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Annarita Angelini

Professoressa ordinaria

Dipartimento delle Arti

Settore scientifico disciplinare: M-FIL/06 STORIA DELLA FILOSOFIA

Temi di ricerca

Parole chiave: metodo umanesimo del Quadrivio simboli tradizione enciclopedica riforma della logica nel Quattro e nel Cinquecento rinascimento

Nel suo complesso, la ricerca condotta nell'ultimo decennio si è rivolta ai motivi e ai protagonisti dell'Umanesimo del Quadrivio: non un altro umanesimo rispetto a quelloletterario, artistico, 'civile' ricostruito dalla storiografia otto-novecentesca, ma un'indagine volta a documentare quanto le discipline e le concezioni scientifiche e filosofiche abbiano saputo giovarsi dell'apporto di linguaggi, modelli, esperienze maturati negli ambiti della filologia, delle arti sermocinali, delle tecniche e delle 'arti del disegno', e come aprendo a nuovi criteri e metodi il concetto stesso di epistème, abbiano contribuito al multiforme rinnovamento rinascimentale. L'obiettivo è stato ed è quello ricostruire gli intrecci e gli imprestiti tra ambiti tradizionalmente separati del sapere e del saper fare degli uomini al fine di focalizzare - in tale intreccio - la peculiarità stessa del Rinascimento e il contributo teorico che ha fornito alla modernità. Un rinascimento dai confini temporali e geografici flessibili, inteso non semplicemente come segmento cronologico, né come 'scuola', ma quale combinatoria di esperienze, concetti, linguaggi, saperi speciali (letterario, storico, politico-giuridico, medico, matematico, fisico, teorico-artistico, religioso) dei quali la filosofia non è sempre luogo fondazione teorica, ma spesso vincolo, collettore, mediatore e organo unificante.
Le ricerche che in questo quadro si sono inserite, possono essere organizzate intorno a tre nuclei tematici principali, tra loro strettamente intrecciati: a) lo studio della tradizione enciclopedica nell'età moderna nelle molteplici accezioni di metodo, sistema, catalogo ragionato delle arti e delle scienze, ecc.; b) la riflessione sulle teorie della conoscenza e la costruzione di un “nuovo organo” del sapere e del “saper fare”; c) la filosofia simbolica della prima età moderna.
A questi temi di indagine è stato affiancato un approfondimento della storia della storiografia filosofica, con particolare attenzione ai movimenti rinascimentali e alle discussioni in ordine alle origini della modernità. Tale studio ha affrontato in special modo: Aby Warburg e la Kulturwissenschaft; Lucien Febvre, l'esperienza francese delle "Annales" e la storia delle mentalità; Ernst Cassirer e la filosofia delle forme simboliche.
Lo studio della tradizione enciclopedica e, più precisamente, dell'analisi delle concezioni filosofiche, logiche, epistemologiche sottese ai modelli e alle modalità di ricomposizione del sapere, è proceduta a ritroso dall'Encyclopédie francese del Settecento fino alla rinascita umanistica di una encyclio-paideia. La caratterizzazione che si è cercato di dare a queste ricerche consiste nel considerare i "modelli enciclopedici" in quanto strumenti e manifestazioni ("forme") di percorsi di elaborazione e costruzione di una tradizione culturale e/o di una mentalità.
Una prima fase di questa ricerca ha riguardato la struttura teorica e metodologica riconoscibile entro i programmi delle istituzioni scientifiche del XVIII secolo, con particolare attenzione allo statuto delle discipline e ai loro rapporti rispettivi, nonché al ruolo centrale assunto dalla filosofia della natura. Attinenti a questo ambito i lavori sull'organizzazione disciplinare e gli sviluppi della scienza sperimentale nell'Istituto e nell'Accademia delle Scienze di Bologna intrapresi negli anni Ottanta-Novanta   L'esperienza di ricerca sull'Istituto marsiliano e il rapporto stretto tra concezione teorica e struttura materiale e architettonica del “contenitore” dell'istituzione stessa, hanno suggerito un confronto tra formule enciclopediche consegnate a generi tra loro diversi - libri a carattere enciclopedico, biblioteche, curricula degli Studia e dei collegi universitari, programmi di imprese editoriali, accademie, cicli pittorici con intenti didattici e a discipline volta a volta caricate di funzioni meta-disciplinari o sovra-disciplinari.
L'attenzione si è focalizzata su quell'aspetto dell'enciclopedismo moderno che concerne non solo gli assetti ma anche, e soprattutto, le dinamiche tra le discipline e l'individuazione di criteri unitari di interpretazione e di controllo della realtà da parte del sapiente. Centrali i temi del metodo, della dialettica e della ars memoriae nella cultura filosofica cinquecentesca. Inclusi in questo asse di ricerca, anche gli studi sulle declinazioni more encyclopaedico dell'architettura e delle architettoniche cinquecentesche, ispirate alle edizioni umanistiche e ai commenti al De architectura.  Questi studi, iniziati con le indagini sul Commento di Daniele Barbaro al De architettura, sono valsi l'aggregazione, prima  in qualità di "membre associé" e poi come  “membre statutarie”, al Centre d'Histoire de la Philosophie Moderne del CNS (dir. Yves-Charles Zarka) e, successivamente al trasferimento della Equipe de Recherche sur la Modernité alla UPR 76, al Centre Jean Pépin della medesima UPR (dir. Marie Odile Goulet-Cazé e, dal 2007, Pierre Caye). Su questi nuclei tematici si è successivamente consolidata la collaborazione con il Groupe THETA (Théories et Histoire de l´Esthétique, du Technique et des Arts CNRS, UPR 76) e, a partire al 2007, la partecipazione (e la direzione del gruppo di lavoro italiano) del progetto internazionale GDRI “Artistic Knowledge and Art Treatises from Renaissance to the Enlightenment” (UPR 76 - CNRS, Université Paris I-Sorbonne, Université Paris VIII, l'Ecole nationale des chartes,  Universita di Bologna, Russian Academy of Sciences, Department of romance languages and literatures - University of Chicago); progetto del resto rinnovato per il periodo 2012-2014.
