1) Ricostruzione del quadro stratigrafico ordoviciano-triassico
sup. e analisi tettono-sedimentarie (Alpi nord-orientali).
2) Deformazioni orogenetiche erciniche e alpine ed
evoluzione termica del settore alpino nord-orientale (Alpi
Meridionali).
3) Analisi dei meccanismi focali del settore alpino orientale e
sloveno.
4) Paleo-idrografia mio-pliocenica del territorio alpino e
prealpino nord-orientale (Alpi Meridionali) attraverso l'analisi
delle evidenze deposizionali e morfologiche.
5) Evoluzione quaternaria del settore alpino e prealpino
nord-orientale (Italia-Austria): variazioni del reticolo
idrografico, distribuzione e significato delle morene
tardoglaciali, sedimentologia e stratigrafia dei depositi
pleistocenico-olocenici intravallivi. Evoluzione
pleistocenico-olocenica della pianura friulana: quadro
stratigrafico, elementi neotettonici e modifiche del reticolo
fluviale.
6) Progetto Geo-CGT (Carta dei Geositi della Regione Autonoma
Friuli Venezia Giulia).Censimento dei geositi presenti
sul territorio regionale.
7) Didattica e divulgazione delle Scienze della
Terra.
1) Ricostruzione del quadro stratigrafico
ordoviciano-triassico sup. e analisi tettono-sedimentarie (Alpi
nord-orientali)
La produzione di una cartografia originale di dettaglio del
complessivo territorio alpino carnico (990 kmq), realizzata alla
scala 1:10.000 e stampata alla scala 1:25.000, ha consentito la
definizione del complesso quadro stratigrafico
ordoviciano-triassico sup. del settore; ad essa si è aggiunta la
possibilità di ricostruire la duplice strutturazione deformativa
ercinica ed alpina del substrato paleozoico antico
(ordoviciano-carbonifero) e, parallelamente, di valutare le
interferenze e lo sviluppo cronologico delle deformazioni
neoalpine, perfettamente registrate nella successione
permo-triassica del complessivo settore d'indagine. L'esame dei
numerosi dati macro- e mesotettonici ha messo in evidenza le
interazioni tra i sistemi di deformazione indotti dai tre
principali eventi neoalpini (rispettivamente regolati da
compressioni NNE-SSW, N-S e NW-SE) definendone, per la prima volta
in questo settore, la cronologia relativa di innesco.
2) Deformazioni orogenetiche erciniche e
alpine ed evoluzione termica del settore alpino nord-orientale
(Alpi Meridionali)
Partendo dalla dettagliata cartografia di base, realizzata alla
scala 1:25.000 su un territorio di 1.000 kmq e completata negli
anni precedenti, in questo ultimo triennio si è proceduto alla
definizione dell'evoluzione termica del settore alpino
nord-orientale, con particolare riguardo al nucleo
paleozoico. L'intervallo temporale investigato spazia dal
Paleozoico al Cenozoico (eventi ercinici e alpini s.l.)
prendendo in esame la complessiva storia termica di un volume di
rocce ordoviciano-triassiche, in gran parte formato da sedimenti di
età paleozoica antica (pre-permiana). A tal fine sono stati
utilizzati vari indicatori termici quali l'indice della
cristallinità dell'illite (KI) delle K-muscoviti, l'indice di Arkai
per le cloriti (AI) e l'indice di alterazione del colore dei
conodonti (CAI).
3) Analisi dei meccanismi focali del settore alpino
orientale e sloveno
E' stato proposto un modello sismotettonico del territorio
friulano e sloveno occidentale basato sull'analisi dei recenti
meccanismi focali e sui dati strutturali acquisiti sul terreno
durante gli ultimi anni di indagini. La ricerca ha evidenziato,
quale risultato ultimo, la distribuzione a ventaglio delle
direzioni di stress attuale, giustificata dalla presenza di
particolari fasce di svincolo (paleofaglie riattivate) che sembrano
aver influito anche sulla strutturazione deformativa neoalpina del
settore, ereditata negli ultimi 10 milioni di anni.
4) Paleo-idrografia mio-pliocenica del territorio alpino
e prealpino nord-orientale (Alpi Meridionali) attraverso l'analisi
delle evidenze deposizionali e morfologiche
Questa ricerca è tuttora in progresso e parte dei dati di
terreno sono già stati acquisiti. In particolare, sono stati già
oggetto di approfondita indagine tre siti chiave e un quarto è allo
studio. In essi le evidenze sedimentologico-stratigrafiche,
neotettoniche e paleomorfologiche riconducono a paleodrenaggi
precedenti al Pleistocene e, con tutta probabilità, riconducibili
ad età miocenico sommitali-plioceniche; in tal caso la variazione
rapida del livello di base, connessa al disseccamento del
Mediterraneo (Lagomare), può essere in prima approssimazione
invocata quale concausa della tendenza al rapido approfondimento
del reticolo fluviale sviluppatosi con la parallela surrezione
della catena alpina.
