- Prodotti di perossidazione lipidica come modulatori di
funzioni cellulari
9HSA è un prodotto di lipoperossidazione
endogena identificato in diverse linee cellulari umane e murine. La
somministrazione esogena di 9HSA in una linea di adenocarcinoma del
colon umano (HT29) determina un blocco in G0/G1, caratterizzato da
un aumento dei livelli di trascrizione di p21 con meccanismo p53
indipendente. Gli agenti
che attivano la trascrizione di p21 mediante meccanismi p53
indipendenti, agiscono inducendo il legame di differenti fattori di
trascrizione a specifici elementi attivi in cis, localizzati nel
promotore di p21. Il sito Sp1-3 nel promotore di p21 è richiesto
per l'induzione di p21 da agenti quali il TGF-beta, calcio,
lovastatina, NGF e gli inibitori dell'istone deacetilasi HDAC1.
L'acetilazione del core nucleosomale degli istoni è regolata dalle
attività opposte delle acetiltranferasi (HATs) e delle deacetilasi
istoniche (HDACs). Queste ultime catalizzano la rimozione di un
acetile dal gruppo epsilon-amminico dei residui di lisina degli
istoni H2A, H2B, H3 e H4. L'acetilazione delle proteine istoniche
neutralizza la carica positiva dei residui di lisina e distrugge la
struttura nucleosomale, permettendo l'unfolding del DNA associato e
quindi l'accesso ai fattori di trascrizione e le modificazioni
nell'espressione dei geni. Numerosi studi hanno evidenziato
che gli inibitori della HDAC1 causano arresto del ciclo cellulare
in G1 e/o in G2, apoptosi e/o differenziamento in tumori di diversa
istogenesi. Le classi di inibitori dell'HDAC1 ad oggi identificati
come potenziali agenti antitumorali includono: gli acidi grassi a
corta catena (butirrato, fenilbutirrato, acido valproico), la
trapoxina (TPX) e gli acidi idrossamici (acido idrossamico
suberoilanilide (SAHA), la piroxammide, la tricostatina A (TSA) e
gli acidi idrossamici con sostituenti ciclici analoghi della TPX o
della apicidina). Tali agenti inducono in cellule HT29 effetti
sovrapponibili a quelli indotti dall'acido 9HSA la cui attività di
inibitore della HDAC1 è stata di recente dimostrata. La
ricostruzione del modello 3D dell'enzima umano, ad oggi non ancora
cristallizzato, e studi di docking hanno evidenziato che
l'idrossiacido puo' interagire con il sito catalitico inibendone
l'attivita'. L'inibizione di tale enzima determina in HT29 arresto
della crescita con accumulo delle cellule nella fase G0/G1 del
ciclo cellulare, aumento della trascrizione di p21WAF1 ma non di
p27KIP1, e innesco di un programma di differenziamento verso un
fenotipo benigno. Tali effetti sono associati ad una rapida
acetilazione dell'istone H4 e di diverse isoforme di istoni della
classe H3 non ancora caratterizzate. Dati preliminari hanno messo
in evidenza che il trattamento con 9HSA modifica la capacità di
interazione di HDAC1 con la ciclina D1. La sovraespressione di
ciclina D1, presente in diversi tumori umani, e' coinvolta nella
tumorigenesi e correlata allo sviluppo di metastasi. In tumori di
diversa istogenesi, tra cui quello del colon, la sovrespressione di
ciclina D1 avviene piuttosto ad opera di segnali oncogenici, che a
causa di mutazioni o riarrangiamenti genici. I fattori oncogenici
inducono l'espressione di ciclina D1 attraverso il legame con
diverse sequenze di DNA nel promotore genico; tra questi ricordiamo
Ras, Src, ErbB2, beta-catenina, le proteine STAT e l'antigene t di
SV40. L'induzione di ciclina D1 dipende da fattori di crescita ed è
finemente regolata nei livelli trascrizionali e nella sua
compartimentazione cellulare. La proteina compare nella fase G1
precoce ed è rapidamente indotta in seguito a stimolazione con
agenti mitogeni, mentre viene degradata quando questi vengono
ridotti (14). In particolare l'aumento di ciclina D1 è
indotto da fattori di crescita come EGF, IGF1, IGF2, o da fattori
quali amminoacidi, l'acido lisofosfatidico, estrogeni, androgeni,
acido retinoico, fattori secreti dagli adipociti e l'ormone
gastrointestinale gastrina. Nel ciclo cellulare la ciclina D1 funge
da regolatore della fosforilazione di pRb, mediante inibizione
della sua attività di repressore trascrizionale attraverso la
dissociazione dell'HDAC1. In seguito alla sua dissociazione da
cdk4, la ciclina D1 è fosforilata sul residuo Thr286 dalla
glicogeno sintetasi 3beta (GSK-3beta); questo rappresenta un
meccanismo grazie al quale la proteina è traslocata fuori dal
nucleo per indurre la sua degradazione proteasomica.
Interessantemente, la ciclina D1 libera è ubiquitinata con un
meccanismo che non richiede la fosforilazione sul residuo Thr286 da
parte di GSK-3beta; ciò può suggerire l'esistenza di due differenti
pool di ciclina D1, libera o legata alla cdk4, regolati in maniera
diversa e con differenti funzioni. Più in dettaglio la ciclina D1 a
livello nucleare controlla la crescita, il metabolismo e il
differenziamento cellulari associandosi e regolando l'attività di
più di 30 fattori di trascrizione, co-attivatori o co-repressori
trascrizionali, che governano l'acetilazione istonica e l'assetto
delle proteine rimodellanti la cromatina. Ad oggi il meccanismo
meglio chiarito che coinvolge la ciclina D1 nell'apparato
trascrizionale è quello attraverso cui la proteina è in grado di
inibire il differenziamento degli adipociti tramite la repressione
di PPARgamma (peroxisome proliferator-activated receptor gamma),
attraverso il reclutamento dell'HDAC1 e istoni-metiltransferasi
all'elemento di risposta di PPARgamma (PPARE) del promotore della
lipoproteina lipasi (LPL). Studi recenti hanno evidenziato che la
ciclina D1 coprecipita con HDAC1 e che l'interazione della ciclina
D1 con le deacetilasi istoniche è funzionalmente rilevante, in
quanto regola lo stato di acetilazione della lisina 9 dell'istone
H3 nella cromatina prossima al PPARE del promotore LPL. PPARgamma è
un recettore nucleare che forma un eterodimero con il recettore
dell'acido retinoico e il complesso risultante si lega al PPARE dei
promotori dei geni target. Nel colon l'espressione di PPARgamma
varia lungo l'asse delle cripte, con i livelli più elevati nelle
cellule postmitotiche che formano il lume intestinale.
L'attivazione da ligando di tale recettore attenua la
proliferazione in diverse linee cellulari e in alcuni casi
l'inibizione della crescita si associa a differenziamento.
L'inibizione della HDAC1 da 9HSA puo' da un lato determinare
modificazioni della cromatina mediante iperacetilazione di
specifiche classi istoniche e dall'altro influire sull'accesso
della ciclina D1 ai promotori da essa regolati, innescando precisi
programmi di differenziamento e arresto della crescita.