RicERCatori in evidenza - AlchemEast: alla (ri)scoperta dell’antico sapere alchemico

Il progetto AlchemEast, coordinato da Matteo Martelli del Dipartimento di Filosofia e Comunicazione dell’Università di Bologna, esplora le origini della scienza alchemica.

Matteo Martelli Quali sono i contenuti e gli obiettivi di AlchemEast?

Il progetto AlchemEast (Alchemy in the Making From ancient Babylonia via Graeco-Roman Egypt into the Byzantine, Syriac and Arabic traditions) studia le fasi più antiche e ancora poco note della scienza alchemica, ricostruendo la storia millenaria di una disciplina, solitamente associata solo al periodo medievale europeo. Ma in realtà le prime ricette “proto chimiche” risalgono alla Mesopotamia (II millennio a.C.) e una ricca collezione di scritti alchemici fu redatta in greco antico nell’Egitto greco-romano e a Bisanzio per poi essere tradotta in siriaco e in arabo (VIII-X secolo).

Quali obiettivi si prefigge?

Rendere accessibili i testi originali e tradotti per seguire il passaggio del sapere alchemico tra le varie civiltà e di analizzare le ricette tramandate ricostruendo e verificando le basi scientifiche e sperimentali dell’alchimia.

Non ultimo, ricostruire le pratiche alchemiche ci permetterà di comprendere meglio il sistema di valori, credenze, filosofie naturali utilizzato dagli alchimisti per descrivere e spiegare i risultati ottenuti.

Quali gli elementi caratterizzanti della ricerca?

L’alchimia viene identificata come una scienza sperimentale che, attraverso una serie di pratiche artigianali, manipola e trasforma la materia. L’utopia del poter trasformare i metalli vili (piombo, rame, ferro) in oro ha da tempo abbandonato i laboratori di chimica, ma le pratiche sperimentali sviluppate dagli alchimisti alla ricerca della “trasmutazione metallica” hanno un rapporto diretto con la moderna chimica.

Aspetti innovativi della ricerca?

Grazie alla collaborazione tra filologi, storici della scienza e chimici, abbiamo riprodotto in laboratorio tecniche per l’estrazione del mercurio e per la sintesi del cinabro (il minerale da cui si ottiene il mercurio) artificiale, e abbiamo ritrovato procedure per la produzione di inchiostri e per la tintura dell’argento in oro tramite l’“acqua divina” degli antichi alchimisti, una soluzione acquosa di polisolfuri di calcio.

A quale sfida risponde il progetto AlchemEast? Quali sono a suo avviso i benefici per la società?

Il progetto AlchemEast propone una riflessione sulla storia della scienza e sui complessi processi che hanno portato allo sviluppo della chimica. Riflessione tanto più urgente oggi, quando l’atteggiamento diffuso verso la scienza sembra segnato dal rischio di una contrapposizione insidiosa tra chi ha fiducia e chi non crede nel sapere scientifico. La riproduzione di antiche ricette alchemiche in laboratori moderni permette di toccare con mano il percorso millenario della ricerca, portando a dialogare scienza moderna e arti e scienze antiche in con modalità.

Come si è sentito all’annuncio di questo premio? Cosa ha significato per il suo percorso?

Ho vinto il premio nel 2017 e all’annuncio ho provato un misto di incredulità e intensa soddisfazione. Il finanziamento ERC mi ha permesso di ampliare la linea di ricerca che avevo intrapreso durante il dottorato, dando fiducia ad un tema in qualche modo non ortodosso. Numerose pubblicazioni da me curate sono già uscite o sono in preparazione, rendendo più incisivi gli studi sull’alchimia delle origini e inserendoli nel panorama più ampio della storia della scienza antica.

 

RicERCatori in evidenza è la rubrica dedicata alle ricerche di frontiera dell’Università di Bologna finanziate dall'European Reasearch Council-ERC e ai suoi protagonisti.

Pubblicato il: 12 ottobre 2022