28098 - STORIA DEL PENSIERO SCIENTIFICO (1) (LM)

Anno Accademico 2018/2019

  • Docente: Paola Govoni
  • Crediti formativi: 6
  • SSD: M-STO/05
  • Lingua di insegnamento: Italiano
  • Modalità didattica: Convenzionale - Lezioni in presenza
  • Campus: Bologna
  • Corso: Laurea Magistrale in Scienze filosofiche (cod. 8773)

Conoscenze e abilità da conseguire

Al termine del corso lo studente acquisisce strumenti critici per: interpretare fonti primarie e secondarie relative alla storia del pensiero scientifico (contestualizzate nella cultura filosofica, tecnica, socio-politica, istituzionale del loro tempo); svolgere in maniera adeguata ricerche di archivio e bibliografiche; produrre vari generi di elaborati (recensioni, schede critiche, articoli, saggi); prepare interventi (lezioni, partecipazione a convegni).

Contenuti

Tema del corso: “Noi, la scienza, la società”

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Conoscenze e abilità da conseguire

Al termine del corso la studentessa e lo studente: - hanno approfondito casi storici e dati contemporanei utili a comprendere le interazioni tra scienza e società e la loro evoluzione nel tempo; - sanno verificare le fonti e utilizzare gli strumenti critici utili a orientarsi autonomamente in società in cui da secoli scienza, tecnologia e medicina sono fattori di sviluppo e strumenti culturali ed educativi imprescindibili.

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Programma/Contenuti

Ancora oggi è frequente incontrare l’immagine degli esperti – soprattutto se scienziati – chiusi in una (mai esistita) torre d’avorio che li renderebbe, insieme con il sapere che producono, impenetrabili dalla cultura che li circonda.

Eppure, è noto che almeno dai tempi di Galileo filosofi naturali e scienziati si sono impegnati a raccontare il loro mestiere al pubblico dei non esperti: finanziatori e politici, lettori e lettrici. Quel raccontare dell’esperto e dell'esperta al pubblico, come vedremo, tiene conto di molte questioni contingenti, così come delle esigenze di lunga durata del mondo scientifico.

Indagare la storia, le forme e le funzioni della divulgazione, poi comunicazione della scienza ci aiuterà a comprendere le interazioni tra esperti e pubblico dei non esperti.

La storia e l'analisi di quelle interazioni ci consentiranno di rispondere a quesiti come:

– Insieme con il rapporto con la natura, fatto di pratiche e quantificazione, matematica e sperimentazione, che cos’altro entra in un fatto scientifico perché sia accettato dalla comunità degli esperti e dal pubblico, che si tratti di evoluzionismo, di un vaccino o di internet?

– Perché, in quale modo, in quali luoghi e circostanze esperti e, più raramente, esperte hanno presentato il loro lavoro alle istituzioni di appartenenza – fossero le corti, le chiese o le organizzazioni militari o universitarie –, nonché agli imprenditori, al pubblico e ai sui portavoce come i politici?

– Quali istituzioni, tecnologie e generi editoriali concorrono a quei processi, che sono insieme conoscitivi e comunicativi e portano contenuti e contesti tendenzialmente a coincidere?

Utilizzeremo come strumenti la storia e gli studi sociali della scienza, inclusi gli studi di genere. Soprattutto, analizzeremo le testimonianze di alcuni degli scienziati che hanno meditato sul loro mestiere, tipicamente con obiettivi politici e in modo libero dal sentito dire e dagli ipse dixit che sulla scienza continuano a inquinare i manuali e i media.

Partiremo da un presente in cui scienza, tecnologia e medicina sono le culture che - nel bene e nel male - sostengono le economie mondiali, le organizzazioni sociali locali, così come ogni nostro gesto personale e quotidiano. Quindi andremo indietro nel tempo e, dopo un’escursione tra età moderna e illuminismo, approfondiremo il periodo tra Otto e Novecento.

Fu allora che la "civiltà del vapore" fu lentamente sopravanzata da quella dell’elettricità in cui ancora ci troviamo in tempi di internet: un’era in cui la comunicazione – fuori di metafora – ha conquistato la velocità della luce. In quei decenni, che in Italia chiamiamo di età liberale, prese il via un’accelerazione nella produzione di beni e di strumenti – materiali, concettuali e comunicativi – che si è imposta come caratteristica tipica del Novecento e degli anni Duemila.

In quel contesto di grande fermento, lo scienziato di professione – una figura sociale nuova – comprese l’importanza di presentare sé stesso e il proprio lavoro a un pubblico alfabetizzato che era in crescita nelle zone toccate da cambiamenti economici e sociali epocali, incluse alcune zone d’Italia.

Il processo di professionalizzazione dello scienziato e, come vedremo, della scienziata, avvenne insieme con innovazioni nei mezzi di comunicazione che portarono in Europa e anche in Italia a un successo straordinario della letteratura scientifica per non esperti.

L’analisi delle circostanze che a sud delle Alpi incrinarono il successo di un fenomeno denominato in tutte le lingue europee come “scienza per tutti”, rivelerà alcuni tratti salienti che caratterizzano ancora oggi i rapporti controversi tra noi, la scienza, la società.

Testi/Bibliografia

Il programma è lo stesso per frequentanti e non frequentanti e consiste in:

1. studio dei moduli didattici e brevi testi in pdf di autori e autrici discussi a lezione che saranno caricati in piattaforma e–Learning durante il corso (150 pagine c. in tutto). L'accesso alla piattaforma è automatico per chi ha l'insegnamento nel piano di studi. Per studenti e studentesse in mobilità Erasmus saranno disponibili bibliografie e testi in lingua inglese.

2. P. Govoni, Un pubblico per la scienza, Roma, Carocci, 20182.

Metodi didattici

Saranno privilegiate la discussione di gruppo e l'indagine in prima persona. È fortemente incoraggiata la proposta di brevi presentazioni orali di approfondimento – di singoli o in coppia – su temi del corso e concordati con la docente (la presentazione in aula può far conseguire fino a 3 punti).

Ci sarà un'uscita didattica presso il Museo del patrimonio industriale e (possibilmente) un’altra al Cineca. Verso la fine del corso i/le frequentanti che hanno partecipato alle uscite potranno sostenere una prova scritta su quanto visto in relazione ai temi discussi in aula (non sul programma d'esame). Con la prova in itinere si potranno conseguire fino a 5 punti, che si sommeranno al voto d’esame. 

È necessario dare conferma della partecipazione alle uscite il primo giorno di lezione, di persona o per email.

Modalità di verifica e valutazione dell'apprendimento

Si potrà scegliere se sostenere l'esame scritto oppure orale.

Ci sarà una prova scritta nella prima sessione d’esami che seguirà la fine del corso. Le altre prove nel corso dell’anno saranno orali.

Prova scritta

Si tratterà di rispondere a tre dei quesiti proposti sui punti 1 e 2 della sezione Testi/Bibliografia (risposta aperta; 1 ora e mezza a disposizione; non si potrà uscire prima dello scadere del tempo). La prova scritta è per tutte/i, ma in particolare per  chi ha frequentato: ci sarà una traccia (tra quelle a scelta) in più, dove si chiederà di esprimere un parere personale sui temi discussi a lezione.

Prova orale

Nel colloquio orale si tratterà di rispondere a due, max tre domande sui punti 1 e 2 della sezione Testi/Bibliografia, a partire da un tema a scelta. La durata della prova è inversamente proporzionale alla preparazione: da un minimo di 10 minuti c. a un massimo di 20 c. I suggerimenti dati al link per esporre una tesina in aula possono essere utili anche per affrontare la prova orale.

Criteri di valutazione, validi sia per la prova scritta sia per quella orale

La valutazione tiene conto: della conoscenza dei testi in programma ai punti 1 e 2 della sezione Testi/Bibliografia; della capacità di argomentare in modo coerente, sintetico e personale; della correttezza di espressione. Per ulteriori dettagli si rimanda al sito della docente.

Strumenti a supporto della didattica

PowerPoint; piattaforma e-learning; musei e altre istituzioni di ricerca.

Orario di ricevimento

Consulta il sito web di Paola Govoni

SDGs

Parità di genere Energia pulita e accessibile

L'insegnamento contribuisce al perseguimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell'Agenda 2030 dell'ONU.