Questa ricerca è proseguita con i sondaggi su Leon Battista Alberti e su filosofi e letterati tra Quattro e Cinquecento. Si collocano in questo ambito di ricerca anche le lezioni tenute all'Univerité Paris X – Nanterre (oggi Paris Ouest Nanterre La Défense) e all'Ecole Nationale Supérieure de Beaux Arts di Parigi (aa 2005-2006), nonché gli esordi del del progetto europeo del CNRS GDRI-STAR relativi al censimento delle glosse, dei marginalia e delle interpolazioni filosofiche nelle edizioni umanistiche (manoscritte e a stampa) del De architectura di Vitruvio.
Gli studi sull'enciclopedismo, inteso quale modello e forma dell'organizzazione di un sapere unitario o unificabile, hanno sollecitato un'indagine sulle condizioni – metafisiche, logiche, metodologiche – dell'unità o dell'unificazione di ambiti disparati della conoscenza. Tale approfondimento può essere distinto in 2 diversi segmenti di ricerca, anch'essi complementari e intrecciati: la methodus unica e l'unità del sapere dianoetico; l'immaginazione produttiva e il diakosmos neoplatonico.  
La polemica contro la paideia scolastica, la ricerca di una logica comune a tutto lo scibile contro le “due logiche” della tradizione aristotelica, la riconsiderazione dei rapporti tra logica e dialettica e l'invenzione di un metodo conoscitivo e dimostrativo unitario fondato sull'unità della ragione umana, sono motivi che hanno trovato uno sbocco importante nello studio dell'opera di Pierre de La Ramée e della sua proposta riformatrice. D'altro canto, le connessioni a poco a poco emerse, tra l'istituzione della methodus e della dottrina della “dispositio dialectica”, da un lato, il programma di riforma del sapere e della formazione universitaria, dall'altro, hanno fatto emergere, accanto ai presupporti logici e antropologici di una scienza usagère, un'inattesa rete di relazioni culturali e personali che connette una cerchia di intellettuali diversi per formazione (letterati, scienziati, filosofi, funzionari pubblici, medici, giuristi, ecc.) vicini alle istanze metodologiche del ramismo e fortemente solidali rispetto alle concezioni riformatici del maestro piccardo.  A questa cerchia polarizzata intorno all'insegnamento, oltre che di Ramo, di Charles de Bouelles, Guillaume Postel, Jacques Léfevre d'Étaples, Guillaume Budé, Bernardo Lavinheta, alla poesia scientifica della Pléiade e dei poeti lionesi,  alle accademie letterarie fiorite sotto Francesco I e Caterina de' Medici, si è indirizzata una ricerca decennale interessata a sondare i tratti peculiari di un umanesimo francese ispirato a Ficino, Giovanni Pico, Poliziano, Pontano, ma non interamente riducibile a quell'ispirazione. Gli esiti di questo lavoro che ha inevitabilmente intrecciato “ramismo” ed enciclopedismo rinascimentale, hanno portato ai due volumi, pubblicati da Olschki nel 2008 su Metodo ed enciclopedia nel Cinquecento francese, Firenze, Olschki, 2008;  il secondo volume, dal titolo I Tableaux di Savigny, contiene l'edizione critica dei Tableaux accomplis de tous les arts liberaux, con apparato filologico, fonti e luoghi paralleli, note al testo, traduzione italiana, di quello che è risultato uno dei primissimi esempi (se non il primo in assoluto) di “enciclopedia moderna”, nonché l'esemplare più “fedele” di una concezione ‘enciclopedica' ispirata alla dottrina di Pietro Ramo. Nel suo insieme, la ricerca ora consegnata ai due volumi, ha permesso di localizzare nel quadro del pensiero ramista, l'incunabolo dell'enciclopedismo moderno: la formalizzazione  di un sapere destinato a essere sottratto al monopolio di élites accademiche e monastiche che accedono alle scientiae nella loro esclusiva dimensione teoretica e speculativa e tale invece da potere corrispondere alle esigenze di un nascente ceto borghese, interessato a un sapere di alta complessità, ma applicabile alle funzioni e alle attività del vivere civile; un ideale progressivo della scienza e delle sue acquisizioni, e quindi una concezione aperta, dinamica, provvisoria, dell'ordinamento delle discipline entro il collettore-enciclopedia; la sperimentazione di una combinatoria di principi, leggi, simboli,  linguaggi (non estranea alla tecniche logiche di ascendenza lulliana diffuse da Bernardo de Lavinheta, Pierre Grégoire, Symphorien Champier), atta a corrispondere ai principi di un'economia del pensiero così da rendere il sapere e le scienze accessibili al maggior numero di utenti nel tempo più ristretto. Infine, l'idea di un sapere pluridisciplinare - in certo senso ancora sensibile al miraggio della sua stessa universalità – ma impossibile a essere prodotto da un ideale e solitario sapiente-pansofo e quindi demandato a un'équipe di scienziati contemporaneamente impegnati su fronti diversi del sapere dell'ultimo Cinquecento. E' emersa una corrente francese del ramismo e dell'enciclopedismo di ispirazione ramista, molto diversa, nelle intenzioni e negli esiti, rispetto alle correnti sistematiche semi-ramiste o filippo-ramiste, che avranno ampia diffusione del corso del XVII secolo, specie nell'Europa Riformata (Timpler, M. Martini, Goclenius, Alsted, ecc.) Questa ricerca su Pietro Ramo e sulla generazione dei suoi allievi diretti, sul “nuovo organo” che afferma e diffonde nella seconda metà del XVI secolo e sulle peculiarità che assume, ha avuto ampia e favorevole accoglienza in Francia ove è stata illustrata e discussa nell'ambito di convegni e di discussioni su riviste.
