Un ateneo diffuso e sostenibile

La storia dell'Università di Bologna nel XXI secolo.

Un anno dopo le celebrazioni del suo IX Centenario (1988), anche l’Alma Mater Studiorum potette beneficiare della legge 168 del 1989, con la quale si sanciva l’autonomia organizzativa, didattica e finanziaria di tutti gli atenei nazionali.

Cantiere NavileL’università bolognese ristabiliva così quelle prerogative di libertà e indipendenza che l’avevano caratterizzata nei gloriosi secoli medievali e intraprese, prima in Italia, il progetto che avrebbe portato, all’inizio del nuovo millennio, alla creazione del più esteso Multicampus italiano, quello romagnolo.

Sempre alla fine del XX secolo (1999), Bologna tornò ad essere sede di un incontro fondamentale per lo sviluppo di un rinnovato sodalizio interuniversitario. All’interno della nuova Aula Magna, ventinove ministri dell’Istruzione superiore europei sottoscrissero la Dichiarazione di Bologna: un lungo processo di riforma (Processo di Bologna) col quale si arrivò nel 2010 a definire una ristrutturazione omogenea dei sistemi universitari dei paesi aderenti (oggi se ne contano 48).

La storica apertura della città e della sua università ai circuiti internazionali veniva così ristabilita, in una nuova dimensione europea e globale, sempre più attenta alla funzione primaria dello studio e ai nuovi obiettivi tecnologici ed ecologici del domani.