1. E' in corso uno studio sulla genetica delle immunodeficienze
primitive. L'analisi è rivolta, in particolare, alla ricerca di
mutazioni a carico del gene TACI che favoriscono lo sviluppo di
deficit di IgA ed eventualmente della più severa immunodeficienza
comune variabile (studio “IgGENE”).
2. Lo studio “AllerGene” è invece rivolto alla genetica
dell'asma e, più in generale, alla predisposizione genetica alle
malattie allergiche.
3. In collaborazione con l'Università di Anversa
(Belgio) viene svolto uno studio per valutare l'efficacia
della tecnica del condensato espirato nel monitoraggio
dell'infiammazione delle vie aeree in bambini asmatici.
4. Sempre in collaborazione con l'Università di Anversa (Belgio)
è attivo uno studio che propone di valutare l'efficacia dell'Ossido
Nitrico esalato come strumento di monitoraggio dell'asma in età
pediatrica nella pratica clinica.
5. La tecnica degli allergeni ricombinanti sembra permettere di
orientare più selettivamente l'immunoterapia specifica; è attivo
uno studio che coinvolge bambini con allergia respiratoria per
valutare l'efficacia diagnostico-terapeutica di tale metodica.
1. I deficit anticorpali comprendono un gruppo eterogeneo di
malattie caratterizzate da un'inadeguata produzione di anticorpi,
che si possono presentare con assenza o marcata riduzione di uno o
più isotipi di immunoglobuline. Queste forme riconoscono come causa
un difetto di differenziazione/maturazione dei linfociti B e
costituiscono un fattore predisponente allo sviluppo di infezioni
da germi ad invasività extracellulare, con particolare frequenza di
quelle respiratorie. La diagnosi precoce è importante sia per la
definizione di un'eventuale terapia sostitutiva e/o profilattica,
sia per l'impostazione del follow up.
La nostra attenzione si concentra su tre forme di deficit
anticorpali:
- Deficit di IgA
(IgAD);
-
Immunodeficienza comune variabile (CVID);
-
Ipogammaglobulinemia transitoria dell'infanzia (THI).
Il IgAD è la più comune immunodeficienza primitiva al mondo con
una prevalenza di 1:600 individui in Europa e America del Nord; la
CVID colpisce 1:25000 soggetti caucasici e comprende un gruppo
eterogeneo di disordini immunologici sia delle cellule B che delle
cellule T. La prevalenza della THI non è ancora ben definita, ma
sebbene sia una condizione autolimitantesi, può talora evolvere
verso un IgAD o una CVID. Numerosi studi hanno dimostrato che
il recettore TACI (Transmembrane Activator and Calcium modulator
and cyclophilin ligand Interactor) , espresso sulla membrana delle
cellule B, sembra l'unico implicato nello switch isotipico verso la
classe delle IgA e nella risposta T – indipendente. TACI ha
come ligandi APRIL (A Proliferation-Inducing Ligand) e BAFF ,
proteine trans-membrana di Tipo II, espressi principalmente
da monociti e cellule dendritiche. Il loro legame con TACI è
implicato, insieme ad altri complessi meccanismi molecolari, nello
switch isotipico delle cellule B native da IgM+IgD+ a IgG, IgA e
IgE. Alcuni studi sembrano dimostrare che mutazioni del gene TACI
sono coinvolte nel IgAD e nella CVID e che i pazienti con IgAD
portatori di una mutazione di TACI sono a maggior rischio di
evolvere verso una CVID in età adulta rispetto a coloro che non
hanno la mutazione. Al contrario, queste osservazioni indicano che
casi di IgAD che non progrediscono in CVID potrebbero non essere
associati a mutazioni di TACI. L'eventuale identificazione di
un'associazione genotipo – fenotipo consentirebbe quindi di
chiarire con maggiore precisione i meccanismi patogenetici alla
base di questi deficit anticorpali primitivi e di migliorare la
prognosi dei pazienti.
L'obiettivo di questo progetto è quello di identificare e
correlare clinicamente varianti genetiche in soggetti con
ipogammaglobulinemia.
2. L'asma bronchiale e le manifestazioni allergiche sono fra le
patologie di più frequente riscontro in età pediatrica e di grande
impatto sociale. La predisposizione familiare ed atopica sembrano
essere associate ad una sintomatologia più precoce e persistente.
Il riconoscimento tempestivo dei soggetti sintomatici e a maggior
rischio può permettere misure adeguate di gestione della malattia
con minori complicanze e progressione in età successiva.
L'obiettivo del progetto è quello di individuare il profilo di
rischio genetico della predisposizione allo sviluppo di asma in una
popolazione pediatrica di bambini con atopia, al fine di descrivere
complessivamente i fattori di rischio (genetici ed ambientali) e
con la prospettiva di poter in futuro attuare interventi di
prevenzione primaria e secondaria adeguati al profilo di rischio e
all'assetto genetico di ciascun paziente. In particolare, sono
confrontati due gruppi di bambini affetti l'uno da
rinocongiuntivite e l'altro da asma, patologie considerate come due
espressioni fenotipiche di diversa gravità dell'allergia, per
individuare possibili differenze genomiche attraverso la
piattaforma Affimetrix.
3. In collaborazione con l'Università di Anversa (Belgio) è in
atto uno studio per valutare il possibile ruolo dell'Exhaled Breath
Condensate (EBC) sulla diagnosi e il monitoraggio dell'asma in età
pediatrica. Si tratta di una tecnica diagnostica recentemente
introdotta, non invasiva, che potrebbe permettere di verificare in
maniera diretta lo stato di flogosi delle vie aeree.
4. Sempre in collaborazione con l'Università di Anversa (Belgio)
è attivo uno studio il cui obiettivo primario è quello di valutare
gli effetti della terapia sul numero di giorni liberi da sintomi di
asma in un gruppo di bambini asmatici in cui la terapia è guidata
dall'Ossido Nitrico esalato (eNO). la misura dell'eNO rappresenta
un approccio non invasivo per studiare il processo infiammatorio
polmonare, essendo l'ossido nitrico un indicatore ben noto di
flogosi delle vie aeree. E' stata dimostrata l'utilità dell'eNO nel
monitoraggio della terapia anti-infiammatoria; esso sembrerebbe
agire come marker a risposta rapida.
5. La metodica degli allergeni ricombinanti sembra permettere di
orientare più selettivamente l'immunoterapia specifica. Infatti,
mentre fino ad ora la diagnostica in vivo ed in vitro era diretta
contro un estratto purificato in cui è presente un mix di
allergeni, con la tecnologia del DNA ricombinante è possibile
riconoscere in maniera precisa l'allergene che sostiene una
reazione allergica potendo così orientare più selettivamente la
diagnosi e l'immunoterapia specifica. Uno studio che coinvolge i
bambini con allergia respiratoria stagionale rappresenta una
possibile risposta sull'efficacia diagnostico-terapeutica di questa
nuova tecnologia nella diagnosi e terapia della malattia
allergica.