Il mio percorso di ricerca ha prevalentemente intrecciato, in
chiave eminentemente storiografica, le questioni delle identità,
delle rappresentazioni e del mutamento. La prima ricerca
importante, svolta in occasione del dottorato e conclusa nel 1999,
ha preso in esame il rapporto fra pubblico e privato nella cultura
comunista italiana fra anni quaranta e cinquanta del Novecento,
individuando alcune tracce analitiche – la moralità, la famiglia,
le identità e relazioni di genere, il complesso rapporto
militante/partito – grazie alle quali interpretare la dimensione
culturale dell'organizzazione del Pci.
A partire da questo lavoro, si sono sempre più precisati due
principali assi interpretativi di indagine, intorno ai quali ho
impostato le maggiori ricerche successive: quello che rimanda alla
categoria del genere, e in particolare della mascolinità;
quello che coniuga identità politiche e dimensione socio-culturale
più ampia, tentando una lettura di queste ultime non ristretta
all'ambito angusto dell'ideologia ma collegandole allo
specifico contesto storico-antropologico di riferimento.
Al primo approccio appartengono ricerche incentrate sul rapporto
fra mascolinità e antimodernismo nell'Italia fascista, fra
evoluzione delle relazioni di genere e “miracolo economico”, fra
identità maschile e trasformazioni delle più vaste identità sociali
fra anni settanta e novanta del Novecento. Ho inoltre tentato una
sintesi di storia della mascolinità a partire dal secondo Ottocento
fino agli anni settanta del secolo successivo, oltre a soffermarmi
sulla rappresentazione del maschile nel cinema del secondo
dopoguerra. Un'ulteriore ricerca mi ha portato a leggere il
dibattito che accompagnò l'approvazione della legge Merlin
(1948-1958) in una prospettiva di genere.
Ho infine avanzato varie riflessioni di natura interpretativa
sullo studio della mascolinità, che hanno trovato spazio in alcune
brevi pubblicazioni nelle quali sono anche stati passati in
rassegna contributi sul tema di varia natura disciplinare (studi
culturali, antropologici, sociologici, psicologici).
In merito al secondo approccio, oltre a un approfondimento sul
tema delle scuole del Pci nel dopoguerra, mi sono orientato verso
analisi della cultura del movimento operaio negli anni cinquanta e
sessanta, sulle identità operaie e il loro orientamento al
conflitto sociale nell'Italia degli anni cinquanta, sul rapporto
fra sviluppo della cultura di massa e crisi della pedagogia
comunista negli anni del “boom”, sulla memoria del movimento del
Settantasette bolognese e sui suoi possibili percorsi di analisi
storiografica.