al fondo Young” (San
Marino, 2011) della cui direzione Annarita Angelini è stata
incaricata dall'Università di San Marino, Dipartimento della
Comunicazione - Centro di Studi sulla Memoria.
a.3. Ars edificatoria e
architettura del sapere
Nell'ambito di questa ricerca l'attenzione si è focalizzata
su quell'aspetto dell'enciclopedismo moderno che concerne non solo
gli assetti ma anche, e soprattutto, le dinamiche tra le discipline
e l'individuazione di criteri unitari di interpretazione e di
controllo della realtà da parte del sapiente.
I primi risultati di queste indagini sono stati presentati
nell'ambito di diversi convegni in Italia (in particolare
Università di: Roma La Sapienza, Pisa, Napoli Federico II, Napoli
L'Orientale, Urbino, Istituto Nazionale di Studi sul
Rinascimento-Firenze, Museo Galileo-Firenze e in Europa (Paris IV
Sorbonne; Paris X, Université François Rabelais di Tours; Warburg
Institute, Max Plank Berlin).
Tra i lavori pubblicati, si segnalano : The “Architecture” of
Encyclopedias 1550-1600”, in The Power of Images in the
Early Modern Science, ed. by W. Lefèvre, J. Renn, U. Schöpflin,
Basel- Boston, Birkhäuser, 2003, pp. 265-288; The Image of
the Tree of Knowledge in the 16th Century: from Metaphor to
Diagram, in Drawing from nature (in corso di
stampa). Benchè diversi nella scelta degli autori e dei temi,
tali contributi mettono in luce come strutture fisiche
indifferentemente naturali e artificiali, assolvano al compito di
“anima fabrefacta” al fine di aumentare la potenza dispositiva,
comparativa e classificatoria della mente.
Inclusi in questo asse di ricerca, gli studi sulle declinazioni
more encyclopaedico dell'architettura e delle
architettoniche cinquecentesche, ispirate alle edizioni umanistiche
e ai commenti al De architectura. Questi studi,
iniziati con le indagini sul Commento di Daniele Barbaro al De
architettura, sono valsi l'aggregazione, prima in qualità
di "membre associé" e poi come “membre statutarie”, al Centre
d'Histoire de la Philosophie Moderne del CNS (dir. Yves-Charles
Zarka) e, successivamente al trasferimento della Equipe de
Recherche sur la Modernité alla UPR 76, al Centre Jean Pépin della
medesima UPR (dir. Marie Odile Goulet-Cazé e, dal 2007, Pierre
Caye). Su questi nuclei tematici si è successivamente consolidata
la collaborazione con il Groupe THETA (Théories et Histoire de
l´Esthétique, du Technique et des Arts CNRS, UPR 76) e, a partire
al 2007, la partecipazione (e la direzione del gruppo di lavoro
italiano) del progetto internazionale GDRI “Artistic Knowledge and
Art Treatises from Renaissance to the Enlightenment” (UPR 76 -
CNRS, Université Paris I-Sorbonne, Université Paris VIII, l'Ecole
nationale des chartes, Universita di Bologna, Russian Academy
of Sciences, Department of romance languages and literatures -
University of Chicago); progetto del resto rinnovato per il periodo
2012-2014.
Questa ricerca è proseguita con i sondaggi su Leon Battista Alberti
e su filosofi e letterati tra Quattro e Cinquecento.
Gli esiti fino a ora prodotti sono affidati a: Architetti
del sapere. Il caso di Daniele Barbaro, in Le origini della
modernità I. Simboli e linguaggi del sapere tra XV e XVI
secolo, Firenze, Olschki, 1998, pp.123- 152; Bruno,
l'architettura e 'il terzo nome del gatto', in Con l'ali de
l'intelletto, a cura di F. Meroi e S. Bassi, Firenze, Olschki,
2005, pp. 87-116; L'architettura come "umbra d'un
sogno", in Il pensiero simbolico nella prima età
moderna, a cura di A. Angelini e P. Caye, Firenze, Olschki,
2007, pp. 57 – 93; Bruno: tra enciclopedia, architettura,
memoria e metodo, in Bruno nel XXI secolo. Interpretazioni e
ricerche, a cura di S. Bassi, Firenze, Olschki, 2012, pp.
