(a) Datazione e correlazione fisica degli orizzonti guida nelle
successioni paleo-autoctone del Mugello e dell'alta Romagna, con
individuazione di superfici-tempo equivalenti nelle successioni
semi-alloctone. (b) Ricostruzione della struttura e della
fisiografia del fronte appenninico miocenico, mediante lo studio
degli olistostromi e delle particolari successioni sedimentarie che
li ricoprono. (c) Ricostruzione cronologica della deformazione
appenninica, in base a: riattivazioni e dislocazioni subite dalla
superficie di sovrascorrimento della coltre ligure; rapporti
d'intersezione tra strutture compressive e strutture distensive;
relazioni tra sollevamento recente e strutture distensive. (d)
Analisi della tipologia, dell'evoluzione e delle cause di grandi frane quiescenti dell'Appennino settentrionale e del
Sudalpino, con particolare attenzione alle loro riattivazioni
storiche e/o attuali. (e) Elaborazione dei dati geologici per la modellazione geomeccanica di grandi frane per crollo di roccia. (f) Ipotesi geologiche e geotecniche sullo
sviluppo degli sprofondamenti del piano campagna (“scavernamenti”)
nei dossi fluviali della Pianura padana. (g) Partecipazione a un progetto LIFE sulla mitigazione del rischio da sifonamento negli argini fluivali. (h) Collaborazione con il consorzio interuniversitario FABRE sulle possibili interazioni tra frane e viadotti stradali.
Le linee di ricerca elencate contemplano indagini geologiche,
geomorfologiche e aerofotogeologiche nella catena appenninica tra
Emilia-Romagna, Toscana e Marche. Vengono adottate le consuete
metodologie di rilevamento e di elaborazione dei dati geologici e
geomorfologici. Dove possibile, per la taratura delle sezioni
geologiche si fa uso di profili sismici e stratigrafie di sondaggi.
I dati di sottosuolo relativi alle frane, di nuova acquisizione,
derivano da attività di geognostica e monitoraggio commissionate da
Enti pubblici a professionisti, con i quali si collabora in modo
informale. I dati di sottosuolo utilizzati per lo studio degli
sprofondamenti del piano campagna provengono perlopiù da prove
penetrometriche, in parte pubblicate dalla Regione Emilia-Romagna,
in parte commissionate da privati a professionisti. In tutte le
linee di ricerca, l'elaborazione dei risultati è completata
dall'integrazione tra dati di campagna e dati di letteratura.
Nell'analisi delle grandi frane quiescenti, particolare attenzione
è data all'interpretazione di documenti
storici.