1-Fattori di rischio e protezione nella vita
quotidiana
2-Aggressività e violenza in adolescenza
3-Teoria delle rappresentazioni sociali
1-Fattori di rischio e protezione nella vita
quotidiana
Con particolare attenzione alla popolazione adolescenziale, ci
si propone di affrontare i seguenti specifici temi di ricerca:
Elementi strutturanti della vita quotidiana.
Questo tema di ricerca è mirato all'analisi delle influenze sui
processi psicologici degli elementi strutturanti della vita
quotidiana, routine, rituali e regole, evidenziandone la loro
funzione di fattori protettivi o di rischio sullo sviluppo.
Aspetti psicosociali e relazionali in famiglie con figli
affetti da malattie emorragiche congenite. Questo tema di
ricerca è finalizzato a studiare l'impatto psicologico, sociale e
relazionale che la malattia emorragica congenita e la sua cura
determinano sulla qualità di vita del paziente bambino e dei suoi
familiari, a fronte della constatazione che in età evolutiva la
malattia cronica, in particolare quella emorragica congenita (es.
Emofilia e Malattia di von Willebrand), comporta quasi sempre
problematiche che possono interferire con la qualità della vita del
bambino, le sue aspirazioni ed i suoi progetti, condizionandone la
crescita e lo sviluppo.
Solitudine in adolescenza. Nell'ambito di
questo tema di ricerca ci si propone di approfondire il significato
che viene attribuito in adolescenza all'esperienza solitaria.
L'intento è di colmare una lacuna presente nell'ambito della
psicologia sociale, la quale si è principalmente interessata allo
studio del "senso di solitudine", assunto quale indicatore di
maladattamento psicologico, tralasciando la riflessione sui
risvolti costruttivi che questa esperienza (solitude) assume
durante il processo di sviluppo dell'identità in
adolescenza.
Paternità in carcere. L'interesse per
questo tema di ricerca nasce da alcune considerazioni sulla
legislazione penitenziaria vigente che ci pone di fronte
all'evidenza inequivocabile che i contesti all'interno dei quali i
detenuti incontrano i propri familiari non permettono al padre
recluso di sviluppare e mantenere un "normale" rapporto con i
figli. Questo fenomeno è particolarmente rilevante se si considera
che in Italia il numero di figli con il padre detenuto è molto
elevato: fonti del Ministero della Giustizia indicano che,
nonostante l'indulto, al 31 dicembre 2006 i minori con il padre in
carcere sono più di 29700. Il lavoro di ricerca svolto si è
posto l'obiettivo di descrivere il limitato contesto ecologico nel
quale i padri detenuti si sforzano di mantenere i rapporti con i
propri figli. Il progetto si è avvalso di una metodologia
quali/quantitativa e, attraverso l'ausilio di un questionario
eterosomministrato, sono state analizzate non solo le modalità
attraverso cui avviene l'interazione durante il colloquio in
carcere tra il figlio ed il padre detenuto, ma anche i vissuti e
gli stati emotivi-di quest'ultimo.
2-Aggressività e violenza in adolescenza
Dal 2007, in collaborazione con la Provincia di
Rimini, è stato messo a punto un progetto di ricerca sul
tema della violenza e l'aggressività in adolescenza, con
l'obiettivo di ricostruire un quadro dei comportamenti violenti
agiti dai minori residenti nel territorio riminese al fine di
pervenire ad una base di conoscenza empirica su cui sviluppare
future iniziative e attività di prevenzione da promuovere sul
territorio.
Allo scopo di dare un quadro sufficientemente ampio e
organico del fenomeno, il progetto si propone di indagare il
comportamento violento in rapporto al contesto nel quale si modula,
alle relazioni che chiama in causa, alle molteplici motivazioni ad
esso sottese e al sistema normativo che regola il rapporto
dell'adolescente con l'autorità. La metodologia utilizzata prevede
un insieme di strategie differenziate che si avvalgono di strumenti
sia quantitativi (griglie di codifica di materiale d'archivio,
questionari autocompilati), sia qualitativi (interviste e focus
group) attingendo a più fonti di informazione: le statistiche
giudiziarie, gli adolescenti stessi, adulti impegnati in attività
socio educative rivolte ad adolescenti (insegnanti, educatori,
allenatori, genitori ecc.), tutori dell'ordine pubblico che durante
lo svolgimento delle loro mansioni si sono trovati a dover gestire
o contrastare diverse forme di aggressività espresse dai
minori.
3-Teoria delle rappresentazioni
sociali
La Teoria delle Rappresentazioni sociali costituisce un
filo conduttore, trasversale ad alcuni temi di ricerca
precedentemente elencati, che ha guidato il lavoro scientifico del
Dr. Melotti sulla vita quotidiana e sulla solitudine in
adolescenza.
La Teoria delle Rappresentazioni sociali rappresenta,
infatti, un paradigma teorico e metodologico "classico" della
Psicologia sociale europea in grado di offrire uno schema utile per
studiare la costruzione e la trasformazione della conoscenza
sociale di gruppi di soggetti che nelle situazioni reali di vita
quotidiana si trovano a dover prendere posizione su oggetti sociali
per loro particolarmente rilevanti.
Facendo riferimento a questo paradigna teorico e
metodologico, il Dr. Melotti sta inoltre collaborando con la
Prof.ssa Chiara Berti dell'Università "G. D'Annunzio" di Chieti e
Pescara in un progetto di ricerca che ha come oggetto lo studio
delle Rappresentazioni sociali del Progetto Genoma Umano (HGP), il
cui dibattito, inizialmente noto solamente a una ristretta cerchia
di scienziati, a seguito della grande attenzione ricevuta nel corso
degli ultimi anni da parte dei mass media, ha dato avvio ad un
processo di trasformazione da sapere specialistico a conoscenza del
senso comune.