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Iraq e archeologia: l’Università di Bologna in campo per formare gli studiosi di domani

Grazie al progetto europeo Waladu, coordinato dall’Alma Mater, sono nati sedici nuovi corsi in archeologia, filologia e storia antica nelle università di Baghdad, Kufa e Qadissiya, insieme a nuovi laboratori e biblioteche. L’impegno ora continua per coinvolgere la popolazione civile e migliorare le opportunità lavorative degli studenti iracheni


Grazie a Waladu sono nati sedici nuovi corsi di laurea e sei nuovi laboratori e biblioteche per lo studio dell'archeologia negli atenei di Baghdad, Kufa e Qadissiya


Nuova vita per lo studio dell’archeologia in Iraq, cuore della Mesopotamia e custode di un enorme e prezioso patrimonio storico: nelle università di Baghdad, Kufa e Qadissiya sono nati sedici nuovi corsi in archeologia, filologia e storia antica, e sei nuovi laboratori e biblioteche dedicati agli studi archeologici. Tutto grazie a Waladu, progetto europeo coordinato dall’Università di Bologna che negli ultimi tre anni ha anche coinvolto i docenti e il personale amministrativo dei tre atenei iracheni offrendo più 1250 ore di formazione su nuove metodologie didattiche e gestionali per i nuovi corsi.

Finanziato con 1 milione di euro nell’ambito del programma Erasmus+ (Capacity Building Key Action 2 in the field of Higher Education), Waladu è coordinato dall’Università di Bologna sotto la guida del professor Nicolò Marchetti, docente al Dipartimento di Storia Culture Civiltà. Insieme ai tre atenei iracheni di Baghdad, Kufa e Qadissiya sono state coinvolte anche l’Università Ludwig Maximilian di Monaco (Germania) e la Koç University di Istanbul (Turchia).

I risultati del progetto sono stati presentati pochi giorni fa in Iraq, all'Università di Kufa, nel corso di un evento a cui hanno partecipato professori e ricercatori universitari, studenti, rappresentanti delle istituzioni nazionali e locali e della società civile irachena. Nel corso dell’evento è stata presentata anche la strategia di sostenibilità e replicabilità del progetto, che si concentra su WaLink: una rete di istituzioni, università e centri di ricerca tra Europa, Nord America, Iraq e Medio Oriente pensata per continuare a supportare e migliorare la qualità della ricerca e dell’insegnamento dell’archeologia in Iraq.

Dopo la chiusura del progetto Waladu proseguono le attività dell'Alma Mater in Iraq


Anche perché l’impegno dell’Università di Bologna in Iraq non si esaurisce con la chiusura di Waladu. Con un evento di lancio organizzato all'Università di Baghdad è appena partito infatti Banuu, un nuovo progetto Erasmus+ pensato per migliorare le opportunità lavorative degli studenti universitari iracheni nell'ambito umanistico attraverso l'attivazione di tirocini e di percorsi formativi focalizzati sull'imprenditorialità.

Inoltre, l'Università di Bologna, sempre con il coordinamento del professor Marchetti, sta portando avanti il progetto europeo Eduu, che mira a rafforzare la coesione della società civile irachena attraverso la promozione del patrimonio culturale come strumento di dialogo. Grazie all'impegno degli studiosi coinvolti in Eduu, al Museo Nazionale dell’Iraq di Baghdad è stata inaugurata pochi giorni fa un'aula didattica per bambini. Curata da uno dei partner del progetto – il Centro di Ricerche Archeologiche e Scavi di Torino, diretto dal professor Carlo Lippolis – l’aula didattica è stata attrezzata con postazioni video e di gioco, mappe parlanti, giochi didattici e fumetti. Ed è stato realizzato per l’occasione anche un video animato, pensato per far conoscere a bambini e ragazzi il valore dell'archeologia e l’importanza della conoscenza del passato e del vasto patrimonio culturale iracheno.