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Martina Bacaro

Dottoranda

Dipartimento di Filosofia

Assegnista di ricerca

Dipartimento di Informatica - Scienza e Ingegneria

Settore scientifico disciplinare: ING-INF/05 SISTEMI DI ELABORAZIONE DELLE INFORMAZIONI

Temi di ricerca

Parole chiave: Human-Robot Interaction; Filosofia delle scienze cognitive; Enattivismo; Semiotica cognitiva; Epistemologia delle tecnologie robotiche

Titolo: Tu, robot. Per una concezione enattivista dell’interazione tra umani e robot

 

Abstract:

L’obiettivo della ricerca è quello di riconsiderare l’interazione tra umani e robot (Human-Robot Interaction, HRI) all’interno di una concezione enattivista della mente. La robotica ha sinora utilizzato una visione classica della mente, legata alla metafora del computer e della cognizione come computazione disincarnata rappresentazionale per costruire i propri modelli. Questa impostazione produce dati contraddittori e non è riuscita sinora a creare robot capaci di sostenere interazioni efficaci e lineari. La mia tesi è che questi problemi dipendano da una sovrapposizione non dimostrata tra cognizione umana e cognizione robotica, che riduce l’interazione a una modalità inferenziale di dare senso alle azioni degli altri. Al contrario, solo partendo dalla differenza costitutiva tra cognizione umana e robotica, e da una concezione di interazione diversa sarà possibile risolvere alcuni problemi ad oggi presenti nello stato dell’arte. Per questo riteniamo necessario intraprendere una strada ancora inesplorata affrontando gli studi sulla HRI attraverso le teorie enattiviste della cognizione. Per raggiungere questo obiettivo, la tesi sarà divisa in quattro parti. La prima parte consiste in una ricostruzione critica della storia della robotica, utile sia per mostrare come si sia costruito l’immaginario contemporaneo riguardante i robot, sia a mostrare le intersezioni e i reciproci condizionamenti tra robotica e teorie della cognizione. La seconda parte affronta il problema di cosa sia un robot oggi, di come la sua rappresentazione oscilli tra i poli estremi di artefatto costruito per ingannare e quello di oggetto magnifico della tecnica. Nella terza parte si cerca di problematizzare alcuni strumenti teorici utilizzati in HRI, nello specifico i concetti interazione, di cognizione sociale, di intenzionalità attribuita e agency percepita. Questo permetterà di mostrare tutta l’ambiguità e le difficoltà di definire la cognizione del robot, un agente cognitivo che oscilla tra autonomia e dipendenza, e che costituisce un problema particolare per la comprensione umana. Infine, si prenderà in considerazione il fenomeno dell’Uncanny Valley come esempio limite in cui vengono mostrate le mancanze di un approccio cognitivista classico e le potenzialità e i vantaggi di un approccio enattivista.

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