Parole chiave:
ecologia dei Patogeni
ecologia delle malattie
Zoonosi virali
Circovirus Suino
Influenza Aviare
Zoonosi virali
Ecologia delle malattie virali
preening
influenza aviare
medicina della Conservazione
Patologia della Fauna selvatica
coronavirus emergenti nella fauna selvatica
IAS management
Le principali attività di ricerca che svoge nel Laboratorio
di Ecologia dei Patogeni del Servizio di fauna selvatica ed esotica (DimevetSEFSE) di cui è responsabile, riguardano
l'Ecologia delle malattie trasmissibili ed in particolar modo
l'ecologia dei virus infuenzali sia nel serbatoio selvatico( avifauna) sia nei mammiferi selvatici recettivi( cinghiale) dove vengono svolti studi di tipo
epidemiologico, sierologico, di isolamento e di tipizzazione virale
volti a chiarire, attraverso lo studio degli aspetti ecologici
,quale sia lo status dei virus influenzali nelle specie aviarie
selvatiche ( movimento, resistenza, circolazione) e di come queste
possano favorire il passaggio dell'infezione alle specie domestiche
(nelle specie serbatoio, in quelle ritenute epifenomeni, e nelle
interfacies ecologiche. In parallelo vengono svolte, in
collaborazione con il Centro di referenza WHO per l'Influenza,
prove di infezione sperimentale in isolatore per studiare i
meccanismi adattativi che i virus influenzali “ wild” , operano
nell'eseguire il salto di specie durante la corsa evolutiva che li
può portare a divenivere pandemici nella popolazione umana . Svoge
inoltre studi sulla gestione sanitaria densità
dipendente nella fauna selvatica inpopolazioni selvatiche a
vita libera. Lavora sulle patologie che coinvolgono numeri elevati
di soggetti in natura (Colera aviare) e su quelle che
costituiscono fattori di rischio sanitario per le piccole
popolazioni selvatiche di specie a rischio di estinzione, Anche attraverso metodiche di diagnostica non invasiva su soggetti selvatici a vita libera.
Le principali attività di ricerca riguardano lo studio dei virus
influenzali nelle specie domestiche , selvatiche e nell'interfaccia
con l'uomo. Questo è iniziato nel 1992 e ad oggi, ha consentito
l'isolamento di numerosi virus influenzali in natura e di
comprendere alcuni meccanismi adattativi che permettono ai virus
influenzali aviari di eseguire il salto di specie prima dal
selvatico al domestico e poi dallo stesso all'uomo, così come ora
sta accadendo con l'AH5N1. La ricerca in corso ha dimostrato come
la delezione dello stalk della neuroaminidasi costituisca un punto
cruciale nel cambio di specie ospite. Lo studio in corso prevede
indagini di tipo epidemiologico, sierologico, di isolamento e di
tipizzazione virale volti a chiarire, attraverso lo studio degli
aspetti ecologici (Interazione tra specie sensibili, persistenza
virale nell'ambiente) ,quale sia lo status dei virus influenzali
nelle specie aviarie selvatiche ( movimento, resistenza,
circolazione) e di come queste possano favorire il passaggio
dell'infezione alle specie domestiche (nelle specie serbatoio, in
quelle ritenute epifenomeni, e nelle interfacies ecologiche. In
parallelo vengono svolte, in collaborazione con il Centro di
referenza WHO per l'Influenza, le prove di infezione sperimentale
in isolatore per studiare i meccanismi adattativi che i virus
influenzali “ wild” , operano nell'eseguire il salto di specie
durante la corsa evolutiva che li può portare a divenire pandemici
nella popolazione umana . Lo studio sulle Infezioni da Pneumovirus
aviari prosegue con indagini epidemiologiche di tipo sierologico
(ELISA) e di biologia molecolare (RT PCR) in specie aviarie
selvatiche ed allevate finalizzate alla gestione sanitaria della
malattia. Durante tale lavoro, risultati preliminari hanno
dimostrato la circolazione di questi virus negli Anatidi selvatici,
dato a cui dovranno seguire ulteriori approfondimenti volti
all'isolamento e alla caratterizzazione comparativa dell'agente
virale. Gli studi di tipo ecologico hanno già consentito di
escludere per questo virus un coinvolgimento dei Caradriformi ed i
galliformi selvatici quale serbatoio . Un ulteriore progetto in
corso riguarda la gestione di popolazioni di cinghiale con attività
di ricerca volte al controllo demografico e alla gestione sanitaria
della popolazione nelle aree protette dell'Appennino bolognese, con
ricerche attive nei confronti della PRRS, dell' antibiotico
resistenza batterica, dell'influenza suina , della parvovirosi e
della malattia di Aujeszky. Tali indagini sono mirate alla gestione
sanitaria della specie ospite, agendo sui parametri demografici
della popolazione con la creazione ed il mantenimento di una
sottopopolazione a densità nota marcata usata tramite gli indici
(Lincholn) per quantificare la popolazione totale. Di pari passo
vengono seguiti sierologicamente nella stessa i profili anticorpali
nei confronti dei diversi agenti patogeni con lo scopo di ottenere
correlazioni che dimostrino densità soglia al di sotto delle quali
questi patogeni si limito o meglio auto estinguano.