5) Evoluzione quaternaria del settore alpino e prealpino
nord-orientale (Italia-Austria): variazioni del reticolo
idrografico, distribuzione e significato delle morene
tardoglaciali, sedimentologia e stratigrafia dei depositi
pleistocenico-olocenici intravallivi. Evoluzione
pleistocenico-olocenica della pianura friulana: quadro
stratigrafico, elementi neotettonici e modifiche del reticolo
fluviale
La ricerca, condotta nel settore alpino carnico e giulio, ha
portato alla localizzazione dello spartiacque idrografico di
prim'ordine tra M. Adriatico e M. Nero durante il Pleistocene s.l.,
sensibilmente differente dall'attuale; alla valutazione della
genesi, età e distribuzione dei paleolaghi pleistocenici ed
olocenici inf. della regione Friuli V.G., valutati attraverso la
natura ed origine dei relativi sbarramenti e l'analisi delle
successioni deltizio-lacustri di colmamento; e infine alla
produzione di una carta del glacialismo tardo-würmiano (stadio di
Bühl Auctt.).
Inoltre, la medesima ricerca ha dato risultati innovativi anche
nel settore dell'alta pianura friulana dove è stata precisata
l'evoluzione di un settore ampio 20.000 kmq, condizionato da
accumuli glaciali (Anfiteatro morenico del Tagliamento) e
glacio-fluviali pre-LGM, sin-LGM e post-LGM, che dimostrano come,
attraverso l'abbinamento tra il classico rilevamento geologico di
terreno e l'utilizzo delle moderne tecniche informatiche di
rappresentazione tridimensionale del territorio, si possa ottenere
una mappa geologica del territorio arricchita di precise
indicazioni geomorfologiche e dei relativi suggerimenti
genetici.
La ricostruzione delle tappe evolutive dell'area indagata
(anfiteatro tilaventino affiorante e sepolto, estensione depositi
fluvio-glaciali pre- sin- e post-LGM, variazioni idrografiche del
Fiume Tagliamento pleistocenico) si basa sui recenti originali dati
di terreno valutati alla luce dell'analisi compiuta sui DEM (carte
del microrilievo, rilievi ombreggiati e ricostruzioni 3D del
territorio).
Ultimamente la ricerca si è estesa al territorio altoatesino,
producendo una pubblicazione sull'evoluzione quaternaria della
Valle di Vizze (Pfitschtal), a est di Vipiteno
6) Progetto Geo-CGT (Carta dei Geositi della Regione
Autonoma Friuli Venezia Giulia). Censimento dei
geositi presenti sul territorio regionale.
Attraverso il censimento del patrimonio geologico del settore
alpino nord-orientale, ottenuto con l'individuazione e
catalogazione dei geositi secondo procedure ISPRA (ex-Apat),
ci si prefigge la parallela proposta di valorizzazione dei relativi
contenuti geologici s.l.
7) Didattica e divulgazione applicate alle Scienze della
Terra.
Questo argomento trova la sua più diretta applicazione nel
Progetto Edu-Geo che si propone quale concreto ponte didattico tra
il mondo della ricerca, Università in primis, e la
Scuola Superiore. Uno dei suoi obiettivi di fondo, raggiunto
attraverso escursioni didattiche guidate sul territorio, è quello
di condurre gli studenti superiori all'osservazione dei caratteri
geologici s.l. al fine di ricavarne le possibili
interpretazioni (rapporto causa-effetto). Il progetto è nato sotto
l'egida della FIST e il suo interlocutore privilegiato è l'Ass.
Naz. Insegnanti Scienze Naturali - ANISN. E' arricchito dalla
realizzazione di un sito web (www.edu-geo.it) che raccoglie e
ordina il materiale delle escursioni-didattiche favorendone la
fruizione via internet. Il sito renderà prenotabili
on-line le escursioni stesse che, secondo le previsioni,
dovrebbero col tempo coprire i percorsi geologici didatticamente
più significativi del territorio italiano.
Inoltre, sta proseguendo in parallelo un'attività di
teorizzazione delle metodologie didattiche e divulgative applicate
alle Scienze della Terra. Nel caso specifico delle metodologie
divulgative si sta codificando un modo nuovo di concepire e
strutturare i pannelli espositivi museali. Nella direzione della
didattica delle Scienze della Terra un contributo è stato appena
dato dall'uscita di un volume (Flaccovio Ed.) - orientato a formare
i futuri geologi di laurea triennale - che espone, con taglio
e approccio nuovi ed originali rispetto al passato, gli argomenti
legati all'analisi geologica del territorio e alla trasposizione in
carta dei relativi dati di terreno.