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Angela Rampa

Professoressa Alma Mater

Alma Mater Studiorum - Università di Bologna

Professoressa a contratto a titolo gratuito

Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie

Temi di ricerca

Parole chiave: Alzheimer beta-amiloide recettori CB FAAH AChE GSK 3beta

La ricerca si focalizza su composti a struttura eterociclica ossigenata (flavone e analoghi) che hanno dimostrato la capacità di comportarsi da efficienti carriers sui quali inserire adeguati frammenti farmacoforici in grado di interagire selettivamente con vari target biologici. In particolare, l'inserimento in posizioni diverse di un gruppo contenente un anello imidazolico permette di direzionare l'attività dei composti su diversi citocromi P450 (aromatasi, liasi, aldosterone sintetasi). Gli stessi scaffold sono opportunamente funzionalizzati per ottenere composti multitarget in grado di inibire molteplici attività di uno o più enzimi coinvolti nella malattia di Alzheimer. Nel campo degli antitumorali abbiamo ampiamente modificato il lead acido flavonacetico per ottimizzarne l'attività. Stiamo inoltre sviluppando strutture policicliche azotate che hanno dimostrato capacità inibitorie nei confronti della glicoproteina P coinvolta nel fenomeno della resistenza multipla crociata. Analoghe strutture policicliche sono in grado di legarsi al sito attivo delle 1,4-diidropiridine, rappresentando quindi un nuovo scaffold per lo sviluppo di calcio antagonisti.

Lo studio di molecole a struttura eterociclica ossigenata come carriers in chimica farmaceutica ha permesso di ottenere risultati interessanti in diversi campi. La principale linea di ricerca è rivolta agli inibitori dell'enzima acetilcolinesterasi (AChE) allo scopo di trovare molecole attive per la malattia di Alzheimer (AD), in quanto è stato dimostrato che la demenza senile è strettamente associata a disordini del sistema colinergico (ipotesi colinergica). Inoltre AChE risulta coinvolta nell'aggregazione e nel deposito di beta-amiloide (Abeta) che, oltre a rappresentare la caratteristica dell'AD, induce una cascata neurotossica che porta alla neurodegenerazione tipica della malattia (ipotesi amiloidea). E' in corso da alcuni anni lo studio di derivati a struttura carbammica di cui il composto lead è la xantostigmina, un inibitore dell'AChE ad attività subnanomolare. Inizialmente è stato scelto come carrier il nucleo xantonico, lipofilo, per cercare di ottenere degli inibitori selettivi sul SNC. L'allungamento della catena di raccordo tra la funzione amminica e il sistema triciclico ha permesso di raggiungere il sito anionico periferico (PAS) all'imboccatura della gola di AChE. Infatti inibitori che si leghino a questo sito possono bloccare l'aggregazione di Abeta indotta da AChE. Le prove sperimentali hanno però dimostrato che l'analogo a 7 metileni della xantostigmina, che raggiunge il PAS, non inibisce l'attività proaggregante di AChE. Il gruppo xantonico è stato quindi sostituito con gruppi 2-arilidenbenzocicloalcanoici e ciò ha permesso di ottenere potenti agenti multitarget. Attualmente stiamo sviluppando altri carbammati in cui l'anello xantonico è sostituito con gli anelli flavonico e cumarinico per valutare il contributo del gruppo carbonilico in posizioni diverse; inoltre introduciamo uno o due metossili sugli anelli benzenici per valutare il loro contributo verso il PAS. La rimozione della funzione carbammica porta invece allo sviluppo di inibitori selettivi per la butirrilcolinesterasi (BuChE) che recenti studi indicano come possibile co-regolatore del neurotrasmettitore ACh; inoltre è stato evidenziato un aumento dei livelli corticali di BuChE con l'avanzamento dell'AD. Parallelamente a questo studio è stato progettato AP2238, il primo composto in grado di inibire sia il sito anionico centrale che il PAS e tale duplice attività è stata confermata dai dati sperimentali. Ha una potenza inibitoria su AChE paragonabile a quella del donepezil, il farmaco attualmente più utilizzato per il trattamento di AD, mentre inibisce l'azione proaggregante dell'AChE mediata dal PAS in misura superiore. Abbiamo poi estesamente modificato la struttura di AP2238 per comprenderne le relazioni struttura attività.  Abbiamo inoltre introdotto ulteriori gruppi farmacoforici sul nucleo cumarinico per potenziare l'attività antiaggregante o per agire sulla BACE, un ulteriore enzima coinvolto nella aggregazione dell'Ab. Considerando l'approccio multitarget una strategia vincente in chimica farmaceutica, abbiamo sviluppato composti a struttura benzofuranica in grado di inibire oltre alle colinesterasi, anche l'aggregazione spontanea di Aß e con un'addizionale azione neuroprotettiva. Attualmente stiamo estesamente modificando la struttura della molecola lead per comprenderne le relazioni struttura attività. 

Lo studio di molecole a struttura oxa-eterociclica come carriers ha portato anche allo sviluppo di composti ad attività antitumorale. E' in corso da alcuni anni lo studio di derivati in grado di inibire il citocromo P450, in particolare aromatasi e liasi, enzimi deputati alla biosintesi di estrogeni e androgeni, e quindi importanti target per il trattamento dei tumori ormono dipendenti. Attualmente stiamo introducendo sullo scaffold flavonico opportuni sostituenti selezionati sulla base di uno studio CoMFA precedentemente sviluppato. Sempre nel campo degli antitumorali, la ricerca si è indirizzata allo studio delle SAR dell'acido flavonacetico (FAA) e del composto correlato acido 5,6-dimetilxantonacetico (DMXAA), molecole dotate di bassa attività citotossica, ma in grado di potenziare la risposta immunitaria nei confronti delle cellule tumorali aumentando la sintesi di numerose citochine. Lo studio SAR iniziato negli anni precedenti è continuato con la progettazione e la sintesi di nuovi derivati xantonici portanti una catena alcossilica di lunghezza variabile e un gruppo basico, allo scopo di verificare l'influenza di questi gruppi addizionali sull'attività antitumorale. Alcuni dei composti sintetizzati mostrano un profilo di attività paragonabile a quella di DMXAA, composto che attualmente si trova alle prove cliniche. Recentemente abbiamo iniziato uno studio sulla glicoproteina P, coinvolta nel fenomeno della resistenza multipla crociata, il principale ostacolo nella chemioterapia dei tumori. Sulla base di studi SAR e QSAR riportati in letteratura sono stati progettati e sintetizzati derivati a struttura policiclica azotata caratterizzati da catene propil, butil e butinilamminiche che si sono dimostrati inibitori più potenti del verapamil usato in questi test come standard di riferimento. Lo stesso tipo di catena parzialmente rigida, inserita su altre strutture eterocicliche, ha portato a composti dotati di attività citotossica rivolta particolarmente alle fasi G0/G1 del ciclo cellulare, oltre a mostrare un evidente effetto sinergico con le antracicline e capacità di indurre apoptosi selettivamente nelle cellule multifarmaco-resistenti. La ricerca prosegue in questo campo con progettazione e sintesi di nuove molecole, particolarmente rivolta alla valutazione del ruolo giocato dalla porzione arilica, lasciando inalterata la catena butinilica.

La struttura policiclica azotata può essere considerata un interessante scaffold in chimica farmaceutica e, opportunamente funzionalizzato, ha permesso di ottenere una nuova serie di calcio antagonisti in grado di legarsi al sito delle 1,4-diidropiridine dei canali L. E' attualmente in corso un approfondimento sul ruolo di questo scaffold su uno dei target della malattia di Alzheimer.

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