Parole chiave:
cirrosi epatica
trapianto di fegato
alcol-dipendenza
epatiti croniche virali
epatocarcinoma
1. Studio nell'uomo e in modelli animali dei meccanismi
fisiopatologici e molecolari implicati nelle alterazioni
emodinamiche della cirrosi e nelle sue complicanze finalizzato allo
sviluppo di nuovi approcci farmacologici (antagonisti del recettore
CB1 dei cannabinoidi) 2. Studio del danno da preservazione nel
trapianto di fegato con organi di qualità marginale (fegati
steatosici e da donatore anziano) e sviluppo di nuove strategie di
preservazione (camera iperbarica) 3. Epidemiologia
dell'epatocarcinoma e valutazione degli effetti del programma di
sorveglianza sulla prognosi in studi multicentrici italiani ed
europei 4. Studi clinici di fase II e III, volti alla valutazione
dell'efficacia e tollerabilità di strategie terapeutiche per
l'epatite cronica da virus B o C, alternative o complementari
all'interferone 5. Studi clinici sul trattamento farmacologico
della dipendenza da alcol, con particolare riguardo all'impiego di
acido gamma-idrossibutirrico e naltrexone
Linea 1. 1. Le infezioni batteriche, a cui i pazienti con cirrosi
sono particolarmente sensibili, amplificano le alterazioni
emodinamiche proprie di questa malattia favorendo l'insorgenza di
gravi complicanze quali la sindrome epatorenale. Gli obiettivi
degli studi clinici e sperimentali su un modello animale di cirrosi
sono rappresentati da: a. valutare, nei pazienti affetti da cirrosi
epatica, l'incidenza e le caratteristiche della disfunzione
cardiocircolatoria e renale in corso di infezioni batteriche, e b.
identificare i meccanismi molecolari attraverso i quali le
infezioni batteriche inducono un peggioramento della disfunzione
cardiocircolatoria, con particolare riguardo al sistema degli
endocannabinoidi al fine di testare l'efficacia protettiva di un
farmaco antagonista dei recettori CB1. 2. La sindrome
post-paracentesi è causa di un aumento della morbilità e mortalità
del paziente cirrotico. Lo studio prospettico randomizzato si
prefigge di valutare l'efficaciadi un farmaco vasocostrittore
alfa-mimetico a basso costo (midodrina) nella prevenzione di questa
sindrome, confrontandolo con l'infusione di albumina (pratica
standard). 3. Il prolungamento dell'intervallo elettrocardiografico
QT è frequente nei pazienti con cirrosi epatica e rappresenta uno
degli aspetti della cosiddetta “cardiomiopatia cirrotica”. Lo
studio ha lo scopo di determinare gli effetti del beta-blocco non
selettivo (comunemente impiegato nella pratica clinica per la
prevenzione del sanguinamento digestivo secondario ad ipertensione
portale) sul prolungamento dell'intervento QT e le relazioni fra
modificazioni dell'intervallo e riduzione della pressione portale e
della sindrome iperdinamica. Linea 2. Al fine di aumentare il
numero dei trapianti di fegato, vi è un grande interesse ad
ottimizzare l'uso dei cosiddetti organi di qualità “marginale”
(fegati prelevati da donatori anziani e da fegati steatosici). In
tali situazioni, l'identificazione di trattamenti efficaci in grado
di preservare l'integrità e la funzionalità del fegato dal momento
dell'espianto al trapianto è un importante obiettivo della ricerca
trapiantologia. Tale obiettivo viene perseguito attraverso due
studi clinici e sperimentali i cui obiettivi sono, rispettivamente,
dal: 1. valutare l'effetto del precondizionamento ischemico in
pazienti sottoposti a trapianto di fegato, e 2. testare un
innovativo sistema di preservazione dinamica che implica l'impiego
di ossigeno iperbarico al fine di ridurre il danno da preservazione
nel fegato rispetto all'attuale sistema di preservazione statica.
Linea 3. L'epatocarcinoma (HCC) è la quinta neoplasia più frequente
nel genere umano e la prima causa di morte del paziente con cirrosi
compensata. Un primo studio si prefigge di analizzare
l'epidemiologia dell'HCC e la sopravvivenza dei pazienti che ne
sono affetti in 17 nazioni europee (analisi dei dati del registro
oncologico EUROCARE) confrontate per aree geografiche e con i dati
desunti dall'analogo registro statunitense SEER nello stesso
periodo di tempo. Lo studio è svolto in collaborazione con
l'Istituto Superiore di Sanità e con l'Istituto per lo Studio e
Cura dei Tumori di Milano. Un secondo studio vuole definire gli
effetti prognostici della sorveglianza per la diagnosi precoce di
HCC del paziente cirrotico. In particolare, saranno valutati i
fattori che ne influenzano il risultato, con particolare riguardo
alla eziologia e severità dell'epatopatia concomitante all'HCC.
Linea 4. Epatite C: sono in corso studi clinici di fase II e III
per valutare sicurezza di impiego e tollerabilità di farmaci
alternativi o complementari all'interferone sia in pazienti mai
trattati, sia in pazienti non responsivi, quali la timosina-alfa1,
ormone timico immunomodulante di sintesi, ed i farmaci
anti-infiammatori non steroidei, in grado di amplificare l'azione
dell'interferone. Epatite B: sono in corso studi clinici di fase II
e III che sull'impiego di farmaci antivirali (analoghi
nucleos(t)idici da soli o in combinazione in pazienti con malattia
epatica avanzata al fine di valutare sicurezza di impiego,
efficacia nel ritardare la progressione di malattia ed insorgenza
di farmaco-resistenze dal punto di vista clinico e molecolare.
Linea 5. Trattamento farmacologico della dipendenza da alcol,
mediante acido gamma-idrossibutirrico e naltrexone, molecole
approvate in Italia per il trattamento “anti-craving”. In
particolare, sono in corso di valutazione l'efficacia singola o
combinata di queste molecole nel mantenere l'astinenza da alcol,
ridurre il desiderio compulsivo ad assumere bevande alcoliche e
prevenire la ricaduta nell'uso di alcol in differenti tipologie di
pazienti: alcolisti con poli-dipendenza, co-morbidità psichiatrica
e con differente grado di motivazione alla sospensione dell'uso di
alcol.