00947 - STORIA DEL TEATRO E DELLO SPETTACOLO

Anno Accademico 2021/2022

  • Docente: Enrico Pitozzi
  • Crediti formativi: 12
  • SSD: L-ART/05
  • Lingua di insegnamento: Italiano

Conoscenze e abilità da conseguire

Al termine del corso, lo/a studente/ssa conosce i lineamenti generali della storia del teatro e dello spettacolo; sa individuare i criteri drammaturgici e performativi che accomunano le esperienze storiche a quelle attuali; possiede specifici metodi d'analisi e sa applicarli a circoscritti campi di indagine.

Contenuti

Modulo 1: 21 settembre – 22 ottobre 2021 96364 - STORIA DEL TEATRO. ISTITUZIONI (1) (A-L)

Modulo 2: 16 Novembre – 17 Dicembre 2021 96365 - PROCESSI E FORME DELLA CREAZIONE SCENICA. LABORATORIO (1) (A-L)

 

Giorni:

Martedì 15h-17h

Giovedì 15h-17h

Venerdì 15h-17h

Aula: Aula III – Via Zamboni 38

 

La frequenza in presenza è fortemente consigliata. È possibile sostenere l’esame con il programma da frequentanti soltanto qualora si superi la soglia del 80% di frequenza di ogni modulo, pari a 24 ore. Qualora non si raggiunga tale soglia o non si abbia la possibilità di frequentare il corso, è necessario sostenere l’esame con il programma da non frequentanti (dettaglio nella sezione dedicata). La partecipazione virtuale attraverso TEAMS concorre al raggiungimento della soglia per frequentanti previa verifica della presenza.

La visione delle lezioni registrate non è computata ai fini della frequenza.

Passaggio di lettera (A-L => M-Z; M-Z => A-L)

L’insegnamento di Storia del Teatro e dello Spettacolo è suddiviso in due corsi a seconda della lettera del cognome (A-L; M-Z). Il passaggio da una lettera all’altra è possibile unicamente in presenza di: (i) sovrapposizione con altro corso; (ii) comprovate esigenze lavorative. In entrambi i casi, è necessario prendere contatto con il docente del corso di destinazione e motivare la richiesta di cambiamento producendo adeguata documentazione.

 

Titolo del corso: Aprire il mondo: teatro, sogno, illusione.

Modulo 1 (6 CFU)

Il teatro nasce grande. Il suo cominciamento non è l’incerto preludio ad un più maturo sviluppo del pensiero e delle sue pratiche, bensì sancisce i principi fondamentali del suo intero decorso storico.

Il corso scaturisce da una necessità del pensiero e pone il tema della conoscenza a partire dallo studio dello strumento conoscitivo usato: il Teatro. Pensare il Teatro equivale dunque a pensarne i fondamenti, coltivarli a partire dall’etimologia ch’esso dischiude. Fare l’opposto sarebbe come scartare le radici per coltivare i rami. Per questa ragione il corso si rivolge al Teatro e non ai teatri: pensare il Teatro non dà luogo a una disciplina specialistica, né a una visione del mondo o a un «valore culturale», bensì mette in campo un radicale domandare che trasforma l’uomo, nel suo esistere, dalle fondamenta. È qui che si delinea l’incontro originario tra il Teatro e la Filosofia come aspetto caratterizzante del corso: essi sono due predicati della conoscenza, due modi di interrogare radicalmente il mondo.

Fin dall’origine di questo domandare, il mondo stesso è concepito come rappresentazione, forma visibile di qualcosa che visibile non è, le cui manifestazioni sono simili ad illusioni, visioni che appaiono come in sogno. Di questa natura ci parlano i segni depositati nelle caverne, forme di teatro in attesa del nome che lo dice – così come il velo di Dioniso che permea la scena nella Grecia arcaica; o ancora sogno di un sogno, come sembra dirci il Nāṭyaśāstra – il più importante testo teorico sul teatro classico indiano, attribuito a Barata e composto intorno al 200 a.C.

Spazio aperto nel tessuto del mondo, il teatro ne lascia affiorare la consistenza illusoria, la stessa materia del sogno di cui ci parlano Calderon de la Barca o Shakespeare in una linea ininterrotta e carsica che giunge fino a Romeo Castellucci e Robert Wilson, passando per Richard Wagner, Peter Brook e Tadeusz Kantor, solo per citarne alcuni.

Se il teatro, come dice la sua etimologia, è il luogo della visione, la questione è qui quella di capire cosa si vede in scena, da che punto di vista gli uomini di teatro hanno concepito mostrato il lavoro in ombra dell’esistenza, a quale livello di risoluzione hanno mostrato le cose. Il teatro, la materialità della scena, è il punto di caduta di queste visioni, uno scarto leggero, quasi inavvertibile, uno sfasamento che produce une «sospensione» del fin qui visto e del fin qui sentito. Uno scarto che mostra il «reale» come puro fulgore.

 

Titolo Modulo 2 (6 CFU): Forme della visione

Questa sezione di carattere laboratoriale è la naturale continuazione, in termini operativi, della precedente sezione storico-critica. Essa tende a sviluppare in modo laboratoriale, dunque con il coinvolgimento degli studenti, in forma individualmente o di gruppo, nella visione e nell’analisi dei processi creativi adottati da alcuni artisti nella composizione di opere che richiamano le tematiche sviluppate e discusse nella sezione storico-teorica. Nello specifico – e alla luce del tema dell’illusione e del sogno – andremo a decostruire il processo creativo adottato da alcuni registi nel comporre le immagini sceniche come punto di caduta della rappresentazione. In questo senso compiremo una vera e propria analisi contestuale degli elementi compositivi, sia di natura scenica che extra-scenica (letterari, iconografici ecc.), così da riconoscere e contestualizzare i processi compositivi e drammaturgici di una messa in scena, a partire dall’analisi di fonti dirette e indirette.

Nello specifico, alcune delle opere sulle quali ci concentreremo sono:

Tadeusz Kantor, La classe morta, 1975.

Peter Brook, Mahābhārata, 1985.

Thierry Salmon, Le troiane, 1988.

Eimuntas Nekrosius, Macbetas, 1999.

Mario Martone, Edipo re, 2000.

Compagnia Lombardi-Tiezzi, Caldèron, 2016.

Romeo Castellucci, Parsifal, 2014.

E altri in via di definizione.

Testi/Bibliografia

Modulo 1 (6 CFU) 96364 - STORIA DEL TEATRO. ISTITUZIONI (1) (A-L)

O. Brockett, Storia del teatro, Venezia, Marsilio, (edizioni dal 2016 in avanti).

+ un testo a scelta tra:

a)- V. Valentini, Teatro contemporaneo 1989-2019, Roma, Carocci, 2020.

b)- M. De Marinis, Ripensare il Novecento Teatrale. Paesaggi e spaesamenti, Roma, Bulzoni, 2018.

c)- F. Perrelli, Poetiche e teoriche del teatro, Roma, Carocci, 2018.

d)- E. Fischer-Lichte, Estetica del performativo, Roma, Carocci, 2014.

e)- M. Grande, Scena, evento, scrittura, Roma, Bulzoni, 2005.

 

Modulo 2 (6 CFU) 96365 - PROCESSI E FORME DELLA CREAZIONE SCENICA. LABORATORIO (1) (A-L)

un volume a scelta tra:

a)- P. Pavis, L’analisi degli spettacoli, Milano, Lindau, 2008.

b)- H-T. Lehmann, Il teatro postdrammatico, Imola, Cuepress, 2017.

c)- V. Di Bernardi, Mahābhārata. L’epica indiana e lo spettacolo di Peter Brook, Roma, Bulzoni, 1989 + V. Valentini, Eimuntas Nekrosius, Catanzaro, Rubettino, 2000.

 

Gli studenti non frequentanti porteranno anche:

L. Mango, La scrittura scenica, Roma, Bulzoni, 2003.

Metodi didattici

Lezioni frontali, con analisi e approfondimento dei concetti trattati, analisi guidate delle opere audiovisive della scena teatrale.

Il corso mette in gioco il contributo teorico, analitico e critico-operativo del docente e degli studenti e si svilupperà secondo lezione frontali.

Altre indicazioni bibliografiche, in lingua straniera, verranno fornite e discusse durante lo svolgimento del corso, così da inquadrare le problematiche sollevate in una più ampia cornice analitica.

Approfondimenti e letture critiche, nonché una scheda con l'indicazione dei materiali discussi durante ogni lezione, saranno caricate sulla piattaforma "Virtuale" dell'insegnamento.

Modalità di verifica e valutazione dell'apprendimento

La valutazione del corso avverrà secondo i modi, i tempi e le direttive stabilite dal corso di studi. Si baserà su un colloquio orale.

Nella valutazione della prova si terrà conto, in particolare, della capacità dello studente di sapersi orientare all'interno del materiale bibliografico d'esame al fine di trarre le informazioni utili che gli permetteranno di illustrare temi e problemi e di saperli collegare tra loro.

Si valuteranno quindi:

- La padronanza dei contenuti

- La capacità di sintesi e di analisi dei temi e dei concetti

- La capacità di sapersi esprimere adeguatamente e con linguaggio appropriato alla materia trattata

Il raggiungimento da parte dello studente di una visione organica dei temi affrontati a lezione congiuntamente alla loro utilizzazione critica, un’ottima padronanza espressiva e di linguaggio specifico saranno valutati con voti di eccellenza (30 e lode e 30).

Il raggiungimento da parte dello studente di una visione organica dei temi e una loro lettura critica, una buona padronanza espressiva e di linguaggio specifico saranno valutati con voti di buoni (29-27).

Una conoscenza mnemonica della materia, unitamente a capacità di sintesi e di analisi articolate in un linguaggio corretto, ma non sempre appropriato, porteranno a valutazioni discrete (26-24).

Lacune formative e/o linguaggio poco preciso – seppur in un contesto di conoscenze minimali del materiale d'esame – condurranno a voti sufficienti (23-21).

Lacune formative e/o linguaggio impreciso – seppur in un contesto di conoscenze minimali del materiale d'esame – condurranno a voti appena sufficienti (20-18).

Lacune formative, linguaggio inappropriato, mancanza di orientamento all'interno dei materiali bibliografici saranno valutati negativamente (<18).

Strumenti a supporto della didattica

Materiali audiovisivi, archivi digitali, piattaforme e siti web.

Orario di ricevimento

Consulta il sito web di Enrico Pitozzi

SDGs

Istruzione di qualità Ridurre le disuguaglianze

L'insegnamento contribuisce al perseguimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell'Agenda 2030 dell'ONU.