1) Tecnologie per il rilevamento attraverso sensori attivi e
passivi
2) Restituzione dei rilevamenti attraverso programmi di reverse
modelling e per l'entertainment
3) Analisi dei rilievi e dei modelli digitali al fine di
comprendere il progetto ed i fenomeni evolutivi dell'architettura
classica
4) Ottimizzazione dei modelli ad alto dettaglio (high-poly) al
fine di renderli compatibili con varie applicazioni informatiche
allo scopo di documentare e diffondere il patrimonio
5) Texturing di modelli digitali 3D attraverso applicativi di
fotogrammetria e foto-modellazione
L'approccio alla ricerca maturato nel corso degli anni,
soprattutto a partire dal dottorato, è sempre stato caratterizzato
da due aspetti complementari: da un lato lo studio e l'applicazione
delle tecnologie per il rilevamento, l'analisi e la restituzione, e
dall'altro i veri e propri temi di ricerca inerenti la conoscenza
dell'architettura. Quest'ultimo ambito ha sempre trainato il primo,
nel senso che la volontà di indagare quali fossero le matrici
compositive alla base del progetto architettonico, in particolare
nel mondo antico, ha sempre avuto la priorità rispetto all'uso
delle tecnologie contemporanee per la rappresentazione ed il
rilevamento.
Le discipline informatiche, così come i sensori attivi
offrono oggi sistemi estremamente sofisticati e precisi per la
documentazione, ma allo stesso tempo forniscono delle restituzioni
molto lontane dai codici classici del disegno di architettura e
quindi, a partire da questa prima considerazione si è deciso di
approfondire lo studio di sistemi per la modellazione digitale 3D
con l'obiettivo di produrre delle restituzioni di rilievi laser
scanner che potessero avvicinarsi alla stessa potenza descrittiva
dei grandi disegni di architettura e di archeologia che si
realizzavano nei secoli passati ed in particolare durante
l'esperienza del Gran Prix de Rome.
Durante il dottorato è stato approfondito lo studio di molti fra
i grandi autori di rilievi archeologici che nel XIX secolo si
cimentarono con i più importanti monumenti presenti sul territorio
italiano. Per mantenere quel dettaglio e quell'accuratezza tipica
dei sitemi di rilevamento laser scanner nell'ambito di restituzioni
complessive di rilevamenti archeologici estesi si è ritenuto
opportuno approfondire le potenzialità delle tecniche provenienti
dal settore delle applicazioni videoludiche (normal map e di
dispalcement applicate alle superfici si suddivisione) per
realizzare modelli “leggeri” ottimizzati in grado di agevolarne
l'impiego anche su personal computer di fascia medio-bassa.
In seguito, soprattutto grazie allo scambio di conoscenze e alle
richieste da parte di archeologi e conservatori di musei si è
cercato di comprendere quali fossero i limiti e le opportunità
offerte dagli applicativi per il reverse modeling rispetto a temi
di particolare interesse come la produzione di copie così come
l'indagine sulla forma originale dei manufatti che presentassero
lacune, mancanze o rilevanti fenomeni di degrado. Un aspetto chiave
dell'approccio sviluppato nel corso di questi studi è legato alla
sinergia di vari applicativi informatici con l'obiettivo di carpire
da ognuno di essi le potenzialità che avevano nei rispettivi ambiti
di provenienza che tuttavia, è opportuno specificare, non
coincidono quasi mai con la documentazione e lo studio dei Beni
Culturali.
Grazie alle ricerche sviluppate nelle collaborazioni
scientifiche con la Soprintendenza per i Beni archeologici del
Lazio è stato possibile testare questa sinergia di applicazioni
informatiche che nel corso degli anni si sono estese fino a
comprendere programmi per la fotogrammetria e la foto-modellazione
in particolare per l'operazione di mappatura dei modelli digitali
3D attraverso il binomio “camera-resectioning” (orientamento
interno ed esterno della fotocamera) e “proiezione frontale” (come
viene talvolta chiamata la proiezione centrale per l'applicazione
di fotogrammi sui modelli digitali).
