1) Progettazione e sintesi di nuovi ligandi come agonisti
allosterici del recettore M1- muscarinico.
2) Progettazione e sintesi di nuovi ligandi multipotenti come
antitumorali.
3) Progettazione e sintesi di nuovi ligandi multipotenti nelle
patologie neurodegenerative.
4) Poliammine nello studio di enzimi ammino-ossidasi
1) Nell'ambito della terapia antitumorale, la terapia farmacologica
riveste ancora un ruolo prominente. Molto utilizzati sono gli
agenti citotossici e fra questi gli agenti intercalanti del DNA,
che determinano una deformazione dello scheletro della
macromolecola dovuta alla separazione che si viene a creare tra le
coppie di basi. Gli intercalanti devono avere una geometria
planare, e la loro interazione è aumentata dai legami
elettrostatici che si instaurano tra i gruppi cationici e i gruppi
fosfato dello scheletro del DNA. Nella famiglia degli agenti
intercalanti molto interessanti si sono rivelati i composti a
struttura naftalenimmidica, tra cui Mitonafide e Amonafide. A
partire da queste molecole, si sono ricercati nuovi farmacofori in
grado di mantenere l'attività dei composti coniugando il nucleo
naftalendiimmidico (NDI) con catene polimetileniche in cui sono
presenti due atomi di azoto protonati a pH fisiologico, che
aumentano l'interazione con il DNA.
2) Sintesi di ligandi multipotenti caratterizzati dal gruppo
isotiocianato, caratteristico del sulforafano.
3) La malattia di Alzheimer (AD) rappresenta una delle più diffuse
forme di demenza caratterizzata da neurodegenerazione, in
particolare delle fibre colinergiche, e da depositi extracellulari
di proteina beta-amiloide. Sulla base dell'ipotesi colinergica,
secondo la quale una delle principali cause dell'AD è rappresentata
dal deficit della neurotrasmissione colinergica, la nostra ricerca
si è rivolta verso la sintesi di ligandi in grado di inibire
l'enzima acetilcolinaesterasi (AChE), per aumentare la
concentrazione di acetilcolina.Tale ricerca ha condotto alla
sintesi di caproctamina, un derivato diammino-diamminico dotato di
una notevole attività inibitoria nei confronti dell'AChE. Opportune
modifiche strutturali del lead hanno fornito composti più potenti
come inibitori di AChE e con la capacità di inibire l'aggregazione
di beta-amiloide. Sono stati inoltre sintetizzati derivati di
alcune molecole come tacrina già in commercio come farmaci nella
terapia di AD, allo scopo di ottenere ligandi multipotenti, in
grado di interagire con diversi bersagli biologici coinvolti nella
fisiopatologia della malattia.
4) Secondo l'ipotesi colinergica i recettori muscarinici, in
particolare i recettori M1 centrali rappresentano un utile target
nella malattia di Alzheimer (AD). Attualmente sono in fase di
progettazione e sintesi molecole poliamminiche con potenziale
attività agonista allosterica sul recettore M1 centrale.