Le produzioni agricole certificate.
Studio sull'importanza economica delle produzioni agricole certificate e le effettive possibilità di sviluppo
L'utilizzo delle biomasse a fini energetici, e quindi l'opportunità
di una maggior diffusione di colture apposite, pone innanzi
all'imprenditore stesso un problema fondamentale di natura
economico-ambientale: l'individuazione di una modalità precisa di
calcolo del bilancio energetico aziendale. A tale scopo si ritiene
possibile prendere le mosse dall'archivio costituito durante
l'elaborazione del Progetto SIPEAA.Il Progetto SIPEAA fornisce
precisi valori circa il flusso dei fattori e delle risorse
aziendali, indispensabili all'analisi economica ed
ambientale.Usufruendo della disponibilità di tali dati è lecito
altresì riferirsi a metodologie già consolidate soprattutto a
livello macroeconomico, prevedendo opportuni adattamenti,
funzionali all'ambito microeconomico.Tra le metodologie all'uopo
interessanti si ha l'LCA che si basa sulla constatazione che gli
effetti, in particolare ambientali, di prodotti e processi si
esplicano nel corso di una lunga catena di azioni
Tra le metodologie interessanti l'LCA (Life Cycle Assessment), si
basa sulla constatazione che gli effetti, in particolare
ambientali, di prodotti e processi si esplicano nel corso di una
lunga catena di azioni. L'LCA permette di ottenere una contabilità
dei flussi di risorse e di rilasci tra ecosfera e tecnostruttura.
Attraverso lo studio e l'utilizzo di metodologie ed indicatori di
tal genere, sarà possibile avvicinarsi sempre più ad un bilancio
energetico attendibile. Uno degli indicatori di impronta ecologica
più interessanti è altresì il Total Material Requirement (TMR). Il
TMR è un indicatore riassuntivo dei flussi di materia e di energia
dell'economia, che misura l'uso totale di risorse naturali. Il TMR
include: - gli input interni diretti (Domestic Direct Inputs) che
consistono nel flusso di risorse naturali interne che entrano nel
ciclo economico per un'ulteriore trasformazione - i flussi nascosti
interni (Domestic Hidden Flows) che consistono nella quantità di
risorse movimentate che si generano per la produzione degli input
interni diretti, ma che non entrano direttamente nel ciclo
economico; - gli input diretti importati (Imported Direct Inputs)
che consistono nei materiali che entrano nell'economia dall'esterno
del sistema considerato - i flussi nascosti importati (Imported
Hidden Flows) costituiti dai materiali, dagli input diretti e dai
flussi nascosti che sono usato per la produzione delle merci
immesse dall'esterno e che non sono contenuti nella massa del
prodotto importato Gli input interni diretti e gli input diretti
importati confluiscono a formare il Direct Material Input (DMI),
che contabilizza l'insieme di materiali e prodotti entrati nel
ciclo economico (combustibili fossili, metalli e minerali
industriali e da costruzione, materiali e prodotti rinnovabili,
prodotti intermedi e finiti importati). I flussi nascosti, che
costituiscono la seconda componente del concetto di Total Material
Requirement, contabilizzano l'insieme delle risorse biotiche e
abiotiche che non entrano direttamente nel processo di
valorizzazione economica, ma che sono state rimosse dall'ambiente
naturale per la produzione di materie prime. Il TMR è dunque un
indicatore altamente aggregato delle basi materiali dei processi
economici e della pressione che questi esercitano sulle risorse
naturali. Un ulteriore aspetto che riguarda le biomasse e non
ancora considerato a sufficienza in riferimento al LCA si riferisce
ai biocombustibili. La filiera dei biocombustibili bioetanolo e
biodiesel riveste particolare attenzione in relazione alla
individuazione di soluzioni praticabili per il contenimento
dell'inquinamento causato dai combustibili fossili usati per il
trasporto e per verificare il reale vantaggio economico di queste
produzioni. La bibliografia corrente riporta dati che considerano
economicamente valida la produzione di bioconbustibili solo se
vengono adottate politiche di defiscalizzazione. Nell'attuale fase
congiunturale italiana pare però difficile ipotizzare una riduzione
significativa del prelievo fiscale (imposte indirette) pertanto si
ritiene utile poter verificare la validità di progetti nei quali è
previsto l'impiego di un mix di fonti energetiche da biomasse. Il
biodiesel deriva dalla transesterificazione degli oli vegetali
effettuata con alcol metilico ed etilico. Ne deriva un combustibile
simile al gasolio. Gli oli vegetali prodotti provengono da colture
su terreni a set-aside di colza e girasole. Il bioetanolo viene
prodotto tramite processi di fermentazione e distillazione di
materiali zuccherini o amidacei. La destinazione più considerata è
il suo utilizzo nella sintesi dell'ETBE (etil-terbutil-etere),
usato in miscela alle benzine come additivo ossigenato ed
antidetonante in sostituzione del piombo tetraetile o degli
idrocarburi aromatici. A questo proposito il Programma Nazionale
Biocombustibili (PROBIO) predisposto dal Ministero delle Politiche
Agricole e Forestali rappresenta il primo strumento di attuazione
operativa di programmi mirati. La ricerca si promette di valutare
anche queste filiere di particolare interesse strategico nazionale.
Si potrà così giungere a un confronto tra le colture da biomassa
disponibili. La finalità della ricerca è sintetizzabile nella
strutturazione di un bilancio energetico – economico che possa
permettere la reale valutazione della validità economica della
diffusione di colture energetiche e da biomassa. Utilizzando
l'analisi multicriteriale sarà quindi possibile effettuare un
dettagliato confronto tra le diverse alternative colturali e
tecnologiche disponibili. A livello comprensoriale (regionale)
l'utilizzo dei modelli CAPRI – ELBA ci potranno fornire delle
indicazioni in merito alla possibile diffusione delle colture
energetiche e da biomassa in relazione alla capacità reddituale
delle stesse. In particolare la ricerca prevede di: - effettuare
bilanci economici per i sistemi produttivi da biomassa.