Parole chiave:
Patologie ortopediche nel cavallo
Patologie addominali nel cavallo
Videochirurgia nelle specie animali domestiche
Studi preclinici su modelli sperimentali animali
Terapia rigenerativa
La validità dell'uso del gel piastrinico (PG) per accelerare i
processi di guarigione in diversi tessuti è stato documentato in
medicina umana. Allo stato attuale l'impiego del PG nelle specie
domestiche è segnalato ma non corredato da un valido sostegno
scientifico. Non è stato chiarito infatti il ruolo dei fattori di
crescita, che esso è in grado di rilasciare, nei processi
riparativi/rigenerativi di ogni singolo tessuto. Più precisamente
in riferimento a questi fattori di crescita si vuole cercare di
chiarire in quali quantità debbano essere presenti, quali siano i
tempi di emivita e in che tempi e modi avvenga la loro attivazione,
se ed in qual modo sia possibile isolarne alcuni da impiegarsi
preferenzialmente per la guarigione di specifici tessuti.
DESCRIZIONE DELLA RICERCA Il gel di piastrine (o Platelet Gel - PG)
si è affermato negli ultimi anni in medicina umana, come mezzo
capace di aumentare la velocità di rigenerazione di alcuni tessuti
di origine mesodermica attraverso il rilascio di fattori di
crescita. I bassi costi, la relativa semplicità del suo ottenimento
e la sua comprovata efficacia ne hanno avvalorato il successo. Il
PG rappresenta una preparazione derivante da un concentrato di
piastrine isolate dal sangue (PRP - platelet rich plasma) di un
paziente ed attivate con sostanze quali il calcio gluconato e la
trombina (autologa o bovina) o la batroxobina. Durante
l'attivazione vengono rilasciati fattori di crescita contenuti nei
granuli, capaci di stimolare l'angiogenesi, la chemiotassi dei
macrofagi e la proliferazione e la migrazione dei fibroblasti: in
particolare l'effetto proangiogenetico porta secondariamente ed
indirettamente alla proliferazione di altre cellule. Il suo uso
autologo si è dimostrato efficace soprattutto in terapie di
rigenerazione cutanea e guarigione di fratture. Negli altimi 2-3
anni sono state presentate una serie di pubblicazioni
sull'argomento, prevalentemente rassegne di casistiche cliniche
sull'applicazione del gel per patologie tendinee cutanee e in caso
di fratture sia nel cane che nel cavallo. Presso la nostra
struttura è stato adottato l'uso del PG autologo per favorire i
processi di guarigione in cani e cavalli affetti da patologie di
interesse ortopedico e cutaneo, anche come veicolo e/o scaffold di
cellule mesenchimali per la guarigione di lesioni tendinee. Una
metodica di preparazione del gel è stata standardizzata sia per
cavalli che per cani oltre 25 kg, con prelievo di 350 g di sangue
intero, raccolto in una sacca da trasfusione contenente 50 ml di
sodio citrato. Il sangue è sottoposto ad una prima centrifugazione
a 500xg per 10 minuti a temperatura ambiente. Il plasma surnatante
è trasferito in un sistema chiuso satellite e ricentrifugato a 3000
x g. Il PG è rappresentato dal residuo nella sacca satellite dopo
eliminazione del surnatante. Con tale sistema sono state ottenute
rese di circa il 10%. Nella sede di lesione viene inoculato il PRP
e immediatamente dopo gluconato di calcio e batroxobina in rapporto
5:3:1. SCOPI DELLA RICERCA Nonostante l' ampia e recente
letteratura, la base biologica dell'efficacia del PG non è stata
completamente chiarita. La mancanza di informazioni in tal senso
rende difficoltoso ottenere miglioramenti e perfezionamenti delle
tecniche di raccolta, processazione e somministrazione del PG nelle
specie di interesse veterinario (cane e cavallo). Lo scopo della
ricerca prevede la messa a punto di modelli in vitro in cui
riprodurre l'effetto biologico del PG ed in particolare per la
valutazione di neoangiogenesi. Tali modelli in vitro saranno
successivamente utilizzati per una maggiore comprensione
dell'effetto biologico del gel piastrinico nelle specie canina ed
equina e in definitiva per elaborare tecniche che consentano di
incrementare l'efficienza del trattamento con PG. METODOLOGIA DELLA
RICERCA E RISULTATI ATTESI La valutazione neoangiogenetica mediante
modelli in vitro presenta alcune limitazioni chiaramente descritte
nel corso degli ultimi anni. Pur tuttavia, rimane ineludibile la
possibilità di ottenere procedure facilmente standardizzabili,
riproducibili e di ridurre il numero di animali utilizzati a fini
sperimentali. La fase di messa a punto di modelli in vitro prevede
l'utilizzo di colture primarie sia di endoteliali aortiche sia di
endoteliali microvascolari della specie suina. Le cellule saranno
cimentate con PG autologo ed eterologo con o senza aggiunta di
singoli fattori di crescita e con o senza aggiunta di anticorpi
inibitori di specifici fattori di crescita. Sulle colture cellulari
di eseguiranno i saggi di “wound healing” e saggi di migrazione con
camera di Boyden. Per ciascun saggio saranno utilizzate aliquote
del medesimo PG. Parallelamente, per ciascuna combinazione di
campione/trattamento si quantificà nelle cellule endoteliali
l'espressione relativa di molecole di importanza neoangiogenetica
mediante tecnica real-time PCR. In particolare si misurerà
l'espressione di VEGF, VEGFr, bFGF, PDGFr, TF, nonché l'attività
gelatinolitica (metalloproteinasi 2 e 9) mediante zimografia
semiquantitativa nel surnatante delle colture cellulari nonché in
estratti proteici delle stesse. Infine saranno misurati mediante
ELISA quantitativa, le concentrazioni dei principali fattori di
crescita contenuti nel PG nella specie suina, equina e canina.
L'effetto biologico definito nel modello in vitro nella specie
suina contestualmente ai dati comparativi del contenuto di fattori
di crescita sia nella specie sperimentale (suino) sia nelle specie
di interesse (cane e cavallo) consentiranno di definire modelli
statistici per estrapolare i dati in vitro a successive valutazioni
da eseguire in vivo nel cane e nel cavallo.