Nell'intreccio tra la costellazione dei motivi e delle fonti emerse nello studio su Daniele Barbaro e i circoli filosofici veneziani e padovani (supra, a.3) e sulla scia degli argomenti sollevati dalla logica sive dialectica di Pietro Ramo, si colloca un ulteriore ambito di approfondimento: quello della rilevanza del pensiero neoplatonico nella discussione cinquecentesca in ordine alle matematiche e all'immaginazione produttiva. Da questo approfondimento è emersa un'interessante simmetria tra dialettica e dimostrazione geometrica, sodalizio essenziale - a partire dai primi anni del XVI secolo - per definire i criteri di una teoria generale della conoscenza e della dimostrazione destinata proporsi come alternativa efficace e coestesa alla logica dimostrativa aristotelica. I risultati di questo percorso di ricerca, al centro del quale è stato posto il concetto-immagine di mediomondo (diakosmos), sono stati pubblicati negli ultimi 10 anni, ma hanno alle spalle gli studi e le attività condotte presso il Warburg Institute, sotto la direzione di Raymond Klibansky, negli anni di dottorato.
Sapere dianoetico, concetto-immagine di diakosmos, definizione di un sapere produttivo e carattere non   meramente riproduttivo o speculare rispetto al dato naturale, rivelato e/o esperito, e la stessa influenza  nel Cinquecento del neoplatonismo e di Proclo in particolare, hanno avuto un ulteriore approfondimento nell'esame dei rapporti tra arti (saperi produttivi) e scienza (sapere teoretico). Un'arte della scienza, si potrebbe dire capovolgendo in termini problematici il titolo del libro di Martin Kemp, The Science of Art (1990), giacché l'arte (cioè le tre vasariane ‘arti del disegno', nel loro insieme) si trova a fornire  non un repertorio di immagini o di metafore utili alla comunicazione, ma un paradigma funzionale a un sapere insieme umano, dianoetico, produttivo. La funzione proiettiva dell'immaginazione e la matematica dianoetica difesa dai geomètri “euclidei” stricto e lato sensu tra Quattro e Cinquecento (Cusano, Bovillus, Giorgio Valla, Francesco Barozzi, Postel, Jacques Péletier du Mans, John Dee, Girolamo Cardano, ecc.) sono state analizzate sullo sfondo delle consapevolezze produttive e non ri-produttive dei teorici delle arti del disegno (Alberti, Brunelleschi, Piero della Francesca, Leonardo).Questa ricerca è stata accompagnata dalla riflessione sulle Pathosformeln e la Kulturwissenschaft di Aby Warburg, sulla storia delle immagini di Fritz Saxl e sull'iconologia di E. H. Gombrich.





La ricerca condotta su contesti, autori e discipline protagoniste dell'Umanesimo del Quadrivio: si è  organizzata intorno a tre nuclei tematici principali, tra loro strettamente intrecciati:
a) lo studio della tradizione enciclopedica nell'età moderna nelle molteplici accezioni di metodo, sistema, catalogo ragionato delle arti e delle scienze, ecc.;
b) la riflessione sulle teorie della conoscenza e la costruzione di un “nuovo organo” del sapere e del “saper fare”;
c) la filosofia simbolica della prima età moderna.
A questi temi di indagine è stato affiancato un approfondimento della storia della storiografia filosofica, con particolare attenzione ai movimenti rinascimentali e alle discussioni in ordine alle origini della modernità. Tale studio ha affrontato in special modo: Aby Warburg e la Kulturwissenschaft; Lucien Febvre, l'esperienza francese delle "Annales" e la storia delle mentalità; Ernst Cassirer e la filosofia delle forme simboliche.
Tra i lavori pubblicati attinenti a questo ambito, si segnalano:  Antonio Banfi e « Studi Filosofici ». Razionalismo critico e militanza,  in Impegno per la ragione: il caso del neoilluminismo, a cura di W. Tega, Bologna, Il Mulino, 2010. 141 – 178;  Cassirer interprete del Moderno e Garin interprete di Cassirer, «Philosophia», 4 (2012), pp. 34-56;  A propos d'une conférence de Koyré sur Jean Huss : parallèle méthodologique entre l'histoire des sciences et l'histoire des idées in corso di stampa presso Vrin negli Atti del « Colloque international : Vérité scientifique et vérité philosophique dans l'oeuvre d'Alexander Koyré » (uscita prevista, 2014).

