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Raffaele Savigni

Professore Alma Mater

Alma Mater Studiorum - Università di Bologna

Professore a contratto a titolo gratuito

Dipartimento di Beni Culturali

Contenuti utili

Indicazioni metodologiche e bibliografiche per i laureandi

INDICAZIONI METODOLOGICHE E BIBLIOGRAFICHE PER I LAUREANDI DEL PROF. SAVIGNI

 

Fornisco alcune indicazioni utili per impostare in modo rigoroso e corretto il lavoro di tesi.

La tesi (prova finale) della laurea triennale consiste in un elaborato di una cinquantina di pagine, che affronta un argomento sulla base della bibliografia e delle principali fonti disponibili (scritte, iconografiche, archeologiche ecc.). Non è necessario che la trattazione sia del tutto esaustiva: si tratta di fornire uno “status quaestionis” e l’eventuale trascrizione di qualche documento inedito e di discutere con una corretta metodologia storico-critica i principali problemi  che scaturiscono dall’analisi delle fonti, rivolgendo l’attenzione anche al loro stato di conservazione.

La tesi discussa al termine del corso di laurea magistrale consiste in un elaborato originale di 150-200 pagine circa, che tratti in modo completo  e rigoroso l’argomento concordato col docente, utilizzando tutto lo spettro di fonti disponibile.

 

Segnalo alcuni siti web utili per il reperimento delle fonti edite e della letteratura critica:

http://www.internetculturale.it/opencms/opencms/it/ (per la ricerca bibliografica: per autore o titolo)

http://www.retimedievali.it/ (saggi, ipertesti, fonti spesso tradotte…)

http://www.uan.it/alim (soprattutto per le fonti narrative: cronachistiche ecc.)

http://www.hs-augsburg.de/~harsch/augustana.html (fonti latine classiche e medievali ecc.)

http://bsbdmgh.bsb.lrz-muenchen.de/dmgh_new/ (per gli MGH)

http://www.bibar.unisi.it/ (biblioteca archeologica online)

http://www.storiamediterranea.it/darts_md1_home.php (fonti e saggi utili per la storia della Sicilia e del Mediterraneo)

http://www.storiapatria.it/Le_pubblicazioni.htm (fonti edite ed altre pubblicazioni della Società siciliana per la storia patria)
http://www.archivi.beniculturali.it/guidagenerale.html (guida generale degli Archivi di Stato)
http://www.archivi.beniculturali.it/pubblicazioni-free.html (fonti e saggi scaricabili)

http://www.archivi-sias.it/ (sistema informativo degli Archivi di Stato: utile per avere un quadro della documentazione inedita)
http://www.sa-ero.archivi.beniculturali.it/index.php?id=46 (Soprintendenza archivistica per l'Emilia-Romagna: è possibile consultare inventari e pubblicazioni, tra cui gli Atti dei Convegni di Fiorano e Ravenna sugli archivi ecclesiastici)

 http://www.archividelmediterraneo.org/portal/faces/public/guest/ (Archivio storico multimediale del Mediterraneo)

Norme per le citazioni bibliografiche

 

La bibliografia finale va distinta in due sezioni: 1) fonti: a) edite; b) inedite (documenti d’archivio e testi manoscritti); 2) letteratura critica (i contributi degli studiosi moderni e contemporanei che hanno interpretato le fonti).

All’interno di ciascuna sezione occorre seguire un ordine alfabetico e quindi cronologico (se si citano più saggi di uno stesso studioso vanno elencati in ordine cronologico).

Le fonti edite vanno citate indicando nell’ordine: autore (in maiuscoletto oppure in tondo), titolo (in corsivo), curatore dell’edizione, eventuale collezione di fonti in cui l’edizione è inserita, luogo e data di edizione.

Esempio: Agobardo, op. 16, De divisione imperii (ad Ludovicum), in Agobardi episcopi opera omnia, Corpus Christianorum, Continuatio mediaevalis, LII, edizione a cura di L. van Acker, Turhout 1981, pp. 247-250.

