Foto del docente

Massimiliano Trentin

Professore associato

Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali

Settore scientifico disciplinare: SPS/14 STORIA E ISTITUZIONI DELL'ASIA

Coordinatore del Corso di Laurea Magistrale in International Relations

Avvisi

Nome in codice: Caesar. 23-28 ottobre 2017 - Biblioteca Amilcar Cabral - Via San Mamolo 24 Bologna

23-28 ottobre 2017
Biblioteca Amilcar Cabral
Via San Mamolo 24 Bologna
lun. - ven. 10-17, sab. 10-12

Mostra fotografica
Nome in codice: Caesar
Detenuti siriani vittime di tortura

“Il mio compito era documentare la morte” (Caesar)
Caesar è lo pseudonimo attribuito ad un ex ufficiale della Polizia Militare siriana che ha disertato nel gennaio 2014, riuscendo a portare all’estero quasi 55 mila foto che documentano con raccapricciante precisione la morte e le torture subite dai detenuti nelle carceri di Bashar al Assad tra il 2011 e il 2013. A fotografare era lo stesso Caesar, una macabra routine dell’orrore voluta da un regime ossessionato dall’idea di documentare tutto, anche i morti in carcere. Un’autorevole Commissione Internazionale di esperti forensi e giudici ha già esaminato le foto di Caesar, certificandone l’autenticità e dichiarandone l’ammissibilità in caso di processo al regime siriano per crimini contro l’umanità.
Un’esposizione che è stata vista da migliaia di visitatori presso il Palazzo di Vetro dell’ONU, la Commissione Affari Esteri del Congresso degli Stati Uniti, il Museo dell’Olocausto di Washington, il Parlamento Europeo, il Parlamento britannico e ad altre numerose città.
“Facevo delle pause per trattenermi dal piangere. Ma ero terrorizzato. Continuavano a tornarmi in mente le cose che avevo visto durante il giorno. Pensavo che questi corpi potevano essere quelli di mio fratello o delle mie sorelle. E questo mi faceva male.” (Caesar)

La mostra è una testimonianza importante per raccontare cosa sta succedendo oggi in Siria e fare luce sui crimini di guerra contro l'umanità.

A cura di FOCSIV e 7 ONG socie della Federazione per aiutare i profughi in fuga dalla guerra.

Pubblicato il: 17 ottobre 2017