 a) Tradizione enciclopedica
Lo studio della tradizione enciclopedica e, più precisamente, dell'analisi delle concezioni filosofiche, logiche, epistemologiche sottese ai modelli e alle modalità di ricomposizione del sapere, è proceduta a ritroso dall'Encyclopédie francese del Settecento fino alla rinascita umanistica di una encyclio-paideia. La caratterizzazione che si è cercato di dare a queste ricerche consiste nel considerare i "modelli enciclopedici" in quanto strumenti e manifestazioni ("forme") di percorsi di elaborazione e costruzione di una tradizione culturale e/o di una mentalità.
a.1) enciclopedia e istituzioni scientifiche
Una prima fase di questa ricerca ha riguardato la struttura teorica e metodologica riconoscibile entro i programmi delle istituzioni scientifiche del XVIII secolo, con particolare attenzione allo statuto delle discipline e ai loro rapporti rispettivi, nonché al ruolo centrale assunto dalla filosofia della natura. Attinenti a questo ambito i lavori sull'organizzazione disciplinare e gli sviluppi della scienza sperimentale nell'Istituto e nell'Accademia delle Scienze di Bologna intrapresi negli anni Ottanta-Novanta (si segnalano in particolare: L'Idea dell'Istituto delle Scienze di Bologna, in Percorsi di carta. I luoghi dei libri e dei documenti dalle accademie ai computer, a cura di A. Varni, Bologna, Patron, 1995, pp. 85-106; L'Institut des Sciences de Bologna entre les “théâtres du monde” et les laboratoires de la science expérimentale, in Académies et Societés de pensée en Europe. 1650-1800. Formes et modèles de la sociabilité savante, études réunis par D.-O. Hurel et G. Laudin, Paris, Honoré Champion, Collection de Anthony McKenna, 1999, pp. 177-197) ma mai abbandonati (tra i saggi più recenti : « Con l'elmo in testa e la lancia in mano ». L'architettura del sapere di Marsili, in La Scienza delle Armi. Luigi Ferdinando Marsili 1658-1730, Bologna, Pendragon, 2012, pp. 18-35; in corso di stampa Meccanica della natura e dinamica del sapere nel progetto dell'Istituto marsiliano nel volume miscellaneo dal titolo Il mondo di Luigi Ferdinando Marsili viaggiatore e filosofo della natura raccolto in occasione del terzo centenario della fondazione dell'Istituto delle Scienze). Gli esiti della ricerca sull'Istituto marsiliano, condotta in gran parte su documenti d'archivio ebbero una prima sintesi nel  volume pubblicato a Bologna per Il Mulino, nel 1989 dal titolo Anatomie Accademiche III. L'Istituto delle Scienze di Bologna. Il volume si compone di un'ampia monografia (pp. 1-310) nella quale vengono ricostruiti e confrontati il progetto e le articolazioni teoriche e metodologiche dell'istituzione scientifica bolognese (a partire dagli abbozzi che risalgono agli ultimi anni del Seicento) e la vicenda filosofica, scientifica e istituzionale che effettivamente caratterizzò l'Istituto nel corso del secolo dei Lumi; lo completa un'appendice nella quale è ricomposto il “diario scientifico” dell'istituzione tra il 1705 e il 1804 e sono trascritti documenti settecenteschi (in gran parte inediti), giudicati testimonianze dell'ideale filosofico e scientifico posto a fondamento della stessa istituzione (pp. 313-573). Da un lato il forte legame con aspirazioni pansofiche ampiamente rappresentate nel milieu culturale bolognese e italiano tra tardo-rinascimento e Seicento e dall'altro l'altrettanto solido rapporto con gli sviluppi più recenti e innovativi della scienza europea, sono individuati come tratti caratterizzanti di un programma teorico (prima ancora che di un'esperienza scientifica) insieme originale e ‘ancipite' nel panorama europeo.     
a.2.) la rinascita umanistica dell'encyclo-disciplina: archemastria, anatomia, ars memoriae
L'esperienza di ricerca sull'Istituto marsiliano e il rapporto stretto tra concezione teorica e struttura materiale e architettonica del “contenitore” dell'istituzione stessa, hanno suggerito un confronto tra formule enciclopediche consegnate a generi tra loro diversi - libri a carattere enciclopedico, biblioteche, curricula degli Studia e dei collegi universitari, programmi di imprese editoriali, accademie, cicli pittorici con intenti didattici e a discipline volta a volta caricate di funzioni meta-disciplinari o sovra-disciplinari. Per quanto riguarda la relazione tra contenuto scientifico e sapienziale e struttura ospitante, si veda, ad es. La domus academiae, in Palazzo Bocchi, a cura di D. Ravaioli, M. danieli, R. Dodi,  Bologna, Minerva, 2006, pp. 8 – 20, ove il programma accademico e simbolico dell'umanista Achille Bocchi risulta simmetrico al progetto dell'edificio costruito per ospitare il cenacolo dell'Hertmathena. Sull'esigenza di riforma dei curricula universitari e della "disciplina filosofica” sulla base di un ‘nuovo organo' fondato sull'unità della ragione umana, si rimanda al recente: L'Université de tout le monde universel: il progetto di Pietro Ramo, in Innovazione filosofica e istituzione universitaria tra Cinquecento e Novecento / Philosophical Innovation and the University from the 16th Century to the Early 20th, a cura di G. Piaia, Cleur, Padova, 2011, pp. 71-93. Sulla versatilità di una dialettica, vuota di contenuti  ma proprio per questo valida ed efficace per ricercare/produrre e comunicare una verità di ragione in qualunque ambito del sapere umano, riformata rispetto alla tradizione tardoscolastica e antica e caricata di funzioni enciclopediche, si veda Dialecticae Praestantia et Divisio. Achille Bocchi ad Antonio Bernardi, Illustrissimo filosofo, in  Antonio Bernardi della Mirandola (1502-1565). Un aristocratico umanista alla corte dei Farnese, a cura di M. Forlivesi, Firenze, Olschki, 2009, pp. 114 – 140.
