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Donata Meneghelli

Professoressa ordinaria

Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica

Settore scientifico disciplinare: L-FIL-LET/14 CRITICA LETTERARIA E LETTERATURE COMPARATE

Temi di ricerca

Racconto e teoria narrativa
La narrativita' nella cultura
Narratologia
Intermedialita'
Relazioni tra l'iconico e il verbale
Letteratura e fotografia
Letteratura e pittura
Adattamento cinematografico
Modernismo e postmodernismo
Letteratura italiana della migrazione
Teoria e storia del romanzo



1) Letteratura e immagine: le omologie strutturali

In questo progetto verranno prese in esame le omologie strutturali e le divergenze tra le strategie rappresentative della scrittura letteraria dai primi decenni del XIX secolo a oggi e quelle proprie delle arti visive, in special modo della fotografia. Si tratterebbe, in altre parole, di analizzare le omologie strutturali che connettono nei modi più diversi i due media: di vedere come l'avvento della fotografia abbia cambiato i modi del vedere, della rappresentazione e magari della rappresentazione del vedere in letteratura, non dimenticando che per Baudelaire, Benjamin, Proust, Eizenstein e molti altri autori e intellettuali di primissimo piano quello fotografico è nulla di meno che il segno stesso della modernità.

Schematizzando per grandi temi:

a) La trasformazione del tempo nelle opere narrative: come ci hanno insegnato studi fondamentali quali quelli di Stephen Kern e di Marshall Mc Luhan, per non citare che due nomi dei molti possibili, la linearità e la continuità del tempo narrativo classico vengono scardinate dall'avvento del segno fotografico, vera e propria scheggia di tempo immobile e discontinuo; i vari accorgimenti adottati dai narratori ottocenteschi per creare l'illusione della continuità lasciano spazio a narrazioni tutt'altro che prive di vuoti, di falle, di silenzi, fino a giungere ai romanzi sperimentali delle avanguardie componibili dal lettore.

b) Si afferma in maniera assai vistosa, nel corso del XX secolo, una categoria come quella della “singolarità”, che moltissimo deve al segno fotografico inteso nella sua indizialità. Contro i “grandi racconti” del secolo dello Storicismo, dell'Idealismo e del romanzo classico, “la cosa esorbitata”, come Barthes chiama il frammento di realtà folgorato dallo scatto fotografico, reclama un'irriducibilità a essere visto come parte funzionali di insiemi più vasti (si pensi solo alla perdita del referente di cui parla il Lord Chandos di Hoffmannstahl o alle epifanie messe in scena da Joyce).

c) La consapevolezza di un “oltre”, dietro a ogni percezione, favorita certo dalle scoperte nel campo dell'ottica (microscopio, telescopio, apparecchi radiografici ecc.).

2) Il romanzo dell'artista: pittori, scultori, fotografi e cacciatori di immagini nel romanzo tra Otto e Novecento

Nella seconda linea di ricerca verranno presi in esame quei numerosi testi letterari in cui vengono rappresentati personaggi impegnati nella creazione o nella fruizione di immagini visuali. Dai racconti di Hoffmann a “Le Chef-d'oeuvre inconnu” di Balzac, dalle visioni fantastiche di Gautier e Poe ai pittori di Zola e dei Goncourt, dal Bergotte della Recherche proustiana  fino alle paradossali figure di artisti di Moravia, Perec, Calvino, Rushdie ecc., la letteratura occidentale è assediata da figure di artisti o di personaggi variamente implicati dal potere seduttivo delle immagini.

Nel corso della ricerca verranno analizzati soprattutto:

a)      la presenza – a diversi livelli e con diversi impieghi – di modelli e palinsesti iconografici (tratti dalla tradizione pittorica e fotografica) all'interno dei testi narrativi e poetici;

b)      la centralità a livello tematico di operatori iconografici all'interno delle narrazioni che consenteno, tra le altre cose, una messa in scena di un discorso ontologico sullo statuto della rappresentazione.

Indispensabili dal punto di vista metodologico sono inoltre:

a)      gli studi e le analisi dedicate specificatamente ai problemi della treaduzione intersemiotica e ai rapporti tra le arti nell'ambito della riflessione estetica (Goodman, Dubois, Mitchell ecc.);

b) i più recenti contributi della critica post-strutturalista, con particolare riferimento agli studi di Philippe Hamon.

3) Il racconto come forma e come strumento cognitivo nella letteratura e nelle scienze umane

A partire da una celebre pagina di Musil, in cui lo scrittore si interroga sulla funzione della forma narrativa come principio di ordine, di leggibilità ma anche di semplificazione, la ricerca si propone di analizzare la crisi della forma narrativa nella letteratura modernista e la fortuna del racconto come strumento cognitivo nell'ambito delle scienze umane a partire dalla seconda metà del Novecento, mettendo in luce solidarietà, discrasie e conflitti tra il sapere letterario da una parte e - dall'altra - i metodi e gli obiettivi di discipline come la storia, l'antropologia, la psicologia.