Le linee di ricerca condotte nell'ambito del progetto si
caratterizzano per l'innovazione nel campo del trattamento
chirurgico delle patologie epatiche di tipo neoplastico e del
trapianto di fegato.
Nel campo della chirurgia resettiva per epatocarcinoma su
cirrosi vengono valutati i risultati delle resezioni di noduli
neoplastici entro i criteri di trapiantabilità. Viene inoltre preso
in esame l'impatto della resezione come trattamento di down-staging
o di "bridge" al trapianto epatico. Nel caso dei pazienti con
epatopatia cronica, è fondamentale stimare il rischio di
insufficienza epatica postoperatoria. E' in progetto uno studio
atto a valutare la capacità dell'elastografia epatica e
dell'elastografia splenica mediante Fibroscan di individuare
parametri predittivi di insufficienza epatica post-resezione per
HCC su cirrosi. Un ulteriore progetto è mirato alla rivalutazione
dell'impatto delle resezioni anatomiche e non anatomiche sulla
probabilità di recidiva di epatocarcinoma.
Per quanto riguarda le resezioni epatiche per
metastasi colorettali, il trattamento chirurgico viene
esaminato nell'ambito di un trattamento multidisciplinare, che
include chemioterapia neo-adiuvante ed adiuvante, e la possibilità
di eseguire trattamenti ablativi percutanei od intraoperatori, come
la radiofrequenza. Dal punto di vista tecnico vengono
analizzate e confrontate le diverse metodiche resettive, tra
cui la kellyclasia, l'utilizzo di bisturi armonico e
di aspiratore ad ultrasuoni. Infine, di fronte alla
necessità di eseguire resezioni epatiche estese, viene valutato
l'impatto di procedure atte ad aumentare il volume del fegato
residuo e/o di modularne il flusso portale.
Nel campo del trapianto di fegato, la ricerca sarà
principalmente incentrata sull'utilizzo di inibitori dell'enzima
m-TOR (come l'everolimus) come immunodepressori in pazienti
trapiantati per epatocarcinoma. I principi di allocazione degli
organi ai pazienti in lista d'attesa post-trapianto saranno
rivalutati in maniera retrospettiva e prospettica mediante nuovi
meccanismi, in modo da confrontare criteri di utilità, urgenza e
beneficio dell'intera popolazione di pazienti in attesa di
trapianto. Infine saranno condotti studi sulla possibilità di
utilizzare terapie cellulari allo scopo di migliorare la qualità
degli organi trapiantati o di indurre tolleranza del paziente nei
confronti del graft.
Alcune di queste linee rappresentano la logica prosecuzione di
ricerche già in corso, mentre altre sono del tutto innovative.
Linea comune è l'ampliamento della ricerca scientifica e
clinico-terapeutica nel campo dell'epatologia chirurgica.
RESEZIONI EPATICHE PER EPATOCARCINOMA (HCC) SU CIRROSI ENTRO I
CRITERI DI TRAPIANTABILITA' - IMPATTO DELLA RESEZIONE COME
TRATTAMENTO DI DOWN-STAGING O DI "BRIDGE" AL TRAPIANTO
EPATICO. La miglior strategia terapeutica (resezione vs.
trapianto) per HCC che si presenti, per dimensioni e numero di
noduli, entro i criteri comunemente adottati per l'indicazione al
trapianto è ancora dibattuto, soprattutto in considerazione della
persistente carenza di organi. Il progetto prevede la definizione
di una standardizzazione dei risultati della chirurgia resettiva in
questo ambito per quanto riguarda la diagnostica intraoperatoria
basata sull'ecografia (riscontro di nuovi noduli), la mortalità e
la morbilità perioperatoria, e la sopravvivenza a distanza dei
pazienti trattati in almeno due centri nazionali altamente
specializzati. I risultati ottenuti in centri di riferimento,
verosimilmente migliorati rispetto al recente passato
grazie ad acquisizioni tecniche, tecnologiche e di
gestione intra- e postoperatoria, dovrebbero contribuire
a delineare una più moderna strategia operativa nei pazienti
con HCC, non escludendo comunque l'utilizzo in sequenza sia della
resezione che del trapianto di fegato.
UTILIZZO DEL FIBROSCAN NELLO STUDIO DI PAZIENTI CIRROTICI
CANDIDATI A RESEZIONE EPATICA.Il Fibroscan è uno strumento che
misura, in maniera non invasiva e tramite elastrografia, il grado
di "durezza" (e quindi di fibrosi) degli organi parenchimatosi, tra
cui il fegato. La ricerca in atto si propone di valutare parametri
elastografici predittivi di insufficienza epatica transitoria
postoperatoria in pazienti sottoposti a resezione epatica per HCC,
correlando tali dati ai comuni parametri biochimici di
funzione epatica ed al tasso di ritenzione del verde indocianina
(test funzionale).
RESEZIONI EPATICHE PER METASTASI COLORETTALI. Questo
trattatmento rentra sempre più all'interno di un approccio
multidisciplinare, sulla base di recenti miglioramenti dei
risultati della chemioterapia, sia neo-adiuvante che adiuvante. Il
progresso nelle tecniche di termoablazione, in primis la
radiofrequenza, ha reso razionale anche il loro utilizzo in casi
particolari con la stessa filosofia. Il progetto verte
sull'analisi prospettica di tale approccio multidisciplirnare
date le alte competenza specifiche all'interno del Policlinico
S.Orsola di Bologna, con la possibilità anche in questo caso di
allargamento ad altri centri nazionali con competenze simili.
TECNICHE DI RESEZIONE EPATICA. Nonostante il fiorire di numerosi
studi sull'individuazione della migliori tecnica per eseguire la
resezione chirurgica del fegato, non esiste ancora una metodologia
sicuramente superiore alle altre. Gli strumenti in uso presso
l'Unità Operativa di riferimento sono la classica kellyclasia,
il bisturi armonico (recentemente oggetto di innovazione ergonomica
e performance complessiva) e l'aspiratore ad ultrasuoni. Il
progetto si propone di analizzare e confrontare in maniera
prospettica i risultati ottenuti con le suddette metodiche in
termini di perdite ematiche, necessità di trasfusioni,
velocità della resezione, complicanze intra- e perioperatorie.
UTILIZZO DI INIBITORI DELL'ENZIMA M-TOR COME IMMUNOSOPPRESSORI
NEL TRAPIANTO DI FEGATO PER HCC. Sebbene la letteratura riporti
diverse esperienze di utilizzo di inibitori dell'mTOR (sirolimus ed
everolimus) nell'immunosoppressione dopo trapianto di organo solido
in associazione agli inibitori della calcineurina (CNI) o in loro
sostituzione in caso di effetti collaterali da CNI, non vi sono
finora risultati certi sugli effetti di questi farmaci nella
prevenzione della recidiva tumorale in pazienti trapiantati per
HCC. Il progetto si propone di verificare l'efficacia di tale
categoria di farmaci in pazienti che siano ad alto rischio di
recidiva, presentando almeno due fattori di rischio tra: 1) tumori
al di fuori dei cosiddetti criteri di Milano di trapiantabilità
all'esame istologico definitivo del fegtao nativo; 2) alti
valori di alfa-fetoproteina; 3) grading istologico elevato; 4)
invasione vascolare neoplastica.