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Alberto Landuzzi

Professore associato confermato

Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali

Settore scientifico disciplinare: GEO/02 GEOLOGIA STRATIGRAFICA E SEDIMENTOLOGICA

Temi di ricerca

Parole chiave: grandi frane quiescenti Appennino Settentrionale tettonica attiva tettonica sinsedimentaria frane per crollo di roccia scavernamento fontanazzo interazione tra frane e viadotti

(a) Datazione e correlazione fisica degli orizzonti guida nelle successioni paleo-autoctone del Mugello e dell'alta Romagna, con individuazione di superfici-tempo equivalenti nelle successioni semi-alloctone. (b) Ricostruzione della struttura e della fisiografia del fronte appenninico miocenico, mediante lo studio degli olistostromi e delle particolari successioni sedimentarie che li ricoprono. (c) Ricostruzione cronologica della deformazione appenninica, in base a: riattivazioni e dislocazioni subite dalla superficie di sovrascorrimento della coltre ligure; rapporti d'intersezione tra strutture compressive e strutture distensive; relazioni tra sollevamento recente e strutture distensive. (d) Analisi della tipologia, dell'evoluzione e delle cause di grandi frane quiescenti dell'Appennino settentrionale e del Sudalpino, con particolare attenzione alle loro riattivazioni storiche e/o attuali. (e) Elaborazione dei dati geologici per la modellazione geomeccanica di grandi frane per crollo di roccia. (f) Ipotesi geologiche e geotecniche sullo sviluppo degli sprofondamenti del piano campagna (“scavernamenti”) nei dossi fluviali della Pianura padana. (g) Partecipazione a un progetto LIFE sulla mitigazione del rischio da sifonamento negli argini fluivali. (h) Collaborazione con il consorzio interuniversitario FABRE sulle possibili interazioni tra frane e viadotti stradali.



Le linee di ricerca elencate contemplano indagini geologiche, geomorfologiche e aerofotogeologiche nella catena appenninica tra Emilia-Romagna, Toscana e Marche. Vengono adottate le consuete metodologie di rilevamento e di elaborazione dei dati geologici e geomorfologici. Dove possibile, per la taratura delle sezioni geologiche si fa uso di profili sismici e stratigrafie di sondaggi. I dati di sottosuolo relativi alle frane, di nuova acquisizione, derivano da attività di geognostica e monitoraggio commissionate da Enti pubblici a professionisti, con i quali si collabora in modo informale. I dati di sottosuolo utilizzati per lo studio degli sprofondamenti del piano campagna provengono perlopiù da prove penetrometriche, in parte pubblicate dalla Regione Emilia-Romagna, in parte commissionate da privati a professionisti. In tutte le linee di ricerca, l'elaborazione dei risultati è completata dall'integrazione tra dati di campagna e dati di letteratura. Nell'analisi delle grandi frane quiescenti, particolare attenzione è data all'interpretazione di documenti storici.