L'attività scientifica, documentata da 68 pubblicazioni su riviste internazionali e
50 comunicazioni a congressi nazionali ed internazionali, ha
riguardato tematiche inerenti le malattie infettive degli animali e
la sanità pubblica veterinaria.
Particolare attenzione è stata rivolta ai seguenti filoni di
ricerca:
1. Malattie infettive trasmesse da zecche, quali ehrlichiosi
monocitica canina (segnalazioni di focolai e indagini in canili) e
bartonellosi canina, mediante indagini sieroepidemiologiche volte a
stabilire la prevalenza dell'infezione nei cani in Italia.
2. Clamidiosi. L'attività di ricerca si è incentrata in
particolare su Chlamydia suis e Chlamydia
felis, mediante indagini sieroepidemiologiche su popolazioni
animali e studi molecolari di isolati. È stata anche valutata la
circolazione di C. felis in individui con e senza contatto
con gatti. Per entrambi gli agenti eziologici è
stata analizzata la sensibilità alle tetracicline e alle
catelicidine e sono stati condotti studi molecolari atti ad
evidenziare DNA plasmidico nei ceppi isolati e a confrontare
tali sequenze con le sequenze plasmidiche di ceppi di riferimento.
Sono stati eseguiti saggi di tipizzazione molecolare su isolati di
C. trachomatis e studi di comparazione tra C.
trachomatis e C. suis. E' stata inoltre valutata la
circolazione di C. pneumoniae in cavalli mediante indagini
sierologiche. E' in atto una collaborazione ad un progetto di
sequenziamento del genoma totale di C. suis. A seguito di
indagini sierologiche che hanno confermato la circolazione di
clamidie in serbatoi selvatici, quali cervi e
cinghiali, successive indagini molecolari su organi di
cinghiali hanno portato alla prima segnalazione di paraclamidie in
tale specie animale.
3. Zoonosi occupazionali, con riferimento ai rischi
biologici in attività zootecniche e correlate. In particolare,
nell'arco di due anni è stato condotto uno studio
siero-epidemiologico nei confronti di alcune zoonosi, quali
brucellosi, clamidiosi, febbre Q, echinococcosi cistica, toxocarosi
e toxoplasmosi su due gruppi di lavoratori dell'Università di
Bologna. Sono attualmente in corso indagini, sul rischio zoonosi,
in operatori di canili e gattili e in veterinari per piccoli
animali.
4. Leishmaniosi canina. La tradizionale attività di
monitoraggio della leishmaniosi canina ha portato a meglio definire
la situazione epidemiologica, con la segnalazione di diversi nuovi
focolai autoctoni in Regione e l'evidenziazione di nuove aree a
rischio di trasmissione per l'uomo.
5. Ha collaborato a prove di infezione sperimentale nel suino
con circovirus tipo 2 e parvovirus e alla conseguente valutazione
del ruolo proteggente dell'immunità passiva naturale nei confronti
di tali agenti.
6. Ha collaborato all'esecuzione di indagini
epidemiologiche relative alla circolazione del virus del Cimurro
del cane, di parvovirus canino tipo 2, Ehrlichia canis e
Leishmania infantum in cani da pastore.
7. Fauna selvatica. L'attiviyà di ricerca si è incentrata sul ruolo degli animali selvatici come indicatori di antibiotico-resistenza, mediante ricerca di geni di resistenza in campioni biologici di diverse specie animali.