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Marco Dugato

Professore ordinario

Dipartimento di Scienze Giuridiche

Settore scientifico disciplinare: IUS/10 DIRITTO AMMINISTRATIVO

Direttore Scuola di Specializzazione in Studi sull'Amministrazione Pubblica (SPISA)

Temi di ricerca

Parole chiave: società pubbliche ambiente governo del territorio servizi pubblici regolazione bancaria

a) servizi pubblici locali; b) società a partecipazione pubblica c) ambiente e governo del territorio.

Servizi pubblici locali. Il settore dei servizi pubblici locali è, come noto, investito da un processo di riforma avviato negli anni 90 e non ancora concluso, che tuttavia ha subito  recentemente una brusca accelerazione e che rende il quadro generale assai frammentato e di difficile ricostruzione. Prima l'introduzione dell'art. 23 bis (l. n. 133 del 2008) ed i principi in esso contenuti (ridimensionamento degli affidamenti in house; ricorso alle società miste), poi la sua abrogazione a seguito del referendum di giugno 2011, hanno messo in discussione gli elementi consolidatisi negli anni precedenti. I nodi irrisolti e sui quali è necessaria un'approfondita analisi che ricostruisca il dato normativo alla luce delle pronunce giurisprudenziali sono i seguenti: utilizzabilità delle società miste; presupposti e limiti dell'affidamento in house; periodo transitorio e sorte degli affidamenti in atto; rapporto tra disciplina generale e discipline di settore. Sullo sfondo, poi, occorre ancora definire questioni centrali e di rilievo generale: ambiti e limiti delle liberalizzazioni del mercato di riferimento; modalità e contenuti delle privatizzazioni (società con quali regole e quale disciplina); misura e strumenti della regolazione pubblica; ruolo delle autorità di regolazione, tutela degli utenti.
Società a partecipazione pubblica. Una delle più evidenti trasformazioni del diritto amministrativo recente è, com'è noto, il ricorso sempre più frequente a figure soggettive di diritto privato specie nella forma delle società per azioni per lo svolgimento di attività di rilevanza pubblica. Ciò è avvenuto tanto in ambito locale dove secondo il rapporto Unioncamere del 2007, nel 2005 le società partecipate da regioni, province e comuni erano 4874, che in ambito statale dove secondo i dati del Dipartimento del tesoro, lo stato detiene partecipazioni (in molti casi di maggioranza e spesso totalitarie) in 20 società. Il ricorso a queste figure ha posto numerose questioni tra cui soprattutto quella dell'individuazione della disciplina ad esse applicabile, se speciale (in ragione dell'attività svolta e della pubblicità delle risorse utilizzate, come osservato dalla giurisprudenza, specie amministrativa ) o ordinaria (civilistica), come precisato dalla prevalente dottrina. In questo contesto, tuttavia, recenti interventi legislativi (decreto Bersani e l. n. 133 del 2008 in materia di personale, ad esempio) e pronunce giurisprudenziali (con riguardo alla responsabilità delle società, al loro assoggettamento al patto di stabilità e così via) hanno profondamente modificato gli originari termini del dibattito, imponendo una significativa riconsiderazione della categoria in questione. L'obiettivo è quello di differenziare le diverse tipologie societarie (quelle che operano nel mercato, da quelle che operano in settori protetti, quelle miste da quelle integralmente pubbliche e così via, quelle quotate in borsa da quelle non quotate), per ripensarne la disciplina, in modo da individuare il possibile punto di equilibrio, tra la tutela della pubblicità delle risorse utilizzate e la garanzia di condizioni di operatività equivalenti a quelle delle società di diritto comune.  Ambiente e governo del territorio    
Il governo del territorio rappresenta un fenomeno di grande attualità. Il suo esplicito inserimento nella carta costituzionale nel 2001 se da un lato ha chiarito il superamento dei più risalenti concetti di urbanistica ed edilizia singolarmente intesi ha anche posto numerose questioni interpretative. Al governo del territorio vanno infatti ascritte attività diverse che si concretizzano in strumentazioni di tipo diverso (piani, programmi, ma anche provvedimenti), che prevedono il concorso di operatori (pubblici e privati) che operano con modalità e per finalità differenti. A tutto ciò deve aggiungersi la confluenza nel governo del territorio di interessi diversi  e talvolta confliggenti. Non sfugge ad esempio, come vi sia una relazione strettissima tra pianificazione del territorio e tutela dell'ambiente, benché peraltro la competenza alla cura degli interessi in questione sia affidata a soggetti istituzionali diversi. Sullo sfondo, rimane l'assenza di chiari riferimenti legislativi, in mancanza della più volte auspicata legge fondamentale del governo del territorio. Per queste ragioni l'obiettivo della ricerca è una ricostruzione del dato normativo, alla luce delle più recenti tendenze che hanno investito la pianificazione del territorio (ad esempio, la nuova strutturazione della pianificazione comunale, o il sempre più frequente ricorso a forme di cooperazione pubblico-privato, i c.d. programmi complessi), che consenta la definizione di forme di composizione e coordinamento dei diversi interessi che confluiscono nella nozione di governo del territorio in senso ampio, anche alla luce del frazionamento delle competenze su diversi livelli istituzionali, con particolare riguardo alla relazione tra pianificazione del territorio e la tutela dell'ambiente.