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Giampaolo Ricci

Professore Alma Mater

Alma Mater Studiorum - Università di Bologna

Professore a contratto

Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche

Temi di ricerca

Parole chiave: asma bronchiolite obliterante allergeni ricombinanti allergia alimentare asma grave allergeni ricombinanti Ossido Nitrico esalato (eNO) bronchiectasie terapia con farmaci biologici immunoterapia allergene specifica Deficit di IgA

1. E' in corso uno studio sulla genetica delle immunodeficienze primitive. L'analisi è rivolta, in particolare, alla ricerca di mutazioni a carico del gene TACI che favoriscono lo sviluppo di deficit di IgA ed eventualmente della più severa immunodeficienza comune variabile (studio “IgGENE”).

2. Lo studio “AllerGene” è invece rivolto alla genetica dell'asma e, più in generale, alla predisposizione genetica alle malattie allergiche. 

3. In collaborazione con l'Università di Anversa (Belgio) viene svolto uno studio per valutare l'efficacia della tecnica del condensato espirato nel monitoraggio dell'infiammazione delle vie aeree in bambini asmatici.

4. Sempre in collaborazione con l'Università di Anversa (Belgio) è attivo uno studio che propone di valutare l'efficacia dell'Ossido Nitrico esalato come strumento di monitoraggio dell'asma in età pediatrica nella pratica clinica.

5. La tecnica degli allergeni ricombinanti sembra permettere di orientare più selettivamente l'immunoterapia specifica; è attivo uno studio che coinvolge bambini con allergia respiratoria per valutare l'efficacia diagnostico-terapeutica di tale metodica.

 



1. I deficit anticorpali comprendono un gruppo eterogeneo di malattie caratterizzate da un'inadeguata produzione di anticorpi, che si possono presentare con assenza o marcata riduzione di uno o più isotipi di immunoglobuline. Queste forme riconoscono come causa un difetto di differenziazione/maturazione dei linfociti B e costituiscono un fattore predisponente allo sviluppo di infezioni da germi ad invasività extracellulare, con particolare frequenza di quelle respiratorie. La diagnosi precoce è importante sia per la definizione di un'eventuale terapia sostitutiva e/o profilattica, sia per l'impostazione del follow up.

La nostra attenzione si concentra su tre forme di deficit anticorpali:

-         Deficit di IgA (IgAD);

-         Immunodeficienza comune variabile (CVID);

-         Ipogammaglobulinemia transitoria dell'infanzia (THI).

 

Il IgAD è la più comune immunodeficienza primitiva al mondo con una prevalenza di 1:600 individui in Europa e America del Nord; la CVID colpisce 1:25000 soggetti caucasici e comprende un gruppo eterogeneo di disordini immunologici sia delle cellule B che delle cellule T. La prevalenza della THI non è ancora ben definita, ma sebbene sia una condizione autolimitantesi, può talora evolvere verso un IgAD  o una CVID. Numerosi studi hanno dimostrato che il recettore TACI (Transmembrane Activator and Calcium modulator and cyclophilin ligand Interactor) , espresso sulla membrana delle cellule B, sembra l'unico implicato nello switch isotipico verso la classe delle IgA e nella risposta T – indipendente. TACI  ha come ligandi APRIL (A Proliferation-Inducing Ligand) e BAFF , proteine trans-membrana di Tipo II,  espressi principalmente da monociti e cellule dendritiche. Il loro legame con TACI è implicato, insieme ad altri complessi meccanismi molecolari, nello switch isotipico delle cellule B native da IgM+IgD+ a IgG, IgA e IgE. Alcuni studi sembrano dimostrare che mutazioni del gene TACI sono coinvolte nel IgAD e nella CVID e che i pazienti con IgAD portatori di una mutazione di TACI sono a maggior rischio di evolvere verso una CVID in età adulta rispetto a coloro che non hanno la mutazione. Al contrario, queste osservazioni indicano che casi di IgAD che non progrediscono in CVID potrebbero non essere associati a mutazioni di TACI. L'eventuale identificazione di un'associazione genotipo – fenotipo consentirebbe quindi di chiarire con maggiore precisione i meccanismi patogenetici alla base di questi deficit anticorpali primitivi e di migliorare la prognosi dei pazienti.

L'obiettivo di questo progetto è quello di identificare e correlare clinicamente varianti genetiche in soggetti con ipogammaglobulinemia.

 

2. L'asma bronchiale e le manifestazioni allergiche sono fra le patologie di più frequente riscontro in età pediatrica e di grande impatto sociale. La predisposizione familiare ed atopica sembrano essere associate ad una sintomatologia più precoce e persistente. Il riconoscimento tempestivo dei soggetti sintomatici e a maggior rischio può permettere misure adeguate di gestione della malattia con minori complicanze e progressione in età successiva. L'obiettivo del progetto è quello di individuare il profilo di rischio genetico della predisposizione allo sviluppo di asma in una popolazione pediatrica di bambini con atopia, al fine di descrivere complessivamente i fattori di rischio (genetici ed ambientali) e con la prospettiva di poter in futuro attuare interventi di prevenzione primaria e secondaria adeguati al profilo di rischio e all'assetto genetico di ciascun paziente. In particolare, sono confrontati due gruppi di bambini affetti l'uno da rinocongiuntivite e l'altro da asma, patologie considerate come due espressioni fenotipiche di diversa gravità dell'allergia, per individuare possibili differenze genomiche attraverso la piattaforma Affimetrix.

 

3. In collaborazione con l'Università di Anversa (Belgio) è in atto uno studio per valutare il possibile ruolo dell'Exhaled Breath Condensate (EBC) sulla diagnosi e il monitoraggio dell'asma in età pediatrica. Si tratta di una tecnica diagnostica recentemente introdotta, non invasiva, che potrebbe permettere di verificare in maniera diretta lo stato di flogosi delle vie aeree.

 

4. Sempre in collaborazione con l'Università di Anversa (Belgio) è attivo uno studio il cui obiettivo primario è quello di valutare gli effetti della terapia sul numero di giorni liberi da sintomi di asma in un gruppo di bambini asmatici in cui la terapia è guidata dall'Ossido Nitrico esalato (eNO). la misura dell'eNO rappresenta un approccio non invasivo per studiare il processo infiammatorio polmonare, essendo l'ossido nitrico un indicatore ben noto di flogosi delle vie aeree. E' stata dimostrata l'utilità dell'eNO nel monitoraggio della terapia anti-infiammatoria; esso sembrerebbe agire come marker a risposta rapida.

 

5. La metodica degli allergeni ricombinanti sembra permettere di orientare più selettivamente l'immunoterapia specifica. Infatti, mentre fino ad ora la diagnostica in vivo ed in vitro era diretta contro un estratto purificato in cui è presente un mix di allergeni, con la tecnologia del DNA ricombinante è possibile riconoscere in maniera precisa l'allergene che sostiene una reazione allergica potendo così orientare più selettivamente la diagnosi e l'immunoterapia specifica. Uno studio che coinvolge i bambini con allergia respiratoria stagionale rappresenta una possibile risposta sull'efficacia diagnostico-terapeutica di questa nuova tecnologia nella diagnosi e terapia della malattia allergica.