1. Interpretazione per la TV
2. Integrazione tra teoria e pratica dell'interpretazione nella
didattica
3. Analisi dei ruoli dell'interprete nell'interazione medica faccia a faccia
4. Applicazione dell'analisi della conversazione nella
comunicazione mediata dall'interprete
5. Interpretazione in ambito giuridico con particolare attenzione alle indagini di polizia giudiziaria.
6. Interpretazione per i minori in ambito giuridico
L'attività scientifica di ricerca condotta finora si è
sviluppata intorno a cinque temi:
1. Analisi dell'interpretazione giuridica in TV. Scopo di questa
indagine è quello di evidenziare a) le principali differenze tra
l'interpretazione giuridica svolta in aula di tribunale e quella
effettuata a beneficio di un pubblico televisivo b) le principali
scelte operate dagli interpreti in termini sia traduttivi sia
produttivi del discorso televisivo.
2. Integrazione tra teoria e pratica dell'interpretazione con
particolare riferimento all'interpretazione consecutiva. Obiettivo
della ricerca era quello di individuare strumenti e metodi per
rendere l'atto interpretativo pedagogico maggiormente vicino
all'atto interpretativo reale della pratica professionale
concentrando specificamente l'attenzione su tutti quegli elementi
discorsivi e situazionali che entrano in gioco
nell'interpretazione di un evento comunicativo reale e situato.
3. Analisi dei ruoli dell'interprete nell'interazione medica
faccia a faccia basandosi su materiale videoregistrato allo scopo
di evidenziare la funzione di partecipante attivo dell'interprete
sia in termini traduttivi (in particolare tramite l'esame di
materiale linguistico che l'interprete sceglie di tradurre o di non
tradurre) e in termini di contributi autonomi al discorso (tramite
l'analisi delle iniziative e delle mosse discorsive intraprese
autonomamente dall'interprete).
4. Applicazione dell'analisi della conversazione alla
comunicazione mediata dall'interprete basandosi su dati reali e
allo scopo di vedere se e come l'interprete contribuisce alla
costruzione dell'ordine conversazionale tramite i meccanismi di
alternanza dei turni di parola.
5. Studio dell'interpretazione nelle indagini preliminari in
ambito penale allo scopo di contribuire all'attuazione della
DIRETTIVA 2010/64/EU DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 20
Ottobre 2010 sul diritto all'interpretazione e alla traduzione nei
procedimenti penali. Questo interesse di ricerca è stato portato
avanti a partire dal 2011 partecipando, in qualità di
coordinatrice, al progetto europeo "ImPLI" – Improving Legal and
Police Interpreting - finanziato dalla DG Giustizia
dell'Unione Europea nell'ambito del programma “Criminal Justice”
JLS/2010/JPEN/AAG.. Obiettivi del progetto: a) approfondire le
conoscenze relative alla tecniche di interrogatorio e alle pratiche
di polizia giudiziaria per migliorare la formazione degli
interpreti in questo ambito; b) informare le forze di polizia
giudiziaria e gli altri organi inquirenti riguardo alle tecniche di
interpretazione e su come queste possano fornire un valido
contributo alle loro funzioni se adeguatamente utilizzate.
6. Studio dell'interpretazione per i minorenni coinvolti in procedimenti giuridici, giudiziari e amministrativi di cui non conoscono la lingua nell'ambito del progetto di ricerca europeo Co-Minor-IN/QUEST (Cooperation in interpreter mediated questionings of minors, JUST/2011/JPEN/AG/2961, 2013-2014) che si è concentrato sulle audizioni protette con minori mediate da interpreti. I minori, siano essi vittime, sospettati, o testimoni, meritano un’attenzione particolare in quanto soggetti “vulnerabili” stante la definizione contenuta nella Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo. Ne danno atto anche una serie di direttive europee, tra cui la Direttiva 2012/29/UE che istituisce norme minime in materia di diritti, assistenza e protezione delle vittime di reato e la Direttiva 2016/800/UE sulle garanzie procedurali per i minori indagati o imputati nei procedimenti penali. L’obiettivo del progetto era triplice: a) raccogliere informazioni e sensibilizzare i professionisti che operano in questo ambito e b) laddove possibile, migliorarne le competenze professionali; c) individuare le buone pratiche allo scopo di inserirle in programmi di formazione interdisciplinari rivolti a tutti i professionisti e gli operatori che si occupano di minori coinvolti in procedimenti penali e che non parlano la lingua del procedimento.