Se l’opera è anonima si indica subito il titolo, come nell’esempio seguente:

Annales Vedastini, ed. B. De Simson, in MGH, Scriptores rerum Germanicarum in usum scholarum, XII, Hannoverae et Lipsiae 1909

Le fonte inedite vanno citate indicando la città, la biblioteca in cui è conservato il manoscritto o l’archivio che conserva il documento, il fondo, infine la numerazione del manoscritto o la segnatura archivistica del documento (fondo, filze o registri ecc.) e, solo nelle note, le carte utilizzate. 

Ad esempio: Bologna, Biblioteca universitaria, ms. (o cod.) 45, cc. 4r-5v.

Lucca, Archivio di Stato. Diplomatico, S. Giustina, 1243 aprile 11.

Lucca, Archivio di Stato, Testamenti, 4 ottobre 1348.

Lucca, Archivio di Stato, Archivio dei notari della Garfagnana, 3, ser Jacopo da Pianorra, f. 85v-86r, 1478 luglio 31

I contributi degli studiosi vanno citati indicando nell’ordine, se si tratta di monografie: autore (iniziale del nome e cognome per esteso, in maiuscoletto o in tondo), titolo, luogo e data di edizione.

Ad esempio: M. Cristiani, Dall’unanimitas all’universitas. Da Alcuino a Giovanni Eriugena. Lineamenti ideologici e terminologia politica della cultura del secolo IX, Roma 1978

Se si tratta invece di articoli pubblicati su riviste indicare nell’ordine: autore, titolo dell’articolo, titolo della rivista (tra virgolette), annata della rivista, indicazione dell’anno di pubblicazione (tra parentesi tonde), estremi delle pagine.

Ad esempio: M. Rangheri, La «Epistola ad Gerbergam reginam de ortu et tempore Antichristi» di Adsone di Montier-en-Der e le sue fonti, in «Studi medievali», III serie (abbreviato: III s.), 14 (1973), pp. 677-732.

Se si  tratta di saggi pubblicati negli Atti di convegni o in volumi miscellanei indicare: autore, titolo del contributo, titolo generale del volume, estremi delle pagine (ma nelle citazioni successive alla prima si citano solo le pagine specificamente utilizzate).

Esempio: C. Leonardi (o C. Leonardi), Alcuino e la scuola palatina: le ambizioni di una cultura unitaria, in Nascita dell’Europa ed Europa carolingia: un’equazione da verificare, Atti della XXVII Settimana di studi, Spoleto 1981, pp. 459-498

 

Se si utilizzano nelle note sigle ed abbreviazioni è necessario fornire all’inizio dell’elaborato un indice delle sigle ed abbreviazioni (ad es. RIS= Rerum italicarum scriptores; BS= Bibliotheca sanctorum; ASPa= Archivio di Stato di Palermo; AARa= Archivio arcivescovile di Ravenna).

Nelle note le fonti e le opere degli studiosi vanno citate la prima volta in forma completa (autore, titolo, luogo e data di edizione; se si tratta di un articolo su rivista o di un saggio pubblicato in un volume miscellaneo o negli Atti di un convegno occorre indicare anche gli estremi delle pagine); in forma abbreviata nelle citazioni successive alla prima (indicando solo il cognome dell’autore seguito dalle prime parole del titolo e da “cit.”, con l’indicazione della pagina o delle pagine specifiche).

Ad esempio:

prima citazione: R. Savigni, Agobardo di Lione tra Impero cristiano e genesi delle nationes: un sondaggio sul lessico politico carolingio, in Scritti di storia medievale offerti a Maria Consiglia De Matteis, a cura di B. Pio, Spoleto 2011, pp. 655-673.

Nelle citazioni successive: Savigni, Agobardo di Lione cit., p. 668

È importante adottare un criterio uniforme nell’ordinamento della bibliografia e nelle note: ad esempio il nome dell’autore di un’opera va sempre in maiuscoletto o sempre in tondo; l’annata della rivista va sempre indicata in cifre arabe oppure in cifre romane e così via.

Non è necessario indicare la casa editrice: se si sceglie di farlo bisogna indicarla sempre, non una volta sì e due no.

 I saggi pubblicati online dal docente su “Reti medievali” (http://www.retimedievali.it/ ) possono offrire utili esempi. Va comunque precisato che le case editrici chiedono agli studiosi di uniformarsi a norme redazionali che non sono sempre le medesime: l’importante è mantenersi coerenti rispetto al criterio adottato, senza oscillazioni.