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Matteo Cescon

Professore ordinario

Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche

Settore scientifico disciplinare: MEDS-06/A Chirurgia generale

Direttore Scuola di Specializzazione Chirurgia Generale (DI 68/2015)

Temi di ricerca

Parole chiave: Epatocarcinoma Metastasi Immunosoppressione Resezioni epatiche Trapianto di fegato

Le linee di ricerca condotte nell'ambito del progetto si caratterizzano per l'innovazione nel campo del trattamento chirurgico delle patologie epatiche di tipo neoplastico e del trapianto di fegato.

Nel campo della chirurgia resettiva per epatocarcinoma su cirrosi vengono valutati i risultati delle resezioni di noduli neoplastici entro i criteri di trapiantabilità. Viene inoltre preso in esame l'impatto della resezione come trattamento di down-staging o di "bridge" al trapianto epatico. Nel caso dei pazienti con epatopatia cronica, è fondamentale stimare il rischio di insufficienza epatica postoperatoria. E' in progetto uno studio atto a valutare la capacità dell'elastografia epatica e dell'elastografia splenica mediante Fibroscan di individuare parametri predittivi di insufficienza epatica post-resezione per HCC su cirrosi. Un ulteriore progetto è mirato alla rivalutazione dell'impatto delle resezioni anatomiche e non anatomiche sulla probabilità di recidiva di epatocarcinoma.

Per quanto riguarda le resezioni epatiche per metastasi colorettali, il trattamento chirurgico viene esaminato nell'ambito di un trattamento multidisciplinare, che include chemioterapia neo-adiuvante ed adiuvante, e la possibilità di eseguire trattamenti ablativi percutanei od intraoperatori, come la radiofrequenza. Dal punto di vista tecnico vengono analizzate e confrontate le diverse metodiche resettive, tra cui la kellyclasia, l'utilizzo di bisturi armonico e di aspiratore ad ultrasuoni. Infine, di fronte alla necessità di eseguire resezioni epatiche estese, viene valutato l'impatto di procedure atte ad aumentare il volume del fegato residuo e/o di modularne il flusso portale.

Nel campo del trapianto di fegato, la ricerca sarà principalmente incentrata sull'utilizzo di inibitori dell'enzima m-TOR (come l'everolimus) come immunodepressori in pazienti trapiantati per epatocarcinoma. I principi di allocazione degli organi ai pazienti in lista d'attesa post-trapianto saranno rivalutati in maniera retrospettiva e prospettica mediante nuovi meccanismi, in modo da confrontare criteri di utilità, urgenza e beneficio dell'intera popolazione di pazienti in attesa di trapianto. Infine saranno condotti studi sulla possibilità di utilizzare terapie cellulari allo scopo di migliorare la qualità degli organi trapiantati o di indurre tolleranza del paziente nei confronti del graft.

Alcune di queste linee rappresentano la logica prosecuzione di ricerche già in corso, mentre altre sono del tutto innovative. Linea comune è l'ampliamento della ricerca scientifica e clinico-terapeutica nel campo dell'epatologia chirurgica.



RESEZIONI EPATICHE PER EPATOCARCINOMA (HCC) SU CIRROSI ENTRO I CRITERI DI TRAPIANTABILITA' - IMPATTO DELLA RESEZIONE COME TRATTAMENTO DI DOWN-STAGING O DI "BRIDGE" AL TRAPIANTO EPATICO. La miglior strategia terapeutica (resezione vs. trapianto) per HCC che si presenti, per dimensioni e numero di noduli, entro i criteri comunemente adottati per l'indicazione al trapianto è ancora dibattuto, soprattutto in considerazione della persistente carenza di organi. Il progetto prevede la definizione di una standardizzazione dei risultati della chirurgia resettiva in questo ambito per quanto riguarda la diagnostica intraoperatoria basata sull'ecografia (riscontro di nuovi noduli), la mortalità e la morbilità perioperatoria, e la sopravvivenza a distanza dei pazienti trattati in almeno due centri nazionali altamente specializzati. I risultati ottenuti in centri di riferimento, verosimilmente migliorati rispetto al recente passato grazie ad acquisizioni tecniche, tecnologiche e di gestione intra- e postoperatoria, dovrebbero contribuire a delineare una più moderna strategia operativa nei pazienti con HCC, non escludendo comunque l'utilizzo in sequenza sia della resezione che del trapianto di fegato.

UTILIZZO DEL FIBROSCAN NELLO STUDIO DI PAZIENTI CIRROTICI CANDIDATI A RESEZIONE EPATICA.Il Fibroscan è uno strumento che misura, in maniera non invasiva e tramite elastrografia, il grado di "durezza" (e quindi di fibrosi) degli organi parenchimatosi, tra cui il fegato. La ricerca in atto si propone di valutare parametri elastografici predittivi di insufficienza epatica transitoria postoperatoria in pazienti sottoposti a resezione epatica per HCC, correlando tali dati ai comuni parametri biochimici di funzione epatica ed al tasso di ritenzione del verde indocianina (test funzionale).

RESEZIONI EPATICHE PER METASTASI COLORETTALI. Questo trattatmento rentra sempre più all'interno di un approccio multidisciplinare, sulla base di recenti miglioramenti dei risultati della chemioterapia, sia neo-adiuvante che adiuvante. Il progresso nelle tecniche di termoablazione, in primis la radiofrequenza, ha reso razionale anche il loro utilizzo in casi particolari con la stessa filosofia. Il progetto verte sull'analisi prospettica di tale approccio multidisciplirnare date le alte competenza specifiche all'interno del Policlinico S.Orsola di Bologna, con la possibilità anche in questo caso di allargamento ad altri centri nazionali con competenze simili.

TECNICHE DI RESEZIONE EPATICA. Nonostante il fiorire di numerosi studi sull'individuazione della migliori tecnica per eseguire la resezione chirurgica del fegato, non esiste ancora una metodologia sicuramente superiore alle altre. Gli strumenti in uso presso l'Unità Operativa di riferimento sono la classica kellyclasia, il bisturi armonico (recentemente oggetto di innovazione ergonomica e performance complessiva) e l'aspiratore ad ultrasuoni. Il progetto si propone di analizzare e confrontare in maniera prospettica i risultati ottenuti con le suddette metodiche in termini di perdite ematiche, necessità di trasfusioni, velocità della resezione, complicanze intra- e perioperatorie.

UTILIZZO DI INIBITORI DELL'ENZIMA M-TOR COME IMMUNOSOPPRESSORI NEL TRAPIANTO DI FEGATO PER HCC. Sebbene la letteratura riporti diverse esperienze di utilizzo di inibitori dell'mTOR (sirolimus ed everolimus) nell'immunosoppressione dopo trapianto di organo solido in associazione agli inibitori della calcineurina (CNI) o in loro sostituzione in caso di effetti collaterali da CNI, non vi sono finora risultati certi sugli effetti di questi farmaci nella prevenzione della recidiva tumorale in pazienti trapiantati per HCC. Il progetto si propone di verificare l'efficacia di tale categoria di farmaci in pazienti che siano ad alto rischio di recidiva, presentando almeno due fattori di rischio tra: 1) tumori al di fuori dei cosiddetti criteri di Milano di trapiantabilità all'esame istologico definitivo del fegtao nativo; 2) alti valori di alfa-fetoproteina; 3) grading istologico elevato; 4) invasione vascolare neoplastica.