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Luca Ferrari

Professore associato

Dipartimento di Scienze Dell'Educazione "Giovanni Maria Bertin"

Settore scientifico disciplinare: M-PED/03 DIDATTICA E PEDAGOGIA SPECIALE

Temi di ricerca

Parole chiave: Educazione e tecnologie Progettazione didattica Strategie didattiche Inclusion and technology Risorse Educative Aperte

1. Design di CSCL Pedagogical Planner per sostenere la macro e micro-progettazione didattica

L’apprendimento cooperativo supportato dal computer (Computer Supported Cooperative Learning – CSCL) è un approccio pedagogico in cui l’apprendimento viene perseguito attraverso l’interazione sociale mediata da un computer o dalla rete internet. Conole (2013) opera una chiara distinzione tra gli “strumenti per la visualizzazione di concetti” e quelli che, invece, definisce Pedagogical Planner, ovvero “[ambienti] costruiti appositamente per guidare gli insegnanti attraverso la costruzione di progetti per sessioni di apprendimento che fanno un uso appropriato ed efficace della tecnologia. Secondo Pozzi e Persico (2013) sembra piuttosto “scarsa” la categoria dei Pedagogical Planners (PPs) specificamente destinati a sostenere il processo di progettazione di attività apprendimento collaborativo in rete.

 

2. Tecnologie per l’inclusione e competenze digitali degli insegnanti e degli educatori socio-pedagogici

La necessità di fornire competenze adeguate ai futuri docenti ed educatori socio-pedagogici che operano in campo scolastico, perché possano riflettere e utilizzare in modo critico ed efficace le tecnologie digitali nei processi di insegnamento e apprendimento, è strettamente connessa alle modalità con le quali questi professionisti si formano all’uso delle tecnologie all’interno dei percorsi di formazione iniziale e continua. Nella pubblicazione del 2014 dell’European Agency for Special Needs and Inclusive Education si ribadisce che l’accessibilità alle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (TIC) può favorire la partecipazione paritaria alle attività didattiche da parte di una vasta gamma di alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES), dimostrando così come l’educazione inclusiva rappresenti un vantaggio universale. Il dibattito internazionale sul tema del docente inclusivo ha portato, nell’ultimo decennio, alla definizione di un quadro di raccomandazioni e di competenze chiave che intendono accompagnare i processi di formazione iniziale e continua — relativi allo sviluppo delle competenze digitali — di questo profilo professionale.

 

3. Massive Online Open Courses (MOOC): la progettazione didattica di esperienze d'insegnamento-apprendimento online

MOOC, acronimo di Massive Open Online Course è uno dei termini più utilizzati in ambito accademico (e non) per prefigurare una promettente frontiera della formazione a distanza. I MOOCs sono davvero dirompenti? In che misura i MOOC sono/saranno in grado di rivoluzionare i paradigmi della formazione? ìChiappe, Hine & Martinez (2015) evidenziano che mentre molte istituzioni educative dibattono sugli effetti dei MOOC nelle loro pratiche, le considerazioni che vengono fatte hanno poco a che fare con la pedagogia. In altre parole, la costante diffusione quantitativa di questi corsi non va di passo con una adeguata (e quanto mai necessaria) riflessione educativa e didattica sui MOOCs.

 

4. Il questioning mediato digitalmente

La promozione di processi interattivi, mediati digitalmente, è diventato un elemento strategico in ambito universitario per promuovere didattiche attive. Esiste una stretta relazione tra la capacità del docente di creare “buone domande” e l’implementazione di didattiche attive e inclusive mediate da student response systems. Le domande, infatti, rappresentano il mezzo chiave attraverso cui i docenti scoprono ciò che gli alunni già sanno, identificano le lacune e sostengono lo sviluppo dello studente colmando il divario tra le loro attuali conoscenze e gli obiettivi di apprendimento. La letteratura scientifica e i risultati di alcune sperimentazioni condotte in ambito nazionale mettono in luce che l’uso ricorsivo del feedback durante sessioni didattiche di questioning, mediate digitalmente, può favorire la transizione da un modello d’insegnamento centrato sui contenuti disciplinari, a strategie aperte alla collaborazione e all’apprendimento significativo.

 

5. Open Educational Resources (OERs)

Il termine Open Educational Resources (OERs), coniato nel 2002 durante il Forum dell’UNESCO sull’impatto di Open Courseware per l’istruzione superiore nei Paesi in via di sviluppo, designa materiali didattici, di apprendimento e di ricerca in qualsiasi supporto, digitale o meno, che esistono nel pubblico dominio o che sono stati rilasciati sotto licenza aperte che ne consente l’accesso o l’utilizzo a costo zero (UNESCO 2002). Dalla creazione dello Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore, le università europee hanno ampliato le loro attività all’interno di diverse aree di collaborazione e di cooperazione in relazione alla creazione di corsi o di diplomi congiunti. Il movimento “open access” ha acquisito sempre maggiore forza all’interno delle università, portando alla creazione di numerosi repository di risorse educative aperte.