- Studi ultrastrutturali, istochimici ed immunoistochimici dei
microvasi nel sistema nervoso centrale dei vertebrati.
- Studi ultrastrutturali ed immunoistochimici delle cellule gliari dei vertebrati.
- Studi ultrastrutturali, istochimici ed immunoistochimici del
sistema olfattorio dei vertebrati.
- Effetti di agenti tossici ed inquinanti sugli epiteli sensoriali acustico ed olfattorio dei vertebrati
Maurizio Lazzari ha svolto ricerche nel campo della neurobiologia
comparata dei vertebrati.
- Studi ultrastrutturali, citochimici ed immunocitochimici sono
stati condotti sui vasi del sistema nervoso centrale (SNC) di
anfibi e rettili. Negli anfibi, le osservazioni ultrastrutturali
hanno evidenziato la presenza di una barriera emato-encefalica di
tipo endoteliale. Con tecniche istochimiche ed immunoistochimiche
ha rivelato che vari enzimi associati ai vasi (fosfatasi e
trasportatore del glucosio Glut1) hanno una distribuzione
asimmetrica tra la superficie luminale ed antiluminale delle
cellule endoteliali. Questi enzimi sono probabilmente coinvolti nel
funzionamento della barriera emato-encefalica. In anfibi e rettili,
il modello di angioarchitettura del SNC è stato studiato per mezzo
di osservazioni al microscopio elettronico a scansione di calchi
microvascolari in resina. Il modello prevalente è costituito da una
rete tridimensionale di vasi singoli. Alcune specie presentano vasi
appaiati conformati a forcina che derivavano dalla
vascolarizzazione meningea. Solo in poche specie coesistono vasi
appaiati e singoli, ma questi ultimi sono prevalenti. Inoltre la
permeabilità vascolare è stata studiata con l'iniezione
intravascolare di traccianti, come la perossidasi di rafano ed il
lantanio ionico, in anfibi che avevano ricevuto in vena soluzioni
iperosmolari di mannitolo. Le giunzioni interendoteliali, che in
condizioni normali impediscono la libera diffusione dei traccianti
negli spazi intercellulari del parenchima nervoso, sono state
aperte dalle soluzioni ipertoniche.
- Un'altra linea di ricerca ha per oggetto il sistema olfattorio
dei vertebrati. Il neuroepitelio olfattorio possiede uniche
caratteristiche neurogenetiche e rappresenta un utile modello per
studiare il differenziamento delle cellule nervose. I neuroni
olfattori, direttamente esposti a fattori ambientali, subiscono un
ciclo continuo di proliferazione e morte cellulare nel corso dello
sviluppo e nell'individuo adulto. Cellule precursori presenti nello
strato basale del neuroepitelio olfattorio si dividono e danno
origine a neuroni immaturi. Queste cellule migrano nello strato
superiore del neuroepitelio e stabiliscono nuovi contatti sia con
la superficie dell'epitelio per mezzo delle loro regioni
dendritiche, sia con il bulbo olfattorio per mezzo di sinapsi dei
loro assoni sullo strato glomerulare del bulbo. Si ritiene che i
glicoconiugati di superficie dei recettori olfattori abbiano un
ruolo chiave nella funzione olfattoria oltre che nel riconoscimento
intercellulare e nella fascicolazione. Lectine, proteine o
glicoproteine che si legano con alta specificità agli zuccheri
terminali dei complessi carboidratici, sono state impiegate come
sonde molecolari per discriminare i neuroni olfattori primari e le
loro terminazioni nel bulbo olfattorio sulla base delle loro
glicoproteine superficiali. Questi studi sono stati condotti su
varie specie rappresentative delle diverse classi di vertebrati,
con l'eccezione degli uccelli. Queste ricerche hanno mostrato che
il sistema olfattorio dei vertebrati è del tutto conservativo sia
nella organizzazione strutturale che nella composizione
carboidratica di superficie dei neuroni recettoriali primari.
- Un'altra linea di ricerca ha considerato la presenza e la
distribuzione della glial fibrillary acidic protein (GFAP) e della
vimentina che sono marcatori molecolari dei filamenti intermedi
delle cellule gliali. Questa ricerca è stata dapprima condotta sul
dipnoo africano e su urodeli i quali mostrano per tutto il SNC solo
un tipo di elemento astrogliale: la glia radiale ependimale. Le
cellule della glia radiale posseggono un corpo cellulare piriforme
o affusato collocato nello strato ependimale o periependimale ove
esse costituiscono rispettivamente la glia radiale ependimale o
periependimale. I loro corpi cellulari danno origine a lunghi
processi citoplasmatici con orientamento radiale che terminano con
endfeet laminari o globosi a ridosso della parete vascolare e della
superficie sottomeningea. Nel dipnoo e nell'Ambystoma,
queste cellule sono GFAP immunopositive e vimentina negative,
mentre nel Triturus esprimono solo vimentina. Questi due
marcatori molecolari delle cellule gliali sono stati poi studiati
in alcune specie di rettili. La immunopositività alla vimentina è
molto ridotta nei rettili, mentre la positività alla GFAP è
evidente, anche se l'intensità della marcatura varia all'interno
dello stesso tipo cellulare. Il rilevamento immunocitochimico della
GFAP ha mostrato che nei rettili gli elementi gliali radiali
coesistono con astrociti stellati. Dal punto di vista morfologico,
la condizione dei rettili appare più primitiva di quella trovata
negli uccelli e nei mammiferi. Questi risultati indicano che i
rettili rappresentano una tappa importante nell'evoluzione della
glia dei vertebrati in quanto il loro modello è collocato tra
quello degli anamni e quello degli altri amnioti.