29654 - RELIGIONI DEL MONDO CLASSICO (1) (LM)

Anno Accademico 2019/2020

Conoscenze e abilità da conseguire

Al termine del corso lo/a studente/ssa conosce la storia degli studi e le diverse metodologie della ricerca storico-religiosa e sa usarne in modo corretto il linguaggio e gli strumenti specifici. Conosce la natura delle fonti e i problemi legati al loro uso critico per la ricostruzione storica; sa applicare le metodologie di indagine a problemi e documenti specifici. Conosce gli aspetti fondamentali del politeismo e in particolare delle religioni della Grecia antica e di Roma.

Contenuti

Agency semi-divine: la figura e gli spazi del daimon/ demone dall'antichità al Medio Evo tra religione e filosofia. Analisi e discussione delle testimonianze letterarie e delle rappresentazioni iconografiche

 

Il corso si concentra essenzialmente sull’analisi della presenza, all’interno dei sistemi religiosi antichi, di agency o entità a metà strada tra la sfera del divino e quella del sensibile a cui si riconosceva il potere di influenzare gli uomini e il destino stesso degli uomini. Nel ripercorrere le tappe evolutive del concetto di demone, si prenderanno necessariamente le mosse dall’alto arcaismo greco, dove il demone riveste il ruolo di agente sul destino umano e, a partire da Esiodo, già assume alcune caratteristiche che saranno poi veicolate fino al Medioevo. Tali caratteristiche, come la corporeità rarefatta, o la natura semi-divina, investono le entità demoniache di capacità o qualità fuori dall’ordinario, come quella della preveggenza (determinata non tanto da una effettiva conoscenza delle cose future, ma dalla capacità di intuizione legata appunto a una sensorialità particolarmente sviluppata); di conseguenza, i demoni sviluppano presto uno stretto legame con la mantica e i contesti oracolari. Tale legame è rafforzato dalla credenza che, per la loro natura rarefatta, i demoni potessero penetrare nel corpo umano e possederlo.

Nei primi secoli dell’Era cristiana, prende avvio il processo di stigmatizzazione delle figure demoniache e, con la progressiva diffusione delle dottrine cristiane, si assiste anche a una fase di allontanamento dagli oracoli, che “cominciavano a rimanere in silenzio”. Il caso messo in luce da Plutarco rappresenta un momento chiave dell’evoluzione del concetto di demone: come si legge nel De defectu oraculorum, il progressivo silenzio degli oracoli era causato dalla morte degli antichi dèi pagani e di conseguenza dalla scomparsa dei demoni. Il problema della mantica, insieme a quello della possessione demoniaca dei vati, sarà uno degli elementi di discussione più accesi nel periodo tardo antico, in particolare nell’opera dei padri della Chiesa da cui derivano anche le prime descrizioni di pratiche esorcistiche (vedi Michele Psello, De operatione daemonum). La possessione diventa così un argomento prezioso a favore della stigmatizzazione cristiana di feste e ritualità pagane, la cui natura idolatrica espone gli uomini alla volontà dei demoni. Entro una tale congerie culturale verrà a prendere forma anche la figura del Diavolo, la cui prima attestazione si ritrova nel libro di Giobbe. Demoni e diavoli arrivano così a sovrapporsi e confondersi e lo stesso termine “demone” finirà per assumere sfumature di significato negative fino all’uso sinonimico per “diavolo”, durante tutto il Medioevo. Nel periodo medievale, inoltre, il demone giocherà un ruolo chiave nell’educazione dei cristiani. Immagini di creature mostruose cominciano a popolare le sacre rappresentazioni in modo da suscitare paura e ribrezzo nei fedeli che si imbattevano presso gli edifici di culto. Partendo, dunque, dal mondo classico, in cui l’aspetto del demone era mutevole e arbitrario per sua stessa natura, la figura del demone arriverà a concretizzarsi in corpi mostruosi che prenderanno spunto dall’iconografia del Vicino Oriente relativa a dei e Djinn.

 

Il corso è strutturato nel modo seguente:

1. Lezione introduttiva (2 ore)

2. Il daimon nella tradizione mitologica e nella speculazione filosofica greca:

2.1. da Omero ad Esiodo (2 ore)

2.2. Eros dèmone mediatore: il gioco delle maschere nel Simposio di Platone (2 ore)

2.3. la demonologia platonica e lo sviluppo della nozione di demone negli ultimi neoplatonici (2 ore)

2.4. il Demone di Socrate nelle interpretazioni di Plutarco e Apuleio (2 ore)

2.5. la morte di Pan in epoca imperiale: il silenzio degli oracoli e la mortalità dei demoni (2 ore)

2.6. i risvolti filosofici e personalistici della demonologia: l’anima intellettiva di Marco Aurelio e la lettura platonica di Diogene Laerzio (2 ore)

2.7. la demonologia caldaica: Giuliano il Teurgo e Michele Psello (2 ore)

3. La figura del demone nelle fonti patristiche:

3.1. la riflessione gnostica di Giustino e Taziano il Siro (2 ore)

3.2. angeli e demoni in Clemente Alessandrino e Tertulliano (2 ore)

3.3. l’opera di Origene e di Agostino d’Ippona (2 ore)

