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Mario Angelo Neve

Professore ordinario

Dipartimento di Beni Culturali

Settore scientifico disciplinare: M-GGR/01 GEOGRAFIA

Presidente del Consiglio di Campus di Ravenna

Temi di ricerca

Parole chiave: scienze cognitive geografia storia delle tecniche e della tecnologia storia della cartografia modelli geografici

  • lo studio della genesi e dell'evoluzione dei modelli geografici dei paradigmi culturali (con una particolare attenzione verso i problemi della rappresentazione cartografica e del paesaggio);
  • l'analisi dei modelli geografici della comunicazione e dell'informazione;
  • la carta geografica come sistema cognitivo.



Per quanto riguarda la prima e la terza linea di ricerca (i modelli geografici degli spazi culturali e la carta geografica come sistema cognitivo), ho approfondito il tema del rapporto tra arte, scienza e percezione nella rappresentazione geografica alla luce degli apporti recenti sia delle scienze cognitive sia della storia della scienza.

Per quanto riguarda la seconda linea di ricerca (l'analisi dei modelli geografici della comunicazione e dell'informazione) mi sono concentrato sul tema della tecnica e sulla revisione del rapporto natura/cultura come si è venuto delineando nel dibattito più recente in merito alla nozione di 'ambiente'. In questa direzione si muovono i lavori recenti sul concetto di patrimonio culturale riferito all'ambiente urbano e ai paesaggi.

Un esito parziale delle ultime ricerche è il volume Il disegno dell'Europa.

Le carte geografiche sono oggetti che suscitano ancora curiosità, ma il cui potere persuasivo è tutt'altro che riconosciuto. Nonostante siano impiegate più che mai quotidianamente, da quando la loro versione digitale sui dispositivi mobili come tablet e smartphone ne rende possibile gli usi più svariati, la loro vera natura resta ancora dominio degli specialisti, anche grazie all'analfabetismo geografico indotto dalle riforme dell'istruzione.
In effetti, le mappe hanno sempre fatto circolare fiducia in una determinata visione del mondo, quindi in una specifica lettura politica della realtà e, a volte, ne hanno reso possibile la progettazione.
Perché quindi «disegno dell’Europa»? Perché questo libro sceglie di seguire il filo conduttore delle rappresentazioni geografiche di ciò che oggi viene chiamata identità europea, cercando di mostrare il ruolo delle mappe sia come certificazione di un dominio territoriale in atto sia come prefigurazione di un territorio da realizzare.
In questo libro ci si chiede: l’Europa che conosciamo sarebbe stata la stessa senza carte geografiche? Quanto delle odierne difficoltà nell’immaginare e realizzare una effettiva unità europea sono da attribuire a una sorta di ‘sindrome cartografica’?