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Roberto Guidorzi

Professore emerito

Alma Mater Studiorum - Università di Bologna

Temi di ricerca

Identificazione “Errors-in-Variables”
Filtraggio ottimo in presenza di errori di osservazione  sugli ingressi
Identificazione e deconvoluzione “cieca” di canali di comunicazione
Identificazione di modelli autoregressivi in presenza di rumore additivo
Identificazione di modelli FIR, ARX ed ARARX con rumori additivi sulle osservazioni dell'ingresso e dell'uscita
Realizzazione ed identificazione di sistemi multivariabili
Diagnosi dei guasti
Sviluppo ed implementazione di contesti avanzati di e-learning




 Identificazione “Errors-in-Variables”

Nella maggior parte dei metodi utilizzati per l'identificazione dei processi dinamici viene supposto che siano presenti errori solo sulla osservazione dell'uscita e non su quella dell'ingresso. Quasi sempre tuttavia gli errori sono egualmente presenti sulle osservazioni sia dell'ingresso che delle uscite ed i metodi precedenti possono risultare non affidabili. L'identificazione di modelli basati sulla ipotesi di errori su tutte le misure viene detta identificazione EIV (identificazione di modelli Errors-in-Variables) e risulta notevolmente più complessa rispetto a quella basata sugli approcci tradizionali, soprattutto quando non viene ipotizzato di conoscere a priori la varianza degli errori sulle varie misure. Le ricerche effettuate in questo settore hanno portato alla estensione dello schema di Frisch alla identificazione dei procesi dinamici ed allo sviluppo di procedure robuste e computazionalmente efficienti, applicabili a molti problemi di interesse pratico, dallo speech enhancement alla diagnosi e localizzazione dei malfunzionamenti nei processi.

Filtraggio ottimo in presenza di errori di osservazione sugli ingressi

I modelli stocastici più diffusi utilizzati per il filtraggio considerano rumori additivi con proprietà statistiche note agenti sullo stato e sull'uscita del processo considerato; questo è, ad esempio, il contesto stocastico del diffuso Filtro di Kalman. Il filtraggio consiste nel determinare la stima a minima varianza dello stato e dell'uscita del sistema che ha generato i dati osservati. Un contesto di questo tipo può risultare realistico quando l'ingresso del processo viene generato da un controllore ma lo è in misura ridotta negli altri casi. Nell'ambito del filone di ricerca sul filtraggio sono stati introdotti contesti stocastici più ampi che considerano anche la presenza di errori di osservazione sull'ingresso del processo considerato. Dopo avere esteso la definizione di filtraggio a tale contesto, sono state sviluppate metodologie generali delle quali è stato sviluppato anche l'aspetto della efficienza computazionale. Tali metodologie includono, come casi particolari, sia il Filtro di Kalman sia il filtraggio basato su modelli Errors-in-Variables che considerano errori di osservazione sull'ingresso e sull'uscita ma non la presenza di disturbi sullo stato.

Identificazione e deconvoluzione “cieca” di canali di comunicazione

L'identificazione “cieca” di canali di comunicazione consiste nella stima di un modello del canale a partire dalla sola conoscenza dell'uscita, affetta da rumore additivo. In tale contesto non si ha alcuna conoscenza dell'ingresso, del quale vengono supposte note, in alcuni casi, solo le statistiche. Il modello identificato viene poi utilizzato prevalentemente per la ricostruzione dello stesso ingresso; tale problema viene definito come equalizzazione o deconvoluzione cieca. Questo problema è di grande rilevanza non solo nel settore delle telecomunicazioni ma anche nella radioastronomia, biomedicina, sismologia, etc. Nell'ambito di questa tematica sono stati sviluppati nuovi metodi di identificazione che sfruttano le proprietà dei modelli ad errori nelle variabili ed utilizzano le sole statistiche del secondo ordine dei segnali in gioco senza introdurre limitazioni sull'ingresso. A differenza degli approcci presenti in letteratura, le metodologie sviluppate permettono di trattare rumori di uscita con varianze diverse tra loro ed hanno dimostrato notevole robustezza anche in condizioni di basso rapporto segnale/rumore. Tali tecniche sono state applicate alla soluzione di problemi di cancellazione del riverbero e del rumore, in collaborazione con il Laboratorio di Automatica ed Elaborazione del Segnale (ENSEIRB) dell'Università di Bordeaux.

Identificazione di modelli autoregressivi in presenza di rumore additivo

In varie applicazioni dell'ingegneria quali radar, sonar, stima spettrale, geofisica, ricostruzione di segnali vocali, i segnali in gioco vengono modellati come processi autoregressivi (AR) estesi considerando rumore di misura additivo. In questo contesto le tecniche tradizionali di identificazione AR non sono più consistenti e sono state sviluppate nuove tecniche rimappando il problema in un problema di identificazione EIV; le soluzioni trovate consentono di stimare sia i parametri del modello sia le varianze dei processi in gioco. Sono anche stati sviluppati nuovi algoritmi di filtraggio e di interpolazione per modelli autoregressivi, successivamente applicati nella ricostruzione di segnali vocali in collaborazione con il Laboratorio di Automatica ed Elaborazione del Segnale dell'Università di Bordeaux.