Per quanto riguarda l'affermazione, nei primi decenni dell'età moderna, di scienze ‘enciclopediche' e di discipline organiche diverse da quelle della tradizione aristotelica e tardo scolastica, si veda  Archemastria e architettura del sapere nel '500, in  Tra antica sapienza e filosofia naturale.La magia nell'Europa moderna, a cura di F. Meroi, Firenze, Olschki, 2007, vol. I, pp. 282 – 305, saggio dedicato alla disciplina (l'archemastria) eletta dal matematico e mago elisabettiano John Dee a connettivo di tutto il sapere in analogia con la encyclios disciplina vitruviana “uti corpus unum ex his membris composita”. Per quanto riguarda l'anatomia e il disegno anatomico eletti a mistura e  paradigma di un sapere coesteso alla humana sapientia si segnalano :  La medietas del corpo dell'uomo nel Rinascimento, «Philosophia», 1 (2009), pp. 155 – 180; La medietas du corps de l'homme à la Renaissance, in  Musica corporis. Savoir et arts du corps l'Antiquité à l'Age Humaniste et  Classique, éd par  F. Malhomme e E. Villari, Turnhout, Brepols, 2012,  pp. 179-199.
Alla riforma cinquecentesca dell'arte della memoria e alle funzioni inventive-dimostrative che assume, sono stati dedicati lavori su Giordano Bruno (tra i quali: La moltitudine di mezzi. Immagini e ossimori in Giordano Bruno, in Uno/molti. Modi della filosofia, a cura di A. Angelini e altri, Bologna, Pendragon, 2004, pp. 13-50) e sulla memoria in ambito ramista (Memoria e ramismo: l'enciclopedia di Savigny in attesa di essere pubblicato negli atti del convegno “Enigmi della memoria. Essere, conoscere, ricordare”, Firenze, Istituto nazionale di Studi sul Rinascimento, 2005) oltre alle indagini presentate a convegni e in parte pubblicate sul Theatro di Giulio Camillo (Cosmologia e teatro del mondo: il caso di Giulio Camillo in Art et science à l'âge classique, Éditions de l'Université de Paris X, 1997 pp. 65-79).
A questo argomento in particolare è stata dedicata la Summer School “Tecniche e saperi della memoria. Intorno al fondo Young” (San Marino, 2011) della cui direzione Annarita Angelini è stata incaricata dall'Università di San Marino, Dipartimento della Comunicazione - Centro di Studi sulla Memoria.
 a.3. Ars edificatoria e architettura del sapere
Nell'ambito di questa ricerca l'attenzione si è focalizzata su quell'aspetto dell'enciclopedismo moderno che concerne non solo gli assetti ma anche, e soprattutto, le dinamiche tra le discipline e l'individuazione di criteri unitari di interpretazione e di controllo della realtà da parte del sapiente.
I primi risultati di queste indagini sono stati presentati nell'ambito di diversi convegni in Italia (in particolare Università di: Roma La Sapienza, Pisa, Napoli Federico II, Napoli L'Orientale, Urbino, Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento-Firenze, Museo Galileo-Firenze e in Europa (Paris IV Sorbonne; Paris X, Université François Rabelais di Tours; Warburg Institute, Max Plank Berlin).
Tra i lavori pubblicati, si segnalano : The “Architecture” of Encyclopedias 1550-1600”, in The Power of Images in the Early Modern Science, ed. by W. Lefèvre, J. Renn, U. Schöpflin, Basel- Boston, Birkhäuser, 2003, pp. 265-288;  The Image of the Tree of Knowledge in the 16th Century: from  Metaphor to Diagram, in Drawing from nature (in corso di stampa).  Benchè diversi nella scelta degli autori e dei temi, tali contributi mettono in luce come strutture fisiche indifferentemente naturali e artificiali, assolvano al compito di “anima fabrefacta” al fine di aumentare la potenza dispositiva, comparativa e classificatoria della mente.
Inclusi in questo asse di ricerca, gli studi sulle declinazioni more encyclopaedico dell'architettura e delle architettoniche cinquecentesche, ispirate alle edizioni umanistiche e ai commenti al De architectura.  Questi studi, iniziati con le indagini sul Commento di Daniele Barbaro al De architettura, sono valsi l'aggregazione, prima  in qualità di "membre associé" e poi come  “membre statutarie”, al Centre d'Histoire de la Philosophie Moderne del CNS (dir. Yves-Charles Zarka) e, successivamente al trasferimento della Equipe de Recherche sur la Modernité alla UPR 76, al Centre Jean Pépin della medesima UPR (dir. Marie Odile Goulet-Cazé e, dal 2007, Pierre Caye). Su questi nuclei tematici si è successivamente consolidata la collaborazione con il Groupe THETA (Théories et Histoire de l´Esthétique, du Technique et des Arts CNRS, UPR 76) e, a partire al 2007, la partecipazione (e la direzione del gruppo di lavoro italiano) del progetto internazionale GDRI “Artistic Knowledge and Art Treatises from Renaissance to the Enlightenment” (UPR 76 - CNRS, Université Paris I-Sorbonne, Université Paris VIII, l'Ecole nationale des chartes,  Universita di Bologna, Russian Academy of Sciences, Department of romance languages and literatures - University of Chicago); progetto del resto rinnovato per il periodo 2012-2014.
