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Claudio Borghi

Professore ordinario

Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche

Settore scientifico disciplinare: MED/09 MEDICINA INTERNA

Temi di ricerca

Parole chiave: ipertensione arteriosa scompenso cardiaco ipercolesterolemia sistema renina-angiotensina acido urico

La attivazione del sistema renina-angiotensina (RAS) rappresenta, accanto alla dislipidemia, un importante fattore di rischio per la comparsa di aterogenosi. Infatti, la angiotensina II (Ang-II), attraverso il suo legame con il recettore AT1 promuove la attivazione di una serie di meccanismi intracellulari di trasmissione di segnale in grado di promuovere la aterogenesi attraverso la induzione di infiammazione e disfunzione endoteliale, la formazione autocrina di fattori di crescita e la ossidazione del particelle di colesterolo LDL (low-density lipoprotein). Allo stesso tempo, la somministrazione di farmaci antagonisti recettoriali della Ang-II (ARBs) ha dimostrato di attenuare lo sviluppo della aterosclerosi in modelli animali di ipercolesterolemia. Numerose evidenze sembrano suggerire che la interazione tra ipercolesterolemia e sistema renina-angiotensina possa realizzarsi direttamente nelle lesioni aterosclerostiche. Infatti, la ipercolesterolemia è in grado di indurre un incremento della espressione e densità dei recettori AT1 mentre l'enzima di conversione della angiotensina II (ACE) è stato localizzato all'interno delle lesioni aterosclerotiche, suggerendo una produzione tessutale di angiotensina II. Inoltre, la somministrazione di farmaci ACE-inibitori ha dimostrato di essere in grado di ridurre le lesioni aterosclerotiche in molti modelli sperimentali della malattia. Alcune iniziali evidenze sperimentali hanno evidenziato che anche gli ARBs hanno questo effetto. Negli ultimi anni sono stati identificati numerosi markers di aterosclerosi precoce. Tra questi, il ligando solubile CD40 (sCD40L) ed il fattore inibitorio la migrazione dei macrofagi (MIF), sono risultati di particolare interesse. Il ligando D40 è risultato presente, con studi di immonoistochimica, all'interno delle placche aterosclerotiche precoci e mature mentre i suoi livelli plasmatici sono risulatti correlati con gli eventi cardiovascolari futuri. Per quanto attiene al MIF, citochina di derivazione dai linfociti T, ampiamente espressa e con attività proinfiammatoria, essa è in grado di indurre la trascrizione di numerosi geni coinvolti nei processi infiammatori, modulare processi di crescita cellulare ed inibire la apoptosi p-53 mediata. Nei macrofagi, la MIF è in grado di indurre la liberazione di TNFa, ossido nitrico, IL-1b e IL-8, mediatori della angiogenesi e della infiammazione presenti in abbondanza nelle lesioni aterosclerostiche. Ancora poco si conosce in merito all'effetto dei farmaci sui meccansimi che modulano la espressione e funzione di MIF: gli inibitori della HMG-CoA reduttasi o statine sono in grado di inibire la produzione di MIF e sCD40L ma nessun informazione è attualmente disponibile in merito alla potenziale azione su queste molecole dei farmaci che interferiscono sul RAS, quali ACE-inibitori e AT1 bloccanti. Scopo del presente studio è quello di paragonare gli effetti di un AT1 bloccante rispetto ad un betabloccante in una popolazione di pazienti con ipertensione arteriosa lieve-moderata con o senza ipercolesterolemia. L'ipotesi di studio è che a parità di efficacia antipertensiva, l'AT1 bloccante dovrebbe modulare positivamente la espressione dei recettori AT1 isolati dai linfociti periferici ed il rilascio di alcuni markers precoci di aterosclerosi quali il ligando solubile CD40. Verranno considerati soggetti affetti da ipertensione lieve o moderata (PAS = 140 mmHg ed < 180 mmHg e/o PAD = 90 mmHg ed < 115 mmHg) con colesterolo totale = 200 mg/dl o colesterolo totale ? 250 mg/dl, di ambo i sessi e età compresa tra 18 e 80 anni, che non presentino criteri di esclusione (insufficienza renale o epatica, ipertensione arteriosa secondaria, scompenso cardiaco, terapia in corso con antipertensivi o ipolipemizzanti, ecc...) Lo studio monocentrico, prospettico, a gruppi paralleli con disegno PROBE, prevede la somministrazione di telmisartan o bisoprololo e la determinazione in condizioni basali e a distanza di 8 settimane dei recettori AT1 e del MIF su linfociti, del ligando solubile CD40, dell'ABPM e della PWV (Pulse Wave Velocity). Queste misurazioni verranno ripetute anche al termine di 4 settimane di wash-out.