Identificazione di modelli FIR, ARX ed ARARX con rumori additivi sulle osservazioni dell'ingresso e dell'uscita

Nell'ambito di questa ricerca sono stati estesi i classici modelli ad errore di equazione FIR, ARX ed ARAX considerando la presenza di rumori additivi sull'ingresso e sull'uscita. Nel caso dei modelli FIR, la presenza di rumore sull'ingresso rappresenta errori dovuti a campionamento e quantizzazione. Nel caso dei modelli ARX ed ARARX, il contesto proposto risulta particolarmente idoneo in applicazioni quali la diagnosi ed isolamento dei guasti dove i rumori additivi aggiunti rappresentano errori di misura (rumori dei sensori) mentre l'errore di equazione descrive i disturbi di processo. Tali modelli sono inoltre utilizzati in econometria. Sono state proposte nuove procedure di identificazione, caratterizzate da un ottimo compromesso tra accuratezza ed efficienza computazionale, che non richiedono la conoscenza a priori del rapporto tra le varianze dei rumori sull'ingresso e sull'uscita. Tali procedure derivano dalla combinazione delle proprietà dello schema di Frisch dinamico e delle equazioni di Yule-Walker di ordine elevato.

Realizzazione ed identificazione di sistemi multivariabili

L'identificazione di sistemi MIMO è un problema complesso che risulta ancora oggi poco trattato in letteratura. Infatti, le soluzioni valide per i sistemi SISO non sono in generale facilmente estendibili ai modelli con più uscite. Importanti contributi in quest'area sono stati dati introducendo forme canoniche per sistemi MIMO parametrizzati dalla immagine del modello del sistema in un insieme completo di invarianti indipendenti per la relazione di equivalenza costituita da un cambiamento di base nello spazio degli stati. Più recentemente è stata introdotta la rappresentazione canonica di una classe di modelli MIMO non stazionari (quella dei modelli osservabili in un numero di passi pari all'ordine del sistema) e la sua utilizzazione nella realizzazione di sistemi ciclostazionari. E' stato inoltre introdotto un nuovo approccio geometrico alla identificazione EIV dei processi MIMO basato sulla associazione dei modelli a direzioni nello spazio del rumore. Tale approccio consente di superare i problemi di congruenza relativi alla stima della varianza dei rumori sui diversi ingressi ed uscite.

Diagnosi dei guasti

La diagnosi dei guasti per sistemi dinamici complessi è un problema classico nella letteratura degli ultimi venticinque anni. Il guasto deve essere inteso come ogni genere di malfunzionamento che porta ad un comportamento anomalo e non accettabile dell'intero sistema. Tali malfunzionamenti possono interessare i sensori, gli attuatori o altri componenti del sistema. In questo settore è stato introdotto un nuovo approccio geometrico basato sulla variazione della direzione del vettore che rappresenta il rumore totale presente sulle osservazioni nello spazio del rumore, nel contesto dello schema di Frisch dinamico. Tale metodologia è stata anche applicata con successo nella diagnosi del malfunzionamento dell'attuatore degli ipersostentatori in un aeromobile per il quale i dati raccolti in volo hanno consentito di diagnosticare con precisione sia il guasto sia la sua entità.

Sviluppo ed implementazione di contesti avanzati di e-learning

Roberto Guidorzi ha effettuato, nel 1995, le prime sperimentazioni organiche relative all'uso delle ICT (Information and Communication Technologies) nella didattica a Bologna ed ha, successivamente, attuato sperimentazioni di vasta portata basate sullo sviluppo ed utilizzazione da parte degli allievi di laboratori virtuali platform-independent per l'identificazione dei sistemi dinamici utilizzati poi nell'ambito di diversi corsi a Bologna ed in altre università. Nell'ambiro di questo filone ha coordinato il progetto che ha portato allo sviluppo della piattaforma e-learning di Ateneo, AlmaChannel. Il contesto di queste sperimentazioni si basa prevalentemente sul paradigma del costruttivismo e su quello del “cooperative learning” ponendo a disposizione degli allievi ambienti flessibili in grado di rispondere in maniera adeguata alle necessità formative dei singoli allievi. Nell'ambito di tali sperimentazioni, tuttora effettuate nel corso Identificazione dei Modelli ed Analisi dei Dati, è stato raccolto anche un considerevole feedback da parte degli utenti che hanno espresso un apprezzamento molto elevato per gli strumenti realizzati e messi a disposizione.

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