4. Dal demone al diavolo nelle fonti bibliche:

4.1. i libri di Genesi e Giobbe (2 ore)

5. Il diavolo nel Medioevo: un percorso per immagini dal VI al XIV secolo:

5.1. la rappresentazione dell’aldilà (2 ore)

5.2. gli aspetti iconografici del “bestiario del Maligno” (2 ore)

5.3. l’Inferno e il suo Principe: metamorfosi demoniache (2 ore)

Testi/Bibliografia

- J.B. RUSSELL, Il diavolo nel mondo antico, Laterza, Roma-Bari 1989

 L. PASQUINI, Diavoli e inferni nel Medioevo: origine e sviluppo delle immagini dal VI al XIV secolo, Il Poligrafo, Padova 2015

- F. BLAKOLMER, The Many-faced "Minoan Genius" and his iconographical prototype Taweret. On the character of Near Eastern religious motifs in Neopalatial Crete, in There and Back Again – the Crossroads II (Proceedings of an International Conference Held in Prague, September 15–18, 2014), edited by Jana Mynářová, Pavel Onderka and Peter Pavúk, Charles University in Prague Faculty of Arts 2015, pp. 197-219

- C. SCHICK, Il concetto dell’anima presso gli indo-europei attraverso la terminologia greca, «Rivista di Storia della Filosofia», 3/3(4), 1948, pp. 213-236

- M. UNTERSTEINER, Il concetto di daimon in Omero, Libreria Editrice Aseq, Roma 1939

- C. MAGGI, Il Demiurgo e l'Anima demiurgica. Platone, gli gnostici e Plotino, in Epinomide. Studi sull'opera e sua ricezione, a cura di Francesca Alesse e Franco Ferrari, Bibliopolis, Napoli 2012, pp. 395-424

- G.F. GIANOTTI, Tra Platone e Iside: per una rilettura dell’undicecimo libro delle Metamorfosi di Apuleio, in «Atti Sc. Mor.» 148, 2014, pp. 51-103

- E. PACHOUMI, The religious-philosophical concept of personal daimon and the magico-theurgic ritual of systasis in the Greek Magical Papyri, in «Philologus» 157, 2013, pp. 46-69

- APPUNTI (dalle lezioni) e LETTURE INDIVIDUALI (in vista delle discussioni in aula)

Gli studenti non frequentanti aggiungeranno:

J.C. SCHMITT, Medioevo «superstizioso», Laterza, Roma-Bari 2004

Metodi didattici

Il corso si articola in una serie di lezioni frontali di inquadramento e analisi del tema indicato supportate da presentazioni in Power Point e in diversi momenti di lettura, traduzione, interpretazione individuale, da parte degli studenti, di testi e documenti (letterari e iconografici) segnalati a lezione, seguita da discussione collettiva in aula.

Modalità di verifica e valutazione dell'apprendimento

Il corso prevede un esame finale di verifica orale nel corso del quale gli studenti devono dimostrare di possedere una approfondita conoscenza della bibliografia segnalata, capacità di ragionamento e analisi critica del materiale studiato, attitudine all’elaborazione e/o individuazione di nessi concettuali e collegamenti intertestuali, proprietà di linguaggio. L’esame finale consiste in una domanda sulla prima parte e due domande sulla seconda parte per gli studenti frequentanti e in due domande sulla prima parte e tre domande sulla seconda parte per i non frequentanti.

Nell'assegnazione del voto si terrà conto dei seguenti livelli di valutazione:

  • sarà formulato un giudizio di eccellenza (30 e lode) laddove lo studente dimostri di possedere conoscenze solide, criticamente acquisite e solidamente argomentate, ricchezza dell'articolazione discorsiva e proprietà espressiva;
  • il giudizio sarà ottimo (30) laddove lo studente dimostri di possedere conoscenze complete e adeguate, ben articolate ed espresse correttamente;
  • il giudizio sarà buono (29-27) laddove lo studente dimostri di possedere conoscenze più che soddisfacenti, espresse in maniera corretta;
  • il giudizio sarà discreto (26-24) laddove lo studente dimostri di possedere le conoscenze di base nelle linee essenziali, ma non del tutto esaurienti e/o non articolate con la dovuta correttezza;
  • il giudizio sarà sufficiente (23-21) laddove lo studente dimostri di possedere conoscenze generali ma acquisite in modo superficiale, espresse in maniera non sempre appropriata e articolate in modo confuso;
  • il giudizio sarà appena sufficiente (20-18) laddove le conoscenze acquisite siano espresse e articolate in modo confuso, disorganico e/o lacunoso;
il giudizio sarà al di sotto della sufficienza (<18) laddove le conoscenze dovessero risultare assenti o estremamente lacunose e lo studente dovesse mostrare mancanza di orientamento nella disciplina.

Strumenti a supporto della didattica

Le presentazioni in Power Point proiettate a lezione e le copie in formato PDF della documentazione segnalata alla sezione Testi/Bibliografia saranno messi a disposizione degli studenti tra i Materiali didattici e/o distribuiti in aula durante il corso.

Orario di ricevimento

Consulta il sito web di Giuseppina Paola Viscardi

SDGs

Istruzione di qualità

L'insegnamento contribuisce al perseguimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell'Agenda 2030 dell'ONU.