Questa ricerca è proseguita con i sondaggi su Leon Battista Alberti e su filosofi e letterati tra Quattro e Cinquecento.
Gli esiti fino a ora prodotti sono affidati a: Architetti del sapere. Il caso di Daniele Barbaro, in Le origini della modernità I. Simboli e linguaggi del sapere tra XV e XVI secolo, Firenze, Olschki, 1998, pp.123- 152; Bruno, l'architettura e 'il terzo nome del gatto', in Con l'ali de l'intelletto, a cura di F. Meroi e S. Bassi, Firenze, Olschki, 2005, pp. 87-116; L'architettura come "umbra d'un sogno", in Il pensiero simbolico nella prima età moderna, a cura di A. Angelini e P. Caye, Firenze, Olschki, 2007, pp. 57 – 93; Bruno: tra enciclopedia, architettura, memoria e metodo, in Bruno nel XXI secolo. Interpretazioni e ricerche, a cura di S. Bassi, Firenze, Olschki, 2012, pp. 38-60, e alla monografia Sapienza, Prudenza, Eroica virtù. Il mediomondo di Daniele Barbaro, Firenze, Olschki, 1999 (pp. ****). Le tre edizioni del commento di D. Barbaro al De architectura hanno guidato entro la cerchia dei matematici padovani, degli allievi della Scuola di San Marco, degli ingegneri dell'Arsenale Novissimo, delle accademie e delle stamperie veneziane, entro un ambito di questioni e letture legate a un umanesimo più europeo che italiano. Un ambito di ricerca che per un verso ha messo in luce le strette implicazioni tra meccanica (più in generale, tra le technai), metafisica e logica e, con quelle, la profonda e programmatica alterità rispetto all'esperienza dei pratici e degli empirici, per l'altro ha permesso di riconoscere, nel commento umanistico, la sede d'elezione di un ‘umanesimo universitario', idealmente contiguo alle grandi sedi della cultura europea più che alle corti della penisola italiana.  
Si collocano in questo ambito anche le lezioni tenute all'Univerité Paris X – Nanterre (oggi Paris Ouest Nanterre La Défense) e all'Ecole Nationale Supérieure de Beaux Arts di Parigi (aa 2005-2006) sulla tradizione vitruviana entro la cultura filosofica del Rinascimento europeo, nonché gli esordi del GDRI relativi al censimento delle glosse, dei marginalia e delle interpolazioni filosofiche nelle edizioni umanistiche (manoscritte e a stampa) del De architectura di Vitruvio. 

b). Teorie della conoscenza e nuovo organo del sapere
Gli studi sull'enciclopedismo, inteso quale modello e forma dell'organizzazione di un sapere unitario o unificabile, hanno sollecitato un'indagine sulle condizioni – metafisiche, logiche, metodologiche – dell'unità o dell'unificazione di ambiti disparati della conoscenza. Tale approfondimento può essere distinto in 2 diversi segmenti di ricerca, anch'essi complementari e intrecciati: la methodus unica e l'unità del sapere dianoetico; l'immaginazione produttiva e il diakosmos neoplatonico.  
b.1) La methodus unica
La polemica contro la paideia scolastica, la ricerca di una logica comune a tutto lo scibile contro le “due logiche” della tradizione aristotelica, la riconsiderazione dei rapporti tra logica e dialettica e l'invenzione di un metodo conoscitivo e dimostrativo unitario fondato sull'unità della ragione umana, sono motivi che hanno trovato uno sbocco importante nello studio dell'opera di Pierre de La Ramée e della sua proposta riformatrice. D'altro canto, le connessioni a poco a poco emerse, tra l'istituzione della methodus e della dottrina della “dispositio dialectica”, da un lato, il programma di riforma del sapere e della formazione universitaria, dall'altro, hanno fatto emergere, accanto ai presupporti logici e antropologici di una scienza usagère, un'inattesa rete di relazioni culturali e personali che connette una cerchia di intellettuali diversi per formazione (letterati, scienziati, filosofi, funzionari pubblici, medici, giuristi, ecc.) vicini alle istanze metodologiche del ramismo e fortemente solidali rispetto alle concezioni riformatici del maestro piccardo.  A questa cerchia polarizzata intorno all'insegnamento, oltre che di Ramo, di Charles de Bouelles, Guillaume Postel, Jacques Léfevre d'Étaples, Guillaume Budé, Bernardo Lavinheta, alla poesia scientifica della Pléiade e dei poeti lionesi,  alle accademie letterarie fiorite sotto Francesco I e Caterina de' Medici, si è indirizzata una ricerca decennale interessata a sondare i tratti peculiari di un umanesimo francese ispirato a Ficino, Giovanni Pico, Poliziano, Pontano, ma non interamente riducibile a quell'ispirazione. Gli esiti di questo lavoro che ha inevitabilmente intrecciato “ramismo” ed enciclopedismo rinascimentale, hanno portato ai due volumi, pubblicati da Olschki nel 2008 su Metodo ed