Monitoraggio delle specie aliene negli impianti di molluschiocoltura dell'Emilia-Romagna: impatti e misure di mitigazione

Alte competenze Costantini 2019

Abstract

L'introduzione delle specie aliene sono attualmente uno dei principali rischi per la salute dell'ecosistema marino. Le specie non indigene possono alterare le caratteristiche biologiche, fisico-chimiche e idromorfologiche dell'ambiente marino, riducendo i servizi che questi ecosistemi forniscono e causano gravi danni economici. Le problematiche delle specie non indigene sono al centro dell'interesse delle varie linee politiche dell'Unione Europea, per esempio la Marine Strategy Framework Directive MSFD. Il Mare Mediterraneo è uno dei mari più soggetti alle Invasioni delle specie aliene. In particolare, l'Adriatico settentrionale rappresenta uno degli "hotspot" per l'introduzione delle specie aliene nel Mediterraneo. Tra i più importanti vettori per l'introduzione delle specie aliene ci sono il traffico navale, il commercio degli animali commestibili vivi e la molluschicoltura. I molluschi coltivati più intensamente nel nord Adriatico sono la vongola verace, l'ostrica Crassostrea giags e il mitilo Mytilus galloprovincialis con gli allevamenti posti soprattutto nelle aree lagunari. L'ostrica e la vongola sono state introdotte nella Adriatico rispettivamente nel 1966 nel 1983, per scopo commerciale fuggendo come vettori di numerosi altre specie aliene. Inoltre, gli stadi giovanili della C giags vengono continuamente importati dai viva i francesi per essere poi coltivati nelle Lagune del Nord Adriatico. i mitili possono trasportare le specie aliene già introdotte in un'area, nelle altre aree del Nord Adriatico e del Mediterraneo. infatti, gli stadi giovanili di mitili e ostriche coltivati nell'Adriatico vengono esportate in altri allevamenti, come per esempio in Sardegna, potenziando la dispersione delle specie aliene nel Mediterraneo. Le specie aliene possono Inoltre essere introdotte attraverso il commercio di questi molluschi sui mercati. Attaccati alle valve diversi invertebrati e alghe, incluse le specie aliene, possono sopravvivere alcuni giorni fuori dall'acqua, e continuare a vivere una volta rilasciati nell'ambiente marino. Tra questi organismi si trovano quelli che vivono sulla superficie delle conchiglie o specie che scavano dentro i gusci (come per esempio alcuni policheti annelidi, altre piccole specie di bivalvi e gasteropodi). La molluschicoltura è diffusa lungo gran parte delle coste Italiane e rappresenta la prima voce di produzione dell'acquacoltura nazionale. In Italia la regione Emilia-Romagna è al primo posto per la produzione nazionale di molluschi da acquacoltura, principalmente le vongole veraci e mitili e in piccola parte anche le ostriche. La miticoltura ha un'elevata importanza economica e rappresenta una riserva occupazionale nella regione. Nel 2016 in Emilia-Romagna erano presenti 29 impianti dei mitili contribuendo al 34% della produzione nazionale dei mitili (MIPAAF-AMA, 2016). Diverse specie aliene di invertebrati (tunicati, policheti, molluschi, crostacei ed echinodermi) possono essere parassiti su ostriche e mitili, e causare gravi danni in molluschicoltura, con alte perdite economiche. Tali organismi, possono infestare sia le popolazioni di molluschi allevati sia le popolazioni selvatiche. L'individuazione tempestiva di tali specie è cruciale per implementare misure di prevenzione riguardo la loro espansione e possibili epidemie. questi organismi, a causa di tratti morfologici molto simili a quelle di specie affini native, possono essere mal identificate e passare inosservate nell'ambiente. L’esempio sono alcune specie di policheti anellidi, pesti sulle ostriche. Nella maggior parte dei casi le analisi genetiche sono l'unico modo utile per distinguere queste specie criptiche. Questo progetto di ricerca mira a utilizzare un appoggio integrato utilizzando analisi morfologiche e genetiche per l'identificazione delle specie non indigene associate agli allevamenti dei molluschi. In particolare l'attenzione sa

Dettagli del progetto

Responsabile scientifico: Federica Costantini

Strutture Unibo coinvolte:
Centro Interdipartimentale di Ricerca per le Scienze Ambientali

Coordinatore:
ALMA MATER STUDIORUM - Università di Bologna(Italy)

Contributo totale di progetto: Euro (EUR) 30.000,00
Durata del progetto in mesi: 12