Foto del docente

Isacco Turina

Ricercatore confermato

Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali

Settore scientifico disciplinare: SPS/08 SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI E COMUNICATIVI

Temi di ricerca

Sociologia della religione; Etiche contemporanee.



La Santa Sede e le politiche di controllo pastorale della mobilità umana nel secondo dopoguerra

I flussi migratori transnazionali hanno iniziato a stravolgere la vita di una parte dei cattolici europei già nel corso dell'Ottocento, intensificandosi nella seconda metà del secolo e diventando, al principio del Novecento, una questione politica di rilievo internazionale. Le iniziative della gerarchia e delle associazioni cattoliche in questo periodo sono state analizzate in modo esauriente dalla storiografia contemporanea, in particolare italiana (G. Rosoli, M. Sanfilippo, G.G. Tassello), che ha ricostruito i tentativi religiosi di risposta a un fenomeno nuovo e di dimensioni planetarie, che peraltro si intrecciava ai mutamenti sociali, economici e culturali dell'epoca.

Il Vaticano si è trovato così ad affrontare da un lato la faticosa necessità di riorganizzare gradualmente una pastorale che, secondo il modello della Controriforma, continuava a basarsi sulla presunzione della stabilità territoriale dei fedeli; dall'altro poteri esterni quali i governi degli stati secolari, non da ultimo il regime fascista che portava avanti una propria strategia di italianizzazione degli emigrati a scopi propagandistici e di potenza nazionale.

Se queste vicende, grazie ai contributi degli autori citati, sono ormai ben note, molto rimane da approfondire sul secondo dopoguerra, caratterizzato in una prima fase dalla drammatica situazione di milioni di sfollati, deportati e rifugiati a causa del conflitto, e in seguito da un allargamento del problema su scala mondiale con la fondazione dei nuovi stati nazionali sorti dal ritiro del colonialismo. Ma a complicarsi è anche la tipologia degli spostamenti: alle migrazioni per lavoro dell'era precedente si affianca la mobilità forzata delle emergenze umanitarie e inoltre, soprattutto a partire dagli anni Sessanta, il fenomeno del turismo.

La Santa Sede si è sforzata di accompagnare questi cambiamenti che rendevano sempre più concreta e drammatica la metafora antica del popolo dei fedeli come gregge in movimento. Ciò ha comportato innanzitutto un ripensamento dei fondamenti della pastorale, che ha dovuto imparare a contemperare la logica tradizionale del territorio con quella moderna dei flussi. Ha inoltre prodotto adeguamenti a livello magisteriale, con lo sviluppo di una riflessione articolata sull'accoglienza allo straniero, e a livello strutturale, con l'istituzione in Vaticano di organismi preposti alla cura delle persone in situazione di mobilità, oltre al sostegno a varie associazioni come Caritas Internationalis.

Tre documenti essenziali in questo percorso sono la costituzione Exsul familia (1952), il motu proprio Pastoralis migratorum cura (1969) e l'istruzione Erga migrantes (2004), che in materia costituiscono la principale eredità dei pontificati di Pio XII, Paolo VI e Giovanni Paolo II. Anche il Concilio Vaticano II mostra di aver recepito questi mutamenti: la teologia del “popolo di Dio in cammino†sembra in effetti una rappresentazione adatta a un'epoca di migrazioni e itinerari, impensabile nel contesto di fissità territoriale presupposto dalla Controriforma.

L'insieme delle iniziative della Santa Sede, rivolte tanto a migranti, rifugiati e nomadi, quanto a turisti, pellegrini, marinai, personale delle compagnie aeree e studenti all'estero, configura nel complesso una vera e propria utopia religiosa di controllo pastorale della mobilità umana planetaria, in cui il progetto ottocentesco di riguadagnare un'influenza diretta sulla società si aggiorna per adeguarsi ai nuovi scenari della globalizzazione. D'altronde se consideriamo che l'entrata di immigrati latinoamericani, per lo più di fede cattolica, potrebbe nel volgere di pochi decenni modificare gli equilibri religiosi in un paese tradizionalmente protestante come gli Stati Uniti, dovremo constatare che le poste in gioco sono di assoluto rilievo per l'istituzione ecclesiastica.

Il lavoro consisterà in una lettura sociologica di un corpus di testi ufficiali della curia romana, interpretati sullo sfondo dei fatti storici e sociali ai quali reagiscono e delle dinamiche organizzative che intraprendono (oltre ai documenti raccolti nell'Enchiridion della Chiesa per le migrazioni, integrati da quanto è uscito dopo il 2000, includeremo nello studio le varie pubblicazioni del Pontificio consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti). Per l'analisi ci rifaremo sia al concetto foucauldiano di potere pastorale, sia a proposte teoriche provenienti dalla teologia, come l'idea di diaspora elaborata da Karl Rahner e ripresa da Thomas Merton. Seguiremo inoltre la recente letteratura sociologica sul rapporto fra migrazioni e religioni.

A latere, continuerà il lavoro sul precedente progetto di ricerca, dedicato allo studio sociologico dell'etica antispecista.

Ultimi avvisi

Al momento non sono presenti avvisi.