enciclopedia nel Cinquecento francese: al milieu filosofico e culturale animato dai primi fautori della filosofia e della riforma del metodo e della logica di Pierre de La Ramée, è dedicata il volume monografico Il pensiero di Pietro Ramo all'origine dell'enciclopedismo moderno, Firenze, Olschki, 2008;  il secondo volume, dal titolo I Tableaux di Savigny, contiene l'edizione critica dei Tableaux accomplis de tous les arts liberaux, con apparato filologico, fonti e luoghi paralleli, note al testo, traduzione italiana, di quello che è risultato uno dei primissimi esempi (se non il primo in assoluto) di “enciclopedia moderna”, nonché l'esemplare più “fedele” di una concezione ‘enciclopedica' ispirata alla dottrina di Pietro Ramo. Nel suo insieme, la ricerca ora consegnata ai due volumi, ha permesso di localizzare nel quadro del pensiero ramista, l'incunabolo dell'enciclopedismo moderno: la formalizzazione  di un sapere destinato a essere sottratto al monopolio di élites accademiche e monastiche che accedono alle scientiae nella loro esclusiva dimensione teoretica e speculativa e tale invece da potere corrispondere alle esigenze di un nascente ceto borghese, interessato a un sapere di alta complessità, ma applicabile alle funzioni e alle attività del vivere civile; un ideale progressivo della scienza e delle sue acquisizioni, e quindi una concezione aperta, dinamica, provvisoria, dell'ordinamento delle discipline entro il collettore-enciclopedia; la sperimentazione di una combinatoria di principi, leggi, simboli,  linguaggi (non estranea alla tecniche logiche di ascendenza lulliana diffuse da Bernardo de Lavinheta, Pierre Grégoire, Symphorien Champier), atta a corrispondere ai principi di un'economia del pensiero così da rendere il sapere e le scienze accessibili al maggior numero di utenti nel tempo più ristretto. Infine, l'idea di un sapere pluridisciplinare - in certo senso ancora sensibile al miraggio della sua stessa universalità – ma impossibile a essere prodotto da un ideale e solitario sapiente-pansofo e quindi demandato a un'équipe di scienziati contemporaneamente impegnati su fronti diversi del sapere dell'ultimo Cinquecento. E' emersa una corrente francese del ramismo e dell'enciclopedismo di ispirazione ramista, molto diversa, nelle intenzioni e negli esiti, rispetto alle correnti sistematiche semi-ramiste o filippo-ramiste, che avranno ampia diffusione del corso del XVII secolo, specie nell'Europa Riformata (Timpler, M. Martini, Goclenius, Alsted, ecc.)
Questa ricerca su Pietro Ramo e sulla generazione dei suoi allievi diretti, sul “nuovo organo” che afferma e diffonde nella seconda metà del XVI secolo e sulle peculiarità che assume, ha avuto ampia e favorevole accoglienza in Francia ove è stata illustrata e discussa nell'ambito di convegni e di discussioni su riviste (recensioni e note). Sollecitato anche da queste discussioni, l'ulteriore sviluppo di questa ricerca, che ha  approfondito il radicamento di tale corrente filosofica nell'ambito del Collège des Lecteurs Royaux (oggi Collège de France) e presso i circoli culturali parigini; ricerca idealmente collegata all'asse a.1 sopra descritto (enciclopedismo e istituzioni scientifiche), i cui esiti sono stati pubblicati presso Les Editions Manicius di Parigi (PUF) nel volume Tout le Savoir du Monde. Aux origines de l'encyclopédie moderne. Avec édition critique et notes de Tableaux accomplis de tous les arts et sciences de Savigny, (2012). In appendice al volume l'edizione critica con note al testo (in lingua francese) dei Tableaux accomplis di Savigny.
I criteri scelti per l'edizione critica di un testo a stampa pubblicato in due edizioni successive (1587; 1615), sopravvissuto fino a noi in pochi esemplari, differenti tra loro per le notevoli varianti sono stati discussi in Italia e in Francia. Si segnalano: « Philologie et Philosophie: les éditions de Savigny », tema discusso al convegno in onore di Pierre Magnard « Humanisme philologique et humanisme philosophique» (Parigi, 2006); la presentazione dell'edizione critica pubblicata presso Olschki al convegno « Les encyclopédies et le transfert du savoir de l'Antiquité à nos jours » (Paris, 2009); la relazione dedicata a Terza dimensione di una edizione critica: il caso dei Tableaux accomplis de tous les arts libéraux di Ch. De Savigny (1587)presentata al convegno «La dinamica della scrittura. La dynamique de l'Écriture. L'edizione scientifica del testo e del manoscritto: tecniche finalità aspettative. L'édition scientifique du texte et du manuscrit : techniques finalités enjeux » (Napoli, 2011).  
