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Maria Alessandra De Marco

Professoressa a contratto a titolo gratuito

Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie

Temi di ricerca

Parole chiave: ecologia dei patogeni, malattie trasmissibili emergenti, virus influenzali, coronavirus, fauna selvatica, rischio zoonotico, medicina occupazionale, conservazione della fauna selvatica, driver ecologici

  • In continuità con gli studi intrapresi durante l’elaborazione delle tesi di dottorato e specializzazione, la principale attività di ricerca è svolta nell’area dell’ecopatologia della fauna selvatica omeoterma, con particolare attenzione allo studio di patogeni emergenti da serbatoi animali. In tale contesto conduce ricerche finalizzate alla comprensione dei meccanismi di trasmissione interspecie dei patogeni nell’interfaccia di connessione ambiente/specie animali selvatiche/specie animali domestiche/uomo. In particolare, approfondisce gli studi sulla presenza e diffusione di malattie infettive virali in specie selvatiche, per valutare il ruolo di questi animali nell’eco-epidemiologia di infezioni zoonotiche (Vet Res Commun, 2003, 27 suppl 1:107-114; Vet Res Commun, 2003, 27 suppl 1:115-122; Avian Dis, 2003, 47:861-866; Vet Mic, 2004, 98:197-208) e/o di malattie di specie domestiche (Vet Rec, 2001, 149:56-58; J Gen Virol, 2002, 83:413-420; Avian Pathol, 2005, 34(6):480-485).
  • Nell’ambito di tali attività acquisisce specifiche competenze nella ricerca sull’ecologia dei virus influenzali di tipo A, sia nelle attività di campo (operazioni di cattura e raccolta di campioni biologici da specie selvatiche nel loro ambiente naturale) sia nelle successive fasi di diagnosi di laboratorio e di elaborazione dei dati prodotti (Vet Res Commun, 2003, 27 suppl 1:107-114). Si specializza nella diagnostica virologica e sierologica delle infezioni da virus influenzali animali ed umani mediante l’acquisizione di tecniche sierologiche e di isolamento virale, nonchè di nuove metodiche biomolecolari (BMC Infectious Dis, 2006, 6, 87, DOI: 10.1186/1471-2334-6.87). I principali risultati scientifici, pubblicati su riviste internazionali con impact factor, includono la prima identificazione in anatidi selvatici di un virus influenzale H7N3, risultato essere il precursore diretto di virus successivamente adattatisi al pollame domestico (Virology, 2004, 323:24-36) e da questo trasmessi a lavoratori del comparto avicolo (J Infectious Dis, 2005, 192:1318-1322).
  • Durante i quattro anni (2008-2012) di comando presso l’Istituto Superiore di Sanità’ (ISS), dal 2009 supporta attivamente le ricerche collegate all’emergenza pandemica da virus H1N1, di origine suina (EID, 2010, 16:863-865; Eurosurveillance, 2010, 15:6-8; Virus Res, 2013, 175:151-154; Influenza and Other Respiratory Viruses. 2014, 8(3):367-375). In tale ambito, effettua prove di efficaciadi vaccini anti-influenzali adiuvati e collabora alla segnalazione di un focolaio da virus H1N1 pandemico in una colonia felina (Zoon Public Health, 2011, 58:573-581).
  • Partecipa alla scoperta di un nuovo meccanismo di trasmissione dei virus influenzali A nelle specie aviarie serbatoio naturale, legato alla concentrazione del virus sul piumaggio degli uccelli acquatici selvatici e alla sua successiva ingestione tramite il comportamento del preening (PLoS One, 2010, 5(6):e11315). Tale scoperta implica potenziali ricadute sul sistema di sorveglianza dell’influenza aviaria (Italian J Pub Health, 2012, 9: 29-36) ed è alla base di un approccio innovativo al campionamento utilizzato durante recenti attività di sorveglianza attiva dell’influenza aviaria nell’avifauna selvatica (Microorganisms, 2021, 9(11):2188. doi.org/10.3390/microorganisms9112188).
  • Nel mese di dicembre 2011, l’ISS le affida l’incarico di recarsi in Russia presso la Novosibirsk State University ed lo State Research Center of Virology and Biotechnology-VECTOR. Tale missione è finalizzata ad avviare una collaborazione scientifica Italia/Russia, per investigare i circuiti ambientali di trasmissione dei virus influenzali legati a specie aviarie migratrici e in particolare la dinamica di diffusione dal Sud-Est asiatico del virus H5N1, altamente patogeno. A seguito della collaborazione scientifica con la Novosibirsk State University effettua studi virologici finalizzati a valutare la persistenza dei virus influenzali aviari in ecosistemi naturali ed antropici della Siberia Occidentale (PLoS One, 2014, 9(6):e100859) e alla caratterizzazione biologica e genetica di virus influenzali H7N3 isolati da germani reali campionati nella Regione del Mar Caspio (Microorganisms, 2021. 9(4):864. doi: 10.3390/microorganisms9040864).
  • Si perfeziona inoltre nella valutazione dello stato immunitario di soggetti professionalmente esposti al rischio di infezione con virus influenzali circolanti in animali domestici e in specie selvatiche a vita libera, svolgendo indagini siero-epidemologiche di medicina occupazionale nel comparto avicolo (Avian Dis, 2012, 56:1068-1071; Microorganisms, 2021, 9(10):2153. DOI: 10.3390/microorganisms9102153) e suinicolo (PLoS One, 2013, 8(2):e57576).
  • Nell’ambito dell’ecopatologia e conservazione fauna, collabora a ricerche volte a stimare il rischio sanitario legato alla presenza di infezione da virus influenzali in specie aviarie selvatiche a rischio di estinzione (Avian Dis, 56:1034-1039, 2012) e valuta la dinamica di circolazione dei virus influenzali nelle specie aviarie serbatoio naturale, integrando dati virologici con studi di genetica di popolazione della specie ospite (Veterinary Microbiology, 2014, 170(3-4): 418-424).
  • Collabora inoltre in attività di ricerca sull’ecologia dei virus influenzali in cinghiali a vita libera, valutando attraverso indagini sierologiche e virologiche la dinamica dell’infezione in popolazioni campionate in diversi habitat (Journal of Wildlife Diseases, 2019. 65(1):158-163).
  • Collabora allo svolgimento di indagini virologiche sull’ecologia di virus potenzialmente emergenti in ricci europei campionati in aree urbane e rurali, evidenziando elevate prevalenze di animali positivi in PCR per beta-coronavirus (EriCoVs) filogeneticamente correlati al coronavirus della MERS (Animals (Basel), 2020, 10(3). pii: E407. doi: 10.3390/ani10030407). Partecipa inoltre a studi che portano alla scoperta di tratti del gene CD200 del riccio incorporati nel genoma degli EriCoV —evidenza dimostrata per la prima volta nei coronavirus— e potenzialmente in grado di condizionare la durata di tali infezioni in specie serbatoio naturale (Viruses, 2020, 12(12):1471. doi: 10.3390/v12121471).

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