Grazie alla borsa di studio Santiago Grisolia a Valencia che era
vincolata al Progetto Europeo ATHENA, così come i contratti come
“tecnico superior” presso l'Instituto de Restauraciòn del
Patrimonio, è stato possibile continuare le ricerche
sull'architettura classica sul tema del teatro antico e sulla sua
composizione. Da questo punto di vista è importante sottolineare
come il dottorato svolto presso l'Università degli Studi di Firenze
abbia costituto lo step di partenza per una nuova forma di
interpretazione delle architetture per lo spettacolo nel mondo
antico. Nella fattispecie grazie all'approfondimento dei canoni e
delle regole alla base della progettazione del teatro scaturito
dallo studio combinato dei trattati De Mensuris e Stereometrica di
Erone di Alessandria si sta eseguendo una rilettura del V libro del
De Architettura di Vitruvio che permette di comprendere meglio
quali fossero i criteri di dimensionamento della cavea del teatro.
Il progetto europeo ATHENA all cui realizzazione si è lavorato per
3 anni sotto la guida della direttrice di Istituto Professoressa
Maria Teresa Domenech-Carbò ed il Professor Francisco Juan-Vidal,
ha permesso di studiare alcuni dei teatri antichi fra i più
importanti: Merida, Sagunto, Carthago (Murcia, Spagna), Siracusa,
Ostia, Carthago (Tunisia), Jerash, Gadara, Cesarea di Mauretania,
solo per citare i più celebri. A partire da rilievi aggiornati di
molti di questi edifici è stato possibile affrontare il problema
contemporaneo del loro uso ed in particolare il problema della
capienza attuale (secondo normativa) all'interno di una prospettiva
storica che coinvolgesse il disegno di questi luoghi sulla base
delle regole di calcolo proposte da Erone nei suoi
scritti.
La possibilità di aver fatto parte per anni di un centro di
eccellenza come l'Instituto de Restaruaciòn del Patrimonio
diValencia ha inoltre permesso di collaborare con altri gruppi di
ricerca come quello del Professor Pablo Rodriguez-Navarro e di
poter quindi applicare quei criteri e quelle metodologie
sperimentate nel campo dell'archeologia romana imperiale ad
architetture verncolari del Marocco costruite mediante tecniche
tradizionali (tapial o rammed earth). Le campagne di rilevamento
eseguite in Marocco hanno permesso al gruppo di sperimentare
metodologie integrate di rilevamento (diretto, topografico,
fotogrammetrico) che successivamente sono state restituite mediante
applicazioni informatiche al fine di proporre ipotesi ricostruttive
dei grandi Ksur presenti nella Valle dell'Outat alle pendici
dell'Alto Atlas.
L'alto progetto di rilevanza internazionale a cui si è
collaborato riguarda l'area archeologia di Chilonché (Petén,
Guatemala), un sito Maya oggetto di studio da parte del gruppo del
professor Gaspar Muñoz-Cosmé. Questi ha recentemente scoperto un
importante reperto archeologico custodito all'interno di una
piramide Maya che nel corso dell'aprile 2012 è stata rilevata
tramite scanner laser dal Prof. Alessandro Merlo (Univeristà degli
studi di Firenze). Grazie alla collaborazione con il Professor
Eduardo Vendrell-Vidal e Carlos Sànchez-Belenguer dell'Instituto de
Automática e Informática Industrial - Ai2 (Universidad Politécnica
de Valencia - Spain) è stato possibile testare nel loro insieme ed
in combinazione le tecniche di ottimizzazione e texturing dei
modelli reality-based al fine di realizzare applicazioni
interattive sul web in grado di permettere la visita di queste
nuove scoperte ad un ampio pubblico.