Ancora su questi argomenti: Les « Tableaux de Savigny et la pensée de Pierre de la Ramée à l'origine de l'encyclopédie moderne, in Les Encyclopédies. Construction et circulation du savoir de l'Antiquité à Wikipédia,sous la direction de M. Groult, Paris, L'Harmttan, 2011, pp 203-221. Alle implicazioni filosofiche connesse al progetto di riforma dei curricula universitari presentato da Pierre de la Ramée, è dedicato anche l'articolo L'Université de tout le monde universel: il progetto di Pietro Ramo, in Innovazione filosofica e istituzione universitaria tra Cinquecento e Novecento / Philosophical Innovation and the University from the 16th Century to the Early 20th, a cura di G. Piaia e M. Forlivesi, Cleur, Padova, 2011, pp. 71-93.
b.2.1 L'immaginazione produttiva e il diakosmos neoplatonico: la matematica
Nell'intreccio tra la costellazione dei motivi e delle fonti emerse nello studio su Daniele Barbaro e i circoli filosofici veneziani e padovani (supra, a.3) e sulla scia degli argomenti sollevati dalla logica sive dialectica di Pietro Ramo (supra b.1). si colloca un ulteriore ambito di approfondimento: quello della rilevanza del pensiero neoplatonico nella discussione cinquecentesca in ordine alle matematiche e all'immaginazione produttiva. Da questo approfondimento è emersa un'interessante simmetria tra dialettica e dimostrazione geometrica, sodalizio essenziale - a partire dai primi anni del XVI secolo - per definire i criteri di una teoria generale della conoscenza e della dimostrazione destinata proporsi come alternativa efficace e coestesa alla logica dimostrativa aristotelica. I risultati di questo percorso di ricerca, al centro del quale è stato posto il concetto-immagine di mediomondo (diakosmos), sono stati pubblicati negli ultimi 10 anni, ma hanno alle spalle gli studi e le attività condotte presso il Warburg Institute, sotto la direzione di Raymond Klibansky, negli anni di dottorato.
Tra le pubblicazioni scientifiche inerenti a quest'ambito si segnalano, oltre ai già citati studi su Daniele Barbaro e a quelli sulla medietas del sapere umano (La medietas del corpo, 2009, La medietas du corps de l'homme, 2012), i seguenti lavori: La metà è più della totalità,  in Sciences et Réligions de Copernic à Galilée (1540-1610), Roma,  Ecole Française de Rome, 1999, pp. 31-45; "Un autre ordre du monde" science et mathématiques d'après les commentateurs de Proclus au Cinquecento, « Revue d'Histoire des Sciences » 2006, vol. 59-2, pp. 265 – 283; Il “doppio ritratto” di Francesco Barozzi. Proclo, Euclide, Platone, «Philosophia» 3 (2011), pp. 53-78; La transmission du Commentaire d'Euclide par Proclus dans la culture scientifique vénitienne du Cinquecento, in corso di stampa sulla rivista « Corpus », numero monografico curato da T. Gontier. Ancora al tema Diakosmos à la Renaissance sarà incentrato il contributo all'Atélier néoplatonicien (Parigi, CNRS, 2012)
b.2.2 L'immaginazione produttiva e il diakosmos neoplatonico: l'arte della scienza
Sapere dianoetico, concetto-immagine di diakosmos, definizione di un sapere produttivo e carattere non   meramente riproduttivo o speculare rispetto al dato naturale, rivelato e/o esperito, e la stessa influenza  nel Cinquecento del neoplatonismo e di Proclo in particolare, hanno avuto un ulteriore approfondimento nell'esame dei rapporti tra arti (saperi produttivi) e scienza (sapere teoretico). Un'arte della scienza, si potrebbe dire capovolgendo in termini problematici il titolo del libro di Martin Kemp, The Science of Art (1990), giacché l'arte (cioè le tre vasariane ‘arti del disegno', nel loro insieme) si trova a fornire  non un repertorio di immagini o di metafore utili alla comunicazione, ma un paradigma funzionale a un sapere insieme umano, dianoetico, produttivo. La funzione proiettiva dell'immaginazione e la matematica dianoetica difesa dai geomètri “euclidei” stricto e lato sensu tra Quattro e Cinquecento (Cusano, Bovillus, Giorgio Valla, Francesco Barozzi, Postel, Jacques Péletier du Mans, John Dee, Girolamo Cardano, ecc.) sono state analizzate sullo sfondo delle consapevolezze produttive e non ri-produttive dei teorici delle arti del disegno (Alberti, Brunelleschi, Piero della Francesca, Leonardo).
Questa ricerca è stata accompagnata dalla riflessione sulle Pathosformeln e la Kulturwissenschaft di Aby Warburg, sulla storia delle immagini di Fritz Saxl e sull'iconologia di E. H. Gombrich.
Tra i lavori recenti più recenti in ordine a tali questioni, si segnalano: Un altro ordine del mondo: declinazioni rinascimentali in corso di stampa negli atti del convegno “Le anomalie dell'ordine. L'altro, lo straordinario, l'eccezionale nella modernità (Napoli 17-18 novembre 2010); Le silence éloquent à la Renaissance, in corso di stampa negli atti del convegno organizzato dall'Università Paris IV-Sorbonne “Silence et sagesse de la musique à la métaphysique les anciens Grecs et leur héritage (Paris, 23-25 giugno 2011).
Rientra in questo ambito di ricerca il lavoro pluriennale diretto insieme a R. Lupacchini: “ Reality and its Double. Perspective symmetries and complex numbers between the Renaissance and quantum physics” Il progetto finanziato e premiato dall'Istituto di Studi Avanzati dell'Università di Bologna come ISA Topic 2009, si è articolato in un ciclo di Lectures (febbraio-maggio 2009) e in un convegno “The art of science” (novembre 2009) organizzato a Bologna nel novembre 2009:   http://www.isa.unibo.it/ISAIT/Attivita/AltriEventi/2009/11/ArtOfScience.htm Un volume contenente gli esiti di questo programma è in preparazione presso Springer, uscita prevista 2014.