38-60, e alla monografia Sapienza, Prudenza, Eroica virtù. Il
mediomondo di Daniele Barbaro, Firenze, Olschki, 1999 (pp.
****). Le tre edizioni del commento di D. Barbaro al De
architectura hanno guidato entro la cerchia dei matematici
padovani, degli allievi della Scuola di San Marco, degli ingegneri
dell'Arsenale Novissimo, delle accademie e delle stamperie
veneziane, entro un ambito di questioni e letture legate a un
umanesimo più europeo che italiano. Un ambito di ricerca che per un
verso ha messo in luce le strette implicazioni tra meccanica (più
in generale, tra le technai), metafisica e logica e, con
quelle, la profonda e programmatica alterità rispetto
all'esperienza dei pratici e degli empirici, per l'altro ha
permesso di riconoscere, nel commento umanistico, la sede
d'elezione di un ‘umanesimo universitario', idealmente contiguo
alle grandi sedi della cultura europea più che alle corti della
penisola italiana.
Si collocano in questo ambito anche le lezioni tenute all'Univerité
Paris X – Nanterre (oggi Paris Ouest Nanterre La Défense) e
all'Ecole Nationale Supérieure de Beaux Arts di Parigi (aa
2005-2006) sulla tradizione vitruviana entro la cultura filosofica
del Rinascimento europeo, nonché gli esordi del GDRI relativi al
censimento delle glosse, dei marginalia e delle interpolazioni
filosofiche nelle edizioni umanistiche (manoscritte e a stampa) del
De architectura di Vitruvio.
b). Teorie della conoscenza e nuovo organo del sapere
Gli studi sull'enciclopedismo, inteso quale modello e forma
dell'organizzazione di un sapere unitario o unificabile, hanno
sollecitato un'indagine sulle condizioni – metafisiche,
logiche, metodologiche – dell'unità o dell'unificazione di ambiti
disparati della conoscenza. Tale approfondimento può essere
distinto in 2 diversi segmenti di ricerca, anch'essi complementari
e intrecciati: la methodus unica e l'unità del sapere
dianoetico; l'immaginazione produttiva e il diakosmos
neoplatonico.
b.1)
La methodus unica
La polemica contro la paideia scolastica, la ricerca
di una logica comune a tutto lo scibile contro le “due logiche”
della tradizione aristotelica, la riconsiderazione dei rapporti tra
logica e dialettica e l'invenzione di un metodo conoscitivo e
dimostrativo unitario fondato sull'unità della ragione umana, sono
motivi che hanno trovato uno sbocco importante nello studio
dell'opera di Pierre de La Ramée e della sua proposta riformatrice.
D'altro canto, le connessioni a poco a poco emerse, tra
l'istituzione della methodus e della dottrina della
“dispositio dialectica”, da un lato, il programma di riforma del
sapere e della formazione universitaria, dall'altro, hanno fatto
emergere, accanto ai presupporti logici e antropologici di una
scienza usagère, un'inattesa rete di relazioni culturali e
personali che connette una cerchia di intellettuali diversi per
formazione (letterati, scienziati, filosofi, funzionari pubblici,
medici, giuristi, ecc.) vicini alle istanze metodologiche del
ramismo e fortemente solidali rispetto alle concezioni riformatici
del maestro piccardo. A questa cerchia polarizzata intorno
all'insegnamento, oltre che di Ramo, di Charles de Bouelles,
Guillaume Postel, Jacques Léfevre d'Étaples, Guillaume Budé,
Bernardo Lavinheta, alla poesia scientifica della Pléiade e dei
poeti lionesi, alle accademie letterarie fiorite sotto
Francesco I e Caterina de' Medici, si è indirizzata una ricerca
decennale interessata a sondare i tratti peculiari di un umanesimo
francese ispirato a Ficino, Giovanni Pico, Poliziano, Pontano, ma
non interamente riducibile a quell'ispirazione. Gli esiti di questo
lavoro che ha inevitabilmente intrecciato “ramismo” ed
enciclopedismo rinascimentale, hanno portato ai due volumi,
pubblicati da Olschki nel 2008 su Metodo ed enciclopedia nel
Cinquecento francese: al milieu filosofico e culturale animato
dai primi fautori della filosofia e della riforma del metodo e
della logica di Pierre de La Ramée, è dedicata il volume
monografico Il pensiero di Pietro Ramo all'origine
dell'enciclopedismo moderno, Firenze, Olschki, 2008; il
secondo volume, dal titolo I Tableaux di Savigny, contiene
l'edizione critica dei Tableaux accomplis de tous les arts
liberaux, con apparato filologico, fonti e luoghi paralleli,
note al testo, traduzione italiana, di quello che è risultato uno
dei primissimi esempi (se non il primo in assoluto) di
“enciclopedia moderna”, nonché l'esemplare più “fedele” di una
concezione ‘enciclopedica' ispirata alla dottrina di Pietro Ramo.
Nel suo insieme, la ricerca ora consegnata ai due volumi, ha
permesso di localizzare nel quadro del pensiero ramista,
l'incunabolo dell'enciclopedismo moderno: la formalizzazione
di un sapere destinato a essere sottratto al monopolio di élites
accademiche e monastiche che accedono alle scientiae nella
loro esclusiva dimensione teoretica e speculativa e tale invece da
potere corrispondere alle esigenze di un nascente ceto borghese,
interessato a un sapere di alta complessità, ma applicabile alle
funzioni e alle attività del vivere civile; un ideale progressivo
della scienza e delle sue acquisizioni, e quindi una concezione
aperta, dinamica, provvisoria, dell'ordinamento delle discipline
entro il collettore-enciclopedia; la sperimentazione di una
combinatoria di principi, leggi, simboli, linguaggi (non
estranea alla tecniche logiche di ascendenza lulliana diffuse da
Bernardo de Lavinheta, Pierre Grégoire, Symphorien Champier), atta
a corrispondere ai principi di un'economia del pensiero così da
rendere il sapere e le scienze accessibili al maggior numero di
utenti nel tempo più ristretto. Infine, l'idea di un sapere
pluridisciplinare - in certo senso ancora sensibile al miraggio
della sua stessa universalità – ma impossibile a essere prodotto da
un ideale e solitario sapiente-pansofo e quindi demandato a
un'équipe di scienziati contemporaneamente impegnati su fronti
diversi del sapere dell'ultimo Cinquecento. E' emersa una corrente
francese del ramismo e dell'enciclopedismo di ispirazione ramista,
molto diversa, nelle intenzioni e negli esiti, rispetto alle
correnti sistematiche semi-ramiste o filippo-ramiste, che avranno
ampia diffusione del corso del XVII secolo, specie nell'Europa
Riformata (Timpler, M. Martini, Goclenius, Alsted, ecc.)
Questa ricerca su Pietro Ramo e sulla generazione dei suoi allievi
diretti, sul “nuovo organo” che afferma e diffonde nella seconda
metà del XVI secolo e sulle peculiarità che assume, ha avuto ampia
e favorevole accoglienza in Francia ove è stata illustrata e
discussa nell'ambito di convegni e di discussioni su riviste
(recensioni e note). Sollecitato anche da queste discussioni,
l'ulteriore sviluppo di questa ricerca, che ha approfondito
il radicamento di tale corrente filosofica nell'ambito del Collège
des Lecteurs Royaux (oggi Collège de France) e presso i circoli
culturali parigini; ricerca idealmente collegata all'asse a.1 sopra
descritto (enciclopedismo e istituzioni scientifiche), i cui esiti
sono stati pubblicati presso Les Editions Manicius di Parigi (PUF)
nel volume Tout le Savoir du Monde. Aux origines de
l'encyclopédie moderne. Avec édition critique et notes de Tableaux
accomplis de tous les arts et sciences de Savigny, (2012). In
appendice al volume l'edizione critica con note al testo (in lingua
francese) dei Tableaux accomplis di Savigny.
I criteri scelti per l'edizione critica di un testo a stampa
pubblicato in due edizioni successive (1587; 1615), sopravvissuto
fino a noi in pochi esemplari, differenti tra loro per le notevoli
varianti sono stati discussi in Italia e in Francia. Si segnalano:
« Philologie et Philosophie: les éditions de
Savigny », tema discusso al convegno in onore di Pierre
Magnard « Humanisme philologique et humanisme
philosophique» (Parigi, 2006); la presentazione dell'edizione
critica pubblicata presso Olschki al convegno « Les
encyclopédies et le transfert du savoir de l'Antiquité à nos
jours » (Paris, 2009); la relazione dedicata a Terza
dimensione di una edizione critica: il caso dei Tableaux accomplis
de tous les arts libéraux di Ch. De Savigny (1587)presentata al
convegno «La dinamica della scrittura. La dynamique de l'Écriture.
L'edizione scientifica del testo e del manoscritto: tecniche
finalità aspettative. L'édition scientifique du texte et du
manuscrit : techniques finalités enjeux » (Napoli, 2011).
Ancora su questi argomenti: Les « Tableaux de Savigny et la
pensée de Pierre de la Ramée à l'origine de l'encyclopédie
moderne, in Les Encyclopédies. Construction et circulation
du savoir de l'Antiquité à Wikipédia,sous la direction de M.
Groult, Paris, L'Harmttan, 2011, pp 203-221. Alle implicazioni
filosofiche connesse al progetto di riforma dei curricula
universitari presentato da Pierre de la Ramée, è dedicato anche
l'articolo L'Université de tout le monde universel: il progetto
di Pietro Ramo, in Innovazione filosofica e istituzione
universitaria tra Cinquecento e Novecento / Philosophical
Innovation and the University from the 16th Century to the Early
20th, a cura di G. Piaia e M. Forlivesi, Cleur, Padova, 2011,
pp. 71-93.
b.2.1 L'immaginazione produttiva e
il diakosmos neoplatonico: la matematica
Nell'intreccio tra la costellazione dei motivi e delle
fonti emerse nello studio su Daniele Barbaro e i circoli filosofici
veneziani e padovani (supra, a.3) e sulla scia degli argomenti
sollevati dalla logica sive dialectica di Pietro Ramo (supra
b.1). si colloca un ulteriore ambito di approfondimento: quello
della rilevanza del pensiero neoplatonico nella discussione
cinquecentesca in ordine alle matematiche e all'immaginazione
produttiva. Da questo approfondimento è emersa un'interessante
simmetria tra dialettica e dimostrazione geometrica, sodalizio
essenziale - a partire dai primi anni del XVI secolo - per definire
i criteri di una teoria generale della conoscenza e della
dimostrazione destinata proporsi come alternativa efficace e
coestesa alla logica dimostrativa aristotelica. I risultati di
questo percorso di ricerca, al centro del quale è stato posto il
concetto-immagine di mediomondo (diakosmos), sono stati
pubblicati negli ultimi 10 anni, ma hanno alle spalle gli studi e
le attività condotte presso il Warburg Institute, sotto la
direzione di Raymond Klibansky, negli anni di dottorato.
Tra le pubblicazioni scientifiche inerenti a quest'ambito si
segnalano, oltre ai già citati studi su Daniele Barbaro e a quelli
sulla medietas del sapere umano (La medietas del
corpo, 2009, La medietas du corps de l'homme, 2012), i
seguenti lavori: La metà è più della totalità, in
Sciences et Réligions de Copernic à Galilée (1540-1610),
Roma, Ecole Française de Rome, 1999, pp. 31-45; "Un autre
ordre du monde" science et mathématiques d'après les commentateurs
de Proclus au Cinquecento, « Revue d'Histoire des
Sciences » 2006, vol. 59-2, pp. 265 – 283; Il “doppio
ritratto” di Francesco Barozzi. Proclo, Euclide, Platone,
«Philosophia» 3 (2011), pp. 53-78; La transmission du
Commentaire d'Euclide par Proclus dans la culture scientifique
vénitienne du Cinquecento, in corso di stampa sulla rivista
« Corpus », numero monografico curato da T. Gontier.
Ancora al tema Diakosmos à la Renaissance sarà incentrato il
contributo all'Atélier néoplatonicien (Parigi, CNRS, 2012)
b.2.2 L'immaginazione produttiva e
il diakosmos neoplatonico: l'arte della scienza
Sapere dianoetico, concetto-immagine di diakosmos,
definizione di un sapere produttivo e carattere non
meramente riproduttivo o speculare rispetto al dato naturale,
rivelato e/o esperito, e la stessa influenza nel Cinquecento
del neoplatonismo e di Proclo in particolare, hanno avuto un
ulteriore approfondimento nell'esame dei rapporti tra arti (saperi
produttivi) e scienza (sapere teoretico). Un'arte della
scienza, si potrebbe dire capovolgendo in termini problematici
il titolo del libro di Martin Kemp, The Science of Art
(1990), giacché l'arte (cioè le tre vasariane ‘arti del disegno',
nel loro insieme) si trova a fornire non un repertorio di
immagini o di metafore utili alla comunicazione, ma un paradigma
funzionale a un sapere insieme umano, dianoetico, produttivo. La
funzione proiettiva dell'immaginazione e la matematica dianoetica
difesa dai geomètri “euclidei” stricto e lato sensu
tra Quattro e Cinquecento (Cusano, Bovillus, Giorgio Valla,
Francesco Barozzi, Postel, Jacques Péletier du Mans, John Dee,
Girolamo Cardano, ecc.) sono state analizzate sullo sfondo delle
consapevolezze produttive e non ri-produttive dei teorici delle
arti del disegno (Alberti, Brunelleschi, Piero della Francesca,
Leonardo).
Questa ricerca è stata accompagnata dalla riflessione sulle
Pathosformeln e la Kulturwissenschaft di Aby Warburg,
sulla storia delle immagini di Fritz Saxl e sull'iconologia di E.
H. Gombrich.
Tra i lavori recenti più recenti in ordine a tali questioni, si
segnalano: Un altro ordine del mondo: declinazioni
rinascimentali in corso di stampa negli atti del convegno “Le
anomalie dell'ordine. L'altro, lo straordinario, l'eccezionale
nella modernità (Napoli 17-18 novembre 2010); Le silence
éloquent à la Renaissance, in corso di stampa negli atti del
convegno organizzato dall'Università Paris IV-Sorbonne “Silence
et sagesse de la musique à la métaphysique les anciens Grecs et
leur héritage (Paris, 23-25 giugno 2011).
Rientra in questo ambito di ricerca il lavoro pluriennale diretto
insieme a R. Lupacchini: “
Reality and its Double. Perspective
symmetries and complex numbers between the Renaissance and quantum
physics”. Il progetto finanziato e premiato
dall'Istituto di Studi Avanzati dell'Università di Bologna come ISA
Topic 2009, si è articolato in un ciclo di Lectures
(febbraio-maggio 2009) e in un convegno “The art of science”
(novembre 2009) organizzato a Bologna nel novembre 2009:
http://www.isa.unibo.it/ISAIT/Attivita/AltriEventi/2009/11/ArtOfScience.htm.
Un volume contenente gli esiti di questo programma è in
preparazione presso Springer, uscita prevista 2014.