73382 - LABORATORIO DI FORMAZIONE PROFESSIONALE PER L'EDUCATORE SOCIALE E CULTURALE II (G.Q)

Anno Accademico 2017/2018

  • Docente: Rita Casadei
  • Crediti formativi: 3
  • Lingua di insegnamento: Italiano

Conoscenze e abilità da conseguire

Al termine del laboratorio lo studente: - è capace di muoversi autonomamente nell'applicare le tecniche specifiche apprese in modo autonomo o all'interno di progettazioni organizzate dalle istituzioni; - sa confrontarsi con altri soggetti sulle modalità d'uso e di documentazione delle tecniche apprese; - sa collocare il sapere specifico appreso in differenti tipologie di servizio; - sa valutare i limiti e i pregi delle strumentazioni tecniche apprese; - sa trasferire le tecnologie apprese in contesti differenziati apportandovi modificazioni e integrazioni personali.

Contenuti

Programma

Sondare la percezione della propria corporeità significa, in prima istanza, riconoscersi fisicamente: cosa ci sorregge, ci fa muovere, agire, vivere. Ci sosteniamo sul terreno, ci slanciamo verso l’alto, avanziamo, coinvolgendo scheletro, articolazioni, muscoli, organi, sangue, respiro, intenzione. Esprimere la propria presenza nel mondo non può prescindere dalla postura che teniamo. Imparare a trovare radicamento, lasciando che il proprio peso scenda sul terreno e penetri in profondità oltre di esso; imparare a trovare slancio, estendendo la colonna vertebrale verso l’alto, superando idealmente ogni barriera; imparare a respirare liberando il ritmo da tensioni e resistenze costituiscono i passi per prendere una posizione nell’esistenza e dire “sono qui, presente”.

I temi di maggiore significatività esistenziale ed educativa non possono essere considerati esclusivo appannaggio dell’intelletto; essi richiamano una coesione sistemica di discernimento, sensibilità, intuizione, azione.

Nucleo del laboratorio è l’aderenza a questioni concrete come la sperimentazione delle interconnessioni tra le molteplici dimensioni costitutive della persona; è possibile realizzare questa integrazione attraverso la capacità di ascolto di sé e di qui aprirsi all’ascolto e all’accoglienza della realtà circostante.

Questo percorso inizia con la regolazione della propria postura, in differenti situazioni (in piedi, camminando, sdraiati, seduti), quale esercizio per decifrare il proprio spazio, a partire dalla consapevolezza del modo di occuparlo. Da questa radice (che è già centralità psico-fisica) è possibile intraprendere un percorso in cui sperimentare la corrispondenza tra qualità della postura, del respiro, dell’attenzione e dell’atteggiamento dello spirito. L’obiettivo è di conoscere, sperimentare e rispettare la propria corporeità:

  • sono in grado di sistemarmi correttamente nello spazio
  • sono in grado dirigere la mia attenzione e mantenerla viva e attiva sul gesto (statico o dinamico) che compio
  • sono in grado di ascoltare il mio respiro, i movimenti e i suoni via via più intimi e sottili dentro di me, ma anche apprezzare quelli vicini e via via più lontani oltre me

I riferimenti per fare questo sono precisi, codificati: questo soddisfa il criterio di intelligenza ed efficacia del gesto; nella forma è possibile ritrovare un modello cui ispirarsi nell’esercizio e su cui costruire un sistema di apprendimento autentico che è trasformazione. Attraverso la ripetizione si interiorizza non solo il gesto, ma anche una sua sensazione. Il corpo è rivelatore di come viviamo, di come sentiamo, di come stiamo. Alla base della relazione e del dialogo poniamo l’ascolto, inteso come capacità di “sentire-sentirsi” che nel silenzio dell’esercizio matura come fine sensibilità in grado di arrivare a percepire gli stadi più profondi della corporeità, per giungere in quella regione in cui dimensione materiale ed immateriale si toccano e si confondono, realizzando l’interdipendenza naturale tra corpo-mente-cuore.

Le pratiche di riferimento derivano dalla tradizione estremo-orientale che unitamente all’elaborazione filosofica ha saputo generare un preciso sentiero di Pratica significativo nell’individuare metodi di evoluzione dell’essere e dell’agire, nel favorire una migliore presa di coscienza del potenziale trasformativo insito in ciascuno di noi e del suo impiego intelligente e significativo.

Testi/Bibliografia

Cavana L., Casadei R., Pedagogia come direzione. Ricerca di senso tra dinamiche esistenziali ed esigenze professionali, Roma, Aracne, 2016

Metodi didattici

Il laboratorio si svolgerà attraverso diretta esperienza: il momento teorico verrà direttamente trasposto nella prassi, il momento pratico verrà accompagnato dalla riflessione sul significato di ciò che si fa.

Orario di ricevimento

Consulta